L’ALTARE NEL SATANISMO

 

 

Indice:

Accenni storici
L’Altare Satanico
Come allestire l’Altare Satanico
Che cosa fare se non si può avere un altare
Quali Offerte fare agli Dei
Come smaltire le Offerte usate
Conclusioni

 

 

L’Origine dell’Altare: etimologia e accenni storici

L’altare rappresenta da sempre lo spazio sacro del Praticante. Storicamente troviamo tracce dell’altare già presso gli antichi Egizi e i Babilonesi, adottato poi anche dagli Induisti, dai Maya, dai Celti, nonché ovviamente dai nostri Avi più prossimi, i Greci e i Romani. Persino i popoli tendenzialmente nomadi avevano l’abitudine di creare altari, talvolta fissi, fatti di terra o pietra e destinati ad una mera funzione monumentale – dal momento che poi venivano abbandonati – oppure mobili, solitamente di legno o rame e trasportati sempre in ogni spostamento.

Chi è abituato a leggere i miei scritti sa bene che non di rado dedico un po’ del mio tempo all’analisi etimologica di un termine, perché ritengo che l’essenza della verità sia sempre più chiara man mano che ci si avvicina alla sua origine. E anche l’etimologia, l’origine delle parole, è sicuramente un ottimo modo per afferrare il significato profondo di ciò che vogliamo conoscere. L’etimologia del termine altare è abbastanza incerta e i filologi hanno proposto diverse teorie. La più accreditata è che essa derivi dal latino altàre/altàrium, derivante a sua volta da àltus/àlitus, participio passato del verbo àlere, ossia “nutrire”, in riferimento al fatto che sull’altare venivano deposte le offerte destinate alla divinità. Devo dire che questa etimologia mi piace molto, non solo perché accostandoci all’altare nutriamo col nostro amore gli Dei, ma anche perché ogni volta che dedichiamo del tempo al Sacro noi stessi nutriamo la nostra anima. L’altare in tal senso diventa una mensa spirituale in cui nutriamo e ci nutriamo, in un sodalizio perfetto fra noi e i nostri Numi.

Il verbo àlere, secondo una rilettura metaforica, è stato interpretato da alcuni linguisti anche come “far crescere”, “elevare”, riferimento alla sommità stessa dell’altare e al fatto che solitamente esso fosse posto su un’altura. Anche qui, oltre a questa spiegazione prettamente tecnica, aggiungerei che l’altare potrebbe benissimo essere rappresentato da “crescita” ed “elevazione”, ma più dell’anima del Praticante piuttosto che della sua struttura in sé. Attraverso l’uso dell’altare, l’Iniziato entra in connessione con il Sacro e questo gli permette di crescere e di elevarsi spiritualmente. Curioso pensare, ad esempio, che la stella Altair della costellazione dell’Aquila, derivi dall’arabo Al-Tair, cioè “che vola”, ulteriore riferimento all’espandere l’essere verso l’alto, inteso come perfezionamento.

Una piccola parentesi interessante andrebbe aperta anche sul termine ara, sinonimo di altare. Nonostante oggi ara abbia la stessa valenza di altare, occorre ricordare che secondo alcuni scrittori latini, come ad esempio Servio, essa era riservata alla celebrazione degli Dei inferi, mentre l’altare a quelli superni. E so già che forse a questi punti qualcuno penserà che, date le circostanze, forse sarebbe per noi più opportuno definire il nostro spazio sacro “Ara Satanica” piuttosto che Altare Satanico, ma nei fatti è bene precisare che nel Satanismo Originale i nostri Dei non sono ascritti unicamente al mondo infero. Usare dunque Altare Satanico o Ara Satanica non fa differenza, sono entrambe due forme belle e del tutto accettabili. La differenziazione fra ara e altare suggerita da Servio non trova per altro altri riscontri letterali, anzi, possiamo leggere in Cicerone che l’unica differenza fra ara e altare si ridurrebbe al fatto che la prima avesse più spesso una funzione monumentale in loco pubblico, mentre l’altare veniva adibito ad un uso più pratico/religioso. Insomma, le possibili differenze sono incerte e sembrano variare a seconda dell’autore, pertanto credo sia più che lecito continuare a considerare i due termini come sinonimi.

Ara anticamente veniva associato al latino ara, ossia “area”, inteso come spazio sacro. Altri studiosi hanno proposto invece che il termine derivi dal latino ardeo, “ardere”, afferendo alle offerte bruciate come tributo agli Dei. Il Canini notò poi una similitudine con il greco àra, da cui deriva anche “orazione”, come abbiamo visto nell’articolo sul Rosario Satanico. Secondo Karl Ernst Georges la parola ara potrebbe invece essere legata al greco àiro, cioè “innalzo”, ipotesi nei fatti del tutto coerente con l’àlere latino di altare. Ognuna di queste proposte è perfettamente in linea con il senso primo dell’altare e credo che possano essere collegate grazie alla madre di tutte le lingue: il sanscrito. La radice sanscrita ar- ha infatti il significato di “muovere verso”, inteso come “muovere in direzione di qualcosa”. Da essa derivano di conseguenza termini come “ascendere”, “lavorare in funzione di qualcosa”, “muoversi per uno scopo”. Da ciò nacque poi anche il lemma arya, il cui significato era appunto “ben fatto”, “perfetto”, “nobile”, “elevato”. Infine, la stessa radice ar- ci riconduce anche al verbo greco ararískō, che significa niente meno che “connettere”. Curiosamente anche la parola egizia hotep, nome con cui venivano designate lastre di pietra quadrate adibite ad altare, significa sia “Tu sia appagato”, “Tu sia nutrito” – rivolgendosi al Nume – ma anche “buon agire”, inteso come “in ordine con la Legge di Maat”. Questo rende il significato del lemma egizio hotep del tutto simile a quello di altare, sia come “nutrimento” che come “ben fatto”, “elevato” in senso divino.

Va da sé che il termine altare/ara porta già solo nel suo seme semantico l’essenza del suo più profondo significato: un mezzo per nutrire l’anima ed elevarla, uno strumento per far ardere il nostro spirito, uno spazio sacro in cui muovere noi stessi verso il divino e connetterci agli Dei.

Nel tempo l’altare si è evoluto sulla base dell’approccio che l’uomo aveva con il Sacro. Inizialmente, ad esempio, presso le tradizioni panteiste, gli altari consistevano nella natura stessa, in particolare erano adibiti ad altare quei luoghi in cui si pensava dimorasse la divinità che si desiderava onorare. I fiumi erano l’altare degli Dei fluviali, i boschi erano l’altare degli Dei silvani, e così via. Quando l’uomo ha iniziato a strutturare la religione in maniera più complessa, acquisendo una visione del divino più trascendente, allora si è sentito il bisogno di costruire altari adatti ad ospitare la divinità. Man mano che mutavano le tradizioni religiose, così mutava la struttura dell’altare ed è curioso notare che l’evoluzione della ritualistica sia andata in qualche modo di pari passo anche con le abitudini alimentari. In Oriente, ad esempio, area in cui son stati rinvenuti gli altari più antichi, era comune mangiare a terra su stuoie o rocce e questo ha portato così i Praticanti a creare altari in pietra molto bassi. Laddove invece ha iniziato a fiorire l’abitudine di mangiare su tavoli, anche l’altare ha iniziato a elevarsi dal suolo, divenendo a sua volta una tavola. Questo perché fondamentalmente l’uomo ha creato i suoi primi riti di ringraziamento sulla base dell’ospitalità e del nutrimento. Così come era comune offrire cibo ai propri ospiti, allo stesso modo era considerato doveroso accogliere i propri Dei con tutti i crismi, donando Loro ciò di cui lo stesso uomo più bisognava: il cibo.

Agli inizi dell’età classica gli altari erano per lo più casalinghi; ogni famiglia creava un proprio spazio sacro in cui onorare le divinità, ma anche gli spiriti protettori della casa e i propri morti. Per molto tempo anche lo stesso focolare domestico ha assunto il ruolo d’altare, poiché al fuoco veniva attribuita la facoltà di connettere l’uomo al divino. Il focus era il luogo attorno al quale si riuniva la famiglia, dove si stringevano accordi e promesse, dove si pregavano gli Dei e dove si ricordavano le gesta dei propri Avi. Se si pensa all’importanza che il focolare aveva presso gli antichi, si potrebbe senza dubbio rivalutare il ruolo stesso di “angelo del focolare” attribuito alla donna, una funzione che secondo tale visione assume a tutti gli effetti i contorni della sacralità, anziché ridursi alla concezione attuale della donna reclusa e sottomessa. Con il tempo gli altari cominciarono ad apparire numerosi anche in luogo pubblico, al punto da erigerne in ogni principale struttura delle città. Esistevano altari nelle piazze ma anche all’entrata di teatri, palestre, ginnasi, ippodromi, ovunque si svolgesse la vita pubblica del cittadino. Ciò fa comprendere quanto fosse importante la religiosità per i nostri Avi Gentili; non circoscrivevano il divino unicamente ai luoghi di culto, esso era presente ovunque, in ogni sede civile in cui avesse luogo la vita civile, poiché il Sacro era la colonna portante della loro stessa civiltà. In origine si mantenne la consuetudine di creare altari pubblici all’aperto, recinti sacri dedicati agli Dei, e solo in seguito gli altari cominciarono a essere ospitati anche all’interno dei templi. Più la religione si sviluppava in complesse strutture di credenze e ritualità, più si svilupparono le strutture architettoniche ad essa riservate, come appunto l’altare e in seguito i templi.

Anche la forma dell’altare nel tempo subì un’evoluzione, partendo da semplici rocce, pietre ammassate o persino zolle di terra, per arrivare infine a creazioni raffinate che possiamo definire senza esitazione dei veri e propri capolavori artistici. Gli altari erano solitamente rettangolari ma vi erano anche are rotonde o quadrate, sebbene più rare. La struttura poteva essere del tutto simile ad una tavola, con una base sostenuta da una gamba centrale o da due o quattro gambe laterali, oppure poteva essere simile ad un parallelepipedo, solitamente in pietra, legno o marmo. Questi ultimi avevano spesso una funzione monumentale, dal momento che era possibile adornarne le pareti laterali con intarsi, bassorilievi e più raramente anche dipinti. L’altare cristiano nascerà solo molti secoli dopo, sull’esempio degli antichi altari Gentili. Gli artisti cristiani prenderanno spunto dalla raffinata arte pagana per creare a loro volta are simili a tavole - che verranno definite altari a mensa - e are simili a parallelepipedi - che prenderanno il nome di altari a cofano o altari a blocco nel caso in cui siano addossati ad una parete. Nonostante il Giudeo-Cristianesimo abbia attinto dai Culti Gentili per la creazione dei propri altari - e delle proprie tradizioni! [sic!] - occorre però ammettere che esistono altari cattolici artisticamente splendidi, in particolare quelli risalenti all’arte gotica, stile architettonico che, per chi sa osservare, ha senza dubbio tratti squisitamente demoniaci. 

 

L’Altare Satanico

 

Chiuso questo breve excursus storico, arriviamo finalmente all’uso dell’altare nel Satanismo. Anche nel nostro Culto, esattamente come nelle tradizioni del passato, l’altare rappresenta a tutti gli effetti uno spazio sacro in cui connettersi al divino. Sebbene molti – come per il Rosario Satanico – abbiano la malsana abitudine di sminuirne il significato, attribuendogli unicamente una funzione estetica, l’altare è nei fatti un’area operativa in cui il Satanide può ritualizzare e omaggiare i suoi Dei. Gli scopi principali dell’Altare Satanico sono dunque ritualistici e celebrativi, ma esiste anche un’altra importante finalità ed è di certo quella che preferisco: raccontare una storia.

L’altare ha lo scopo di raccontare la tua storia, deve essere il perfetto riassunto di tutto quello che hai vissuto nel tuo Cammino. Io ad esempio, quando sentii il bisogno di creare il mio primo altare, lo feci su di un semplice comodino. Mi cucii un bel telo t’altare e ci misi sopra solo una candela e alcuni simboli del Culto. Col tempo però le mie esperienze cominciarono ad aumentare e così costruivo – o acquistavo – qualche nuovo oggetto che potesse rappresentare una data esperienza vissuta o una nuova conoscenza appresa. Era come se ogni capitolo della mia vita iniziatica si concludesse con un “souvenir”, un oggetto da aggiungere all’altare, qualcosa che simboleggiasse quella fetta del mio percorso. Proprio per questo ogni tanto, quando mi sento un po’ giù di morale o troppo distratta dalla vita quotidiana, mi piace prendermi del tempo per pulire il mio altare. Mi metto lì e comincio a spolverare ogni oggetto, me li riguardo uno per uno e ripenso a ciò che ognuno di loro rappresenta nel mio Cammino. Poi, quando ho finito, osservo il mio grande altare e ripenso alla piccola me che allestiva con timidezza il suo primo altare su un comodino, sentendomi emozionata e fiera, grata di tutto quel tempo vissuto con impegno e passione.

Sia chiaro: non è certo la grandezza di un altare a determinare il valore di un Satanista. Ci sono persone che si fanno enormi altari pieni di oggetti con cui magari non hanno nessun legame, scelti solo a scopo estetico, e poi ci sono anche persone che a differenza mia non sentono il bisogno di reificare le proprie esperienze in un oggetto. Io sono una Praticante che in parte è anche un artista, mi piace creare e sono abituata quindi a dare forma simbolica alle idee, alle esperienze che vivo, ma è del tutto lecito che invece altri individui possano non avere la mia stessa inclinazione. Non assolutizzate dunque la mia visione, prendetela semmai come uno spunto di riflessione in cui capire se riconoscervi o meno. In ogni caso credo che sia comunque una bella immagine vedere nell’altare un diorama del nostro percorso, dove poter raccontare e riascoltare la nostra storia, in un perpetuo divenire.

 

Come allestire un Altare Satanico

 

È bene precisare che, non essendo il nostro Culto una dottrina dogmatica, non esiste alcun obbligo liturgico, pertanto anche l’allestimento di un altare è soltanto a discrezione del singolo Praticante. In tal sede mi limiterò ad illustrare una base utile a quanti vogliano costruirselo, suggerendo gli elementi più importanti di cui un altare dovrebbe essere composto.


STRUTTURA: La prima cosa da considerare è: come vogliamo strutturare il nostro altare? Lo vogliamo alto, perché preferiamo ritualizzare in piedi, oppure lo preferiamo basso, in modo da poterci sedere? Nel mio caso ho optato per un altare che si sviluppa verticalmente, quindi a più piani, in modo da poter celebrare sia in piedi che seduta. Sembra sciocco ma quando ad esempio si desidera meditare davanti all’altare o recitare il Rosario Satanico, è molto meglio avere un altare basso. Io ho un tappetino su cui mi siedo durante queste pratiche ma va benissimo anche un comodo cuscino. La struttura del vostro altare dipenderà fondamentalmente da quanto spazio avete. Chi vive da solo e ha una stanza a disposizione può davvero sbizzarrirsi, ma anche chi ha meno spazio può comunque crearsi un proprio angolo sacro di tutto rispetto.

Una volta stabilito quale forma vogliamo dare al nostro altare, occorrerà scegliere una zona in cui crearlo. Io ad esempio, essendo stata costretta dalle circostanze a trasferirmi spesso, ogni volta che cercavo una nuova abitazione mi guardavo sempre attorno pensando a dove sarebbe stato bene il mio altare. Non esiste una regola fissa per scegliere la zona più adatta, è una scelta istintiva, è come se ci fosse una zona della casa in cui sentite che è “esattamente lì” che vorreste passare il vostro tempo migliore. È qualcosa di difficile da spiegare ma è come se nella vostra mente si creasse perfettamente l’immagine del vostro altare, nonostante per ora abbiate di fronte soltanto una parete vuota. Ovviamente la zona scelta deve sempre essere in un luogo rispettoso; per quanto ciò dovrebbe essere scontato, io ho visto persone fare l’altare in cucina sopra il ripiano di un vecchio lavabo e persino in bagno, sopra la lavatrice… orrore e raccapriccio. Ovviamente entrambi gli individui si sono in seguito rivelati degli impostori: la mancanza di cura e di rispetto verso il Sacro è il primo segnale a cui stare attenti per capire se abbiamo davanti un vero Satanide o solo un passante che tenta di essere ciò che per natura non è e non sarà mai!

L’ideale sarebbe porre l’altare a nord ma nella mia esperienza posso dire che qualora sentissimo un posto particolarmente adatto a fare il nostro altare, non dovremmo rinunciarci solo perché non esposto a nord. Il Sentire dell’Anima spesso vale molto di più di questi piccoli dettagli, sicuramente utili ma non indispensabili. Una volta che avrete chiaro dove creare il vostro altare, cominciate a organizzarvi sul fronte tecnico. A mio avviso può rivelarsi molto utile cominciare col disegnare su carta come vorremmo strutturare il nostro altare, capire quali colori vogliamo usare e di quali materiali abbiamo bisogno. Nel mio caso, volendolo fare a piani, mi procurai un tavolino basso, delle mensole e molti metri di raso rosso, dal momento che i miei altari li ho sempre visualizzati con tende rosso scuro attorno, persino quello sul piccolo comodino era adornato da una tenda rossa che lo sovrastava. A questo punto cominciate a costruirlo, che sia un mobiletto, delle mensole o anche un semplice tavolo. Scegliete se rivestirlo di stoffe o dipingerlo o incidervi simboli col pirografo. Qualunque sia la vostra scelta, ricordatevi che la personalizzazione è importante, per due motivi. Il primo è che il vostro altare deve essere in tutto e per tutto IL VOSTRO altare, quindi più è ricolmo della vostra creatività meglio è. Il secondo motivo è che quando costruiamo qualcosa instauriamo un rapporto energetico con quel qualcosa. Più tempo passate a curare ogni dettaglio della vostra creazione più sarete avvantaggiati durante le pratiche sacre.

Ulteriore consiglio che voglio darvi per la realizzazione della struttura è di non concentrarvi unicamente sul piano orizzontale, bensì anche su quello verticale. Molti pensano solo a quali oggetti poter mettere su un ripiano ma è molto importante anche arricchire in nostro spazio sacro nella sua dimensione verticale. Se ad esempio il vostro altare fosse appoggiato a un muro, considerate l’idea di impreziosire questa parete con tende, simboli o dipinti. In questo modo, ogni volta che lo contemplerete, vi sentirete davvero in un piccolo tempio tutto vostro in cui celebrare il Sacro Satanico. Altro suggerimento utile – soprattutto se avete poco spazio – è di creare delle “alzatine”. Le alzatine sono strutture, solitamente quadrate o circolari, atte a sollevare di alcuni centimetri alcuni oggetti del vostro altare. Le alzatine servono a elevare quegli oggetti che riteniamo più importanti, come ad esempio la statua stessa del Nume. Le alzatine possono essere fatte con legno, marmo o pietra, ma per chi avesse poco denaro a disposizione, ricordo che vanno bene anche scatole di cartone [ovviamente rivestite di stoffa] così come tasselli su misura di polistirolo [dipinti o rivestiti di stoffa]. Nel Culto non servono tanti soldi se si ha stile, buon gusto e creatività, non dimenticatevelo.

Infine, ultima cosa inerente alla struttura che potrebbe sembrare banale – ma non lo è! – è l’illuminazione. È importante che il tuo spazio sacro sia per te confortevole: in quell’angolo di mondo tu dovrai ritualizzare e meditare, quindi tutto dovrà favorire in te un certo stato mentale. Il più delle volte è sufficiente il buio e qualche candela, ma nel caso in cui non si abbia la voglia o la possibilità di accendere candele è importante avere a disposizione una fonte d’illuminazione che ci aggrada. Io per esempio ho sempre amato molto le luci colorate, da quelle intermittenti degli alberi natalizi – lo so, fa sorridere ma mi piacciono! – alle lampadine a tinta unita da inserire in una semplice abat-jour. I colori che preferisco solo la luce rossa e quella blu, a seconda dell’umore o del lavoro che mi appresto ad eseguire.

 

OGGETTISTICA: L’oggettistica d’altare si divide in: strumenti rituali, ossia quei particolari oggetti atti alla ritualizzazione; oggetti di culto, quali statue, dipinti, simboli; elementi decorativi, cioè quegli accessori non indispensabili ma che possiamo comunque inserire per migliorare l’aspetto stesso del nostro altare.

 

Strumenti Rituali


La prima cosa che dovremmo comprendere è che gli strumenti rituali non sono qualcosa di separato dal Praticante. Ogni strumento rituale deve divenire a tutti gli effetti un’estensione di voi stessi. Essi diverranno parte del vostro medesimo organismo spirituale, perché sarà con essi che per tutta la vita vi accosterete al Sacro e agli Dei. Un buon modo per cominciare a considerare gli strumenti rituali come metaforiche parti di voi stessi potrebbe essere quello di associarli ai vostri cinque sensi.


VISTA: Il senso della vista senza dubbio è connesso alla Candela. La candela sarà la vostra fonte di luce e la sua fiamma sarà i vostri occhi. Nell’altare dunque non dovrebbero mai mancare le candele. I colori che dovreste sempre avere a disposizione sono nero, bianco, blu e rosso. Ovviamente la scelta dipenderà comunque dal tipo di lavoro che vi appresterete ad eseguire o dall’entità che vorrete omaggiare. Le candele in cera d’api naturale sono le migliori se dovete lavorare, quelle in paraffina invece alla lunga possono rivelarsi più tossiche, quindi laddove possibile preferitele soltanto a scopo decorativo e non pratico.


UDITO: All’udito corrispondono strumenti rituali quali la Campana, che in alternativa potrebbe essere sostituita con un Diapason. Sì, lo so, può sembrare bizzarro ma io mi trovo meglio con quel tipo di suono, forse anche in virtù del fatto che io stessa pratico il canto difonico, usando spesso gli armonici durante i miei riti e meditazioni. La campana - o diapason - serve per aprire certi rituali, come le evocazioni, dal momento che il potere del suono ha un valore notevole durante ogni tipo di celebrazione. Altri strumenti interessanti legati al suono sono poi le Campane Tibetane e le Fontane Zen. Quest’ultime sono perfette se si ha a disposizione un giardino – gli altari all’aperto sono magnifici – ma se ne trovano in miniatura anche per interni. Per esperienza posso assicurare che la continuità di un rumore bianco, quale ad esempio lo scorrere dell’acqua o la vibrazione della campana tibetana, sono molto utili per favorire uno stato meditativo prolungato. Interessante potrebbe essere anche l’uso di un tamburello o di sonagli, tipicamente usati nelle culture sciamaniche. Ovviamente la campana tibetana, la fontana zen e i tamburi non sono certo indispensabili, sono semplicemente strumenti rituali con cui poter sperimentare e favorire le pratiche personali. 


OLFATTO: Nella sfera dell’olfatto troviamo ovviamente il turibolo, ossia l’incensiere. Esistono diversi tipi di porta incenso, che vanno dal tipico braciere alla molla per essenze. Gli incensi possono consistere in miscele di semplici erbe, così come in resine in grani. Anticamente popoli come gli Sciti solevano gettare i semi di canapa su braci e pietre roventi, al fine di poterne inalare gli effluvi, oggi invece abbiamo a disposizione comodi carboncini con cui poter innalzare facilmente i fumi degli incensi. Fra le varie tipologie di incenso esistono anche gli smudges, ossia mazzetti di erbe legate insieme. Gli smudges sono tipici delle culture tribali e sciamaniche. Un esempio di smudge molto comune è quello di salvia bianca, notoriamente utilizzato per purificare gli ambienti. Sebbene sia da anni appassionata di fitoterapia, non sono un’esperta d’incensi; è tuttavia indubbio che dev’esserci una certa magia nel crearsi da soli i propri incensi e pertanto consiglio a tutti – me compresa – di approfondire questa antica pratica. In ogni caso, per quanti non avessero voglia e tempo per cimentarsi in tale arte, esistono in commercio pratici incensi già preparati, disponibili sia in formato stick che a conetto. Essendo però meno sani rispetto a quelli completamente naturali, se doveste scegliere di optare per questi ultimi, cercate quanto meno di assicurarvi di acquistare roba di buona qualità, marche che certificano l’uso di sostanze al cento per cento naturali. Va da sé dunque che chi vi dovesse vendere incensi a prezzi troppo bassi non vi sta certo offrendo materiale eccellente.

GUSTO: Al senso del gusto potremmo collegare quegli oggetti d’altare utilizzati proprio per deporre le vivande. Un esempio è il Calice, dove il Praticante andrà a versare bevande cerimoniali da bere egli stesso o da offrire al Nume onorato. A tal proposito consiglio di separare il vostro calice da quello delle offerte, nessuno vieta di utilizzare lo stesso ma separare i due contenitori è una forma di maggior rispetto verso gli Dei. Il calice può avere la forma che preferite, potrebbe essere a coppa o più semplicemente un bicchiere. L’importante – e questo mi auguro sia scontato – è che ne scegliate uno dall’aspetto gradevole, magari decorato da voi stessi. Esistono ad esempio vernici adatte al vetro e alla ceramica che vi permetterebbero di creare bellissimi calici d’altare con oggetti piuttosto comuni. Altri strumenti rituali connessi al gusto potrebbero essere la Ciotola delle Offerte, un contenitore atto proprio alla deposizione delle vivande, e in alternativa il Piatto delle Offerte. Questo dipende da voi, potreste persino avere entrambi. Anche qui potreste optare per una scodella o un piatto/vassoio comune e poi decorarlo a vostro piacimento. La personalizzazione renderà i vostri strumenti unici e l’unicità renderà speciale il vostro legame con essi. La Magia parte sempre dalla mente, pertanto anche questi piccoli fattori psicologici possono davvero fare la differenza.

TATTO: Al senso del tatto andremo ad associare ciò che nei fatti rappresenta l’estensione della nostra mano: la Bacchetta. Questo è forse uno degli strumenti magici più popolari, chi infatti non ha mai sentito parlare della bacchetta magica? La bacchetta è nei fatti una sorta di antenna che ha lo scopo di dirigere la nostra energia interna verso il mondo esterno. Essa è di solito in legno, abbastanza sottile e di lunghezza variabile. Esistono diversi procedimenti per crearla e consacrarla. Altro oggetto d’altare molto simile alla bacchetta è poi l’Athame, anch’esso utilizzato per dirigere le energie. Non esistono grandi differenze reali fra bacchetta e athame, l’unica differenza che spesso viene citata è legata al significato simbolico che entrambi evocano: la bacchetta, essendo visivamente fallica ma meno aggressiva, viene vista come un oggetto con cui dirigere le energie e tracciare linee energetiche, quali cerchi e sigilli, mentre l’athame, essendo un’arma, è visto in maniera più aggressiva e dunque gli viene attribuita la capacità di dirigere le energie ma anche quella di tagliare le linee sopracitate. Personalmente mi trovo meglio con l’athame, ma la reale differenza che io ho constato fra quest’ultimo e la bacchetta non è connessa alla sua simbologia quanto a ragioni prettamente tecniche, ossia il materiale di cui sono composti. Per esperienza personale ritengo l’athame più efficace semplicemente perché è in metallo e non in legno. Parliamoci chiaro, le bacchette in legno hanno di certo un forte potere simbolico, dal momento che ogni albero ha delle proprietà intrinseche che verranno senza dubbio trasferite alla bacchetta. Tuttavia è un dato di fatto che il legno non sia un buon conduttore per le energie, anzi, al contrario esso si rivela semmai un ottimo isolante. Il legno è perfetto ad esempio per conservare oggetti caricati e di cui non vogliamo disperdere la carica energetica. Creare ad esempio un sigillo sul legno, magari incidendo col pirografo, è una tecnica intelligente, perché l’energia stessa del sigillo sarà incisa su un materiale isolante e pertanto neutro, che non la disperderà. Per dirigere la nostra energia interiore è invece preferibile utilizzare un buon conduttore, come ad esempio oro, argento o il più economico rame. In realtà va bene anche stagno, ferro, ottone, bronzo, insomma, qualsiasi metallo può rivelarsi un buon conduttore, sebbene oro, argento e rame siano indubbiamente migliori. Infine, al tatto possiamo collegare anche lo Scettro e il Bastone di Potere. Entrambi hanno un uso molto simile all’athame e alla bacchetta magica, sebbene vi siano alcune sottili differenze. Il Bastone ad esempio simbolicamente connette il Praticante sia al cielo che alla terra. Il Bastone del Potere viene infatti spesso sbattuto con colpi decisi sulla terra, per invocare le energie terrestri, o innalzato verso il cielo, per invocare le energie celesti. Lo scettro invece è nei fatti “una bacchetta regale”, dal momento che ha solitamente una fattura molto più elaborata e pomposa della bacchetta comune, rappresentando così anche un simbolo di potere e prestigio personale.

 

Oggetti di Culto


Fra gli Oggetti di Culto rientrano tutti quegli elementi d’altare in grado di rappresentare iconograficamente la Divinità. Essi possono essere raffigurazioni della stessa, come Statue e Dipinti, ma anche rappresentazioni simboliche, quali ad esempio i Sigilli o altri emblemi tipici della Tradizione. Anche gli Oggetti di Culto, proprio come gli Strumenti Rituali, possono essere creati da noi, ma dal momento che non tutti siamo artisti o artigiani, è più che lecito comprarli ed eventualmente personalizzarli. Io ad esempio, pur possedendo anche la classica statua del Baphomet, ho sentito il bisogno di crearmene una mia, una statuetta del Baphomet “riveduta e corretta” a cui attribuisco maggior valore e significato. Anche i dipinti possono essere semplicemente nostri disegni, ma chi invece non fosse abile con il pennello può optare per l’acquisto di tele già realizzate.

Gli Oggetti di Culto possono essere i più svariati; nel mio caso, sapendo lavorare il legno, ho pirografato diversi Sigilli e scritte rituali su dei monili che conservo sul mio altare, un mio carissimo fratello, invece, essendo un eccelso artigiano, è bravissimo a lavorare il rame a sbalzo e lo stagno fuso. Insomma, non esiste un limite alla propria creatività e soprattutto non esiste nemmeno un limite alle divinità a cui possiamo rendere tributo. Essendo il Satanismo Originale un culto politeista, ogni Praticante può onorare ogni Nume con cui sente un particolare legame. Ovviamente simboli legati prettamente a Satana, alla Madre, sono necessari. Anche Oggetti di Culto che onorano il proprio Guardiano sono importanti. Per il resto, ogni Satanide può decidere liberamente quali altri Dei celebrare, sia nel loro aspetto Demonico che nelle varie forme da Essi assunte nei culti pagani. Sicuramente è però importante rendersi conto che l’Oggetto di Culto è solo un’immagine della Divinità e non certo la Divinità stessa. È più che normale affezionarsi ai propri Oggetti di Culto, è normale averne rispetto, però occorre anche ricordare che essi sono solo simulacri, come delle fotografie di qualcuno che ci è infinitamente caro. L’Oggetto di Culto serve a onorare il Dio ma non va adorato come se fosse una sua teofania. Satana e gli Dei non sono dentro le statue o nei dipinti ed è importante che ogni Satanide possa comprendere la differenza fra un sano rendere omaggio e una sterile idolatria. Il Satanide non ama l’idolo in sé, il Satanide ama semmai ciò che quell’idolo rappresenta.

 

Elementi Decorativi


Gli Elementi Decorativi sono ovviamente tutti quegli accessori che hanno il semplice scopo di impreziosire il nostro Altare Satanico. Hanno puramente un valore estetico e in quanto tale possono offrire un’immagine chiara del nostro stile personale. Osservare l’aspetto di un altare può darci davvero un quadro molto chiaro della personalità del Praticante. Un altare molto curato rivelerebbe ad esempio un individuo che vive il Culto con molto rispetto, così come qualcuno che invece avesse un altare trascurato ci suggerirebbe l’esatto contrario. Allo stesso modo una persona con un altare molto ricco di oggetti e colore potrebbe raccontarci di un Praticante vitale, creativo, pieno di passione ed entusiasmo, così come un altare più cupo e minimale, potrebbe farci pensare a un Iniziato più austero e contemplativo. Insomma, non esiste un modo giusto o sbagliato di decorare il nostro Altare Satanico, purché lo si faccia sempre con cura e personalitàPassiamo ora ad elencare una serie di suggerimenti per i vostri Elementi Decorativi.


ADDOBBI D’ALTARE: in questa categoria possiamo inserire tutti quegli elementi puramente estetici. Sono oggetti che non hanno alcuno scopo pratico, servono unicamente per rendere più piacevole l’aspetto dell’altare. Io ad esempio nel mio altare come addobbo uso i tendaggi, stoffe in raso e velluto con cui rivesto le mensole del mio altare e i suoi lati. Essendo poi appassionata di ricamo mi sono creata diversi teli d’altare, con motivi decorativi in linea con il Culto. Altro addobbo che amo sono poi lunghe collane di perle colorate e ciondoli, appese con dei chiodini ad ogni piano del mio altare. Conosco inoltre Satanidi che decorano i loro Altari Satanici con piume, cristalli, piramidi, oggetti lavorati in legno, in cuoio o in paglia. Come ho detto, non esistono limiti alla creatività. Gli addobbi il più delle volte potrebbero avere soltanto una finalità decorativa ma ci sono casi in cui la loro funzione estetica potrebbe collimare con quella cultuale. Un esempio è quando magari scegliamo di decorare il nostro altare con piume, ma anziché sceglierle soltanto per la loro bellezza, le scegliamo perché rappresentano un simbolo del Culto [vedi ad esempio le piume di corvo che rappresentano alcuni Demoni, fra cui il mio Guardiano, o anche le piume di pavone, simbolicamente connesse a Satana]. Allo stesso modo le lunghe collanine che appendo al mio altare hanno una sequenza di colori che risulta gradita a certe divinità, tradizione per altro molto comune nella cultura Voodoo.


ACCESSORI D’ALTARE: Fra gli accessori troviamo quella tipologia di Elementi Decorativi che oltre ad essere belli sono anche utili. In poche parole, gli accessori d’altare sono oggetti in cui il valore estetico si integra ad una funzione pratica. Esempi di accessori d’altare sono i portacandele, i candelabri, oggetti esteticamente suggestivi ma che hanno come scopo primo quello di collocare le nostre candele. Poi ci sono ad esempio le ampolle, bottigliette in cui contenere acque e oli consacrati, così come i sacchettini per le rune, per le erbe, per i tarocchi, per i cristalli, insomma, tutto quello che necessitiamo di conservare. Atro accessorio d’altare sono le scatole e i cofanetti; io ho delle scatolette in legno pirografate e dipinte a mano che ad un occhio veloce potrebbe apparire semplicemente “belle” ma in realtà in esse conservo Oggetti di Culto sacri, come ad esempio il mio Rosario Satanico.


BILANCIATORI D’ALTARE: I Bilanciatori d’altare sono qualcosa che potrà sembrarvi apparentemente superfluo ma che in realtà hanno un enorme valore. Dovete rendervi conto che la Magia ha un suo ordine. Anche ciò che può apparirvi del tutto caotico e casuale, in verità segue una sua legge. Sembra strano da dire, ma nei fatti anche il Caos è soltanto un Ordine incompreso. Un certo ordine è in ogni cosa e il modo migliore per mantenere questo ordine, anche in ambito magico, è creare attorno a noi Armonia. Un altare, dunque, per essere davvero funzionale, ha bisogno di essere energeticamente equilibrato, avere una sua simmetria, essere in linea con le leggi del microcosmo [tu] e del macrocosmo [il mondo]. I Bilanciatori d’altare sono elementi che hanno lo scopo di armonizzare, riequilibrare le polarità energetiche del vostro Altare Satanico. Il mio stesso altare, sebbene ad una prima occhiata, nella sua folgorante ricchezza di colori e orpelli, possa sembrare del tutto “caotico”, ha in realtà una precisa struttura armonica. Un occhio attento noterebbe ad esempio che gli oggetti e i simboli posti sul lato sinistro hanno una valenza più oscura rispetto a quelli posti sul lato destro, come la presenza di un ciondolo con dei teschi contrapposto ad un pendente con una donna gravida. Ad uno sguardo distratto certi Elementi Decorativi sembrerebbero appunto soltanto casuali ornamenti, ma l’Occhio Vigile dell’Iniziato non mancherebbe di cogliere in essi dei Bilanciatori. Questa è una delle possibili chiavi principali per generare armonia, basarsi sulle diadi energetiche, quali ad esempio maschile e femminile, vita e morte, luce e tenebra, e così via. Chi poi avesse minime nozioni alchemiche potrebbe davvero creare strutture armoniche eccelse. Altra chiave che io utilizzo sono poi gli elementi naturali. Su un ripiano dedicato alla Mater Germinis, l’aspetto naturante e creativo della Signora Eccelsa, ho posto ai quattro angoli degli oggetti che collego ai quattro elementi naturali. Un sasso bianco, trovato in una fonte particolare nei pressi di Suio, è il mio collegamento all’elemento acqua, una nera pietra lavica dell’Etna è il mio collegamento al fuoco, un pezzo di radice di un albero secolare è il mio collegamento alla terra e un’effige di una farfalla blu in labradorite è il mio collegamento all’aria. Questi sono tutti oggetti che ho raccolto in momenti particolari della mia vita, momenti in cui ho sentito forte attorno a me la forza di quel dato elemento, sia nei suoi significati naturali che in quelli preternaturali. Ciò significa che non esistono Bilanciatori uguali per tutti: il Bilanciatore assume il significato che tu gli dai. È importante che per te tale oggetto rappresenti quella cosa, solo così potrà rappresentare un buon Bilanciatore. Chiavi di Bilanciamento possono dunque essere la dualità, gli elementi, ma nei fatti non esistono limiti alle possibilità. Ogni persona è diversa e ha una formazione culturale diversa: laddove incontraste un sistema coerente con il vostro concetto di armonia ed equilibrio, fate di esso la base con cui ricercare i vostri Bilanciatori d’altare.


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Altri Consigli Utili


Credo che abbiamo abbondantemente sviscerato l’argomento, offrendo numerosi suggerimenti su come strutturare in modo efficace un buon altare. Concludiamo dunque la parte sull’allestimento con alcuni ulteriori consigli utili.

 

- Racconta la tua storia, a modo tuo. Come abbiamo detto all’inizio, il nostro altare deve raccontare la nostra storia. Deporvi oggetti che per noi rappresentano capitoli del nostro Cammino è dunque un buon modo per raccontare noi stessi. Nel mio caso, amando molto fare Viaggi Spirituali, cerco sempre in ognuno di essi di raccogliere qualcosa che possa ricordarmi quell’esperienza. Quando ad esempio andai ad Enna, raccolsi le sacre acque del lago Pergusa, tuttora conservate in una bottiglietta rossa custodita sul mio altare. Che possa allettarvi o meno l’idea del Viaggio Spirituale, sappiate comunque trasformare determinati oggetti incontrati nel vostro Cammino come simboli di quel momento, proprio come se fossero orme dei vostri passi. Impreziosire il vostro Altare Satanico con oggetti carichi della vostra emozione e dei vostri ricordi, potrà soltanto renderlo energicamente più vivo e potente.

Tieni vicino al tuo altare una scatola con oggetti decisamente non sacri ma utili alle tue celebrazioni. Una sorta di tabernacolo in cui conservare quegli utensili atti alla ritualistica, quali fogli per scrivere i tuoi rituali, penne, fiammiferi o accendini, scorte d’incensi, candele, ecc, può davvero essere molto utile. Se il tuo tabernacolo fosse abbastanza grande potresti conservarci dentro anche quei libri che consideri importanti, perché magari ti piace leggerne alcuni passaggi durante i tuoi riti. Allo stesso modo potresti tenerci al sicuro i tuoi grimori, con le orazioni e i mantra, così come magari anche un cd di musica rituale che ti piace ascoltare durante le tue liturgie. Insomma, creati uno scomparto segreto in cui conservare accessori pratici pronti all’uso e vedrai che ti faciliterà notevolmente nelle tue pratiche.

 

Che fare se non si ha la possibilità di creare un altare?


Se non hai la possibilità di crearti un altare, non temere, esistono gli altari mobili. Non tutti siamo uguali e qualcuno magari, per situazioni famigliari o di spazio, non ha la possibilità di costruirsi un altare fisso. E che problema c’è? Bastasse così poco a fermare la Volontà di un Satanide! Tralasciando il fatto che nei periodi più difficili, in cui magari non abbiamo molte alternative, esiste la possibilità di crearsi uno splendido Altare Satanico nel proprio tempio astrale, anche nel mondo terreno possiamo trovare un modo intelligente per creare un altare poco ingombrante. Io ad esempio in una delle tante case in cui vissuto, siccome avevo davvero poco spazio, ho creato un bellissimo altare in un armadio. Non essendo particolarmente appassionata di moda non ho molti vestiti, così in un’anta libera di un grande armadio creai il mio altare. Lo rivestii di tende rosse e cominciai il mio processo di creazione. Venne molto bene e la cosa bella è che potevo chiuderlo come e quando volevo. Per chi non avesse a disposizione nemmeno un armadietto, esiste la possibilità di creare un altarino portatile, creato magari in una scatola o in un cofanetto. I cofanetti-altare sono davvero carini. Ovviamente verrà molto piccolo ma con buon gusto e creatività potrebbe ugualmente darvi grandi soddisfazioni. Potreste acquistare una scatola di legno e dipingerla, magari rivestendola all’interno di stoffa o disegni o immagini stampate. Potreste acquistare o costruire piccoli simboli del Culto, come il pentacolo rovesciato o il sigillo di Satana e di altri Dei a voi cari, posizionarli nella scatolina fissandoli con chiodini o ponendoli su alzatine. Se il cofanetto è abbastanza grande potreste tenervi dentro anche delle piccole candeline e dei conetti d’incenso. Insomma, alla fine basta poco per creare un altare mobile se dentro di te hai il senso del Sacro. E la cosa comoda è che puoi conservare la tua scatola-altare dove preferisci. Alcuni di questi cofanetti possono pure essere dotati di un lucchetto con chiave, nel caso tu davvero volessi sincerarti di avere il massimo della riservatezza. Infine, un’ulteriore forma di altare mobile sono le icone di legno apribili, ossia piccole tavole in legno che possono aprirsi in due parti o in tre – i trittici. È come una sorta di “libricino”, solitamente in legno, che una volta aperto ha da ambo le parti simboli del Culto, quali dipinti degli Dei o sigilli e altri simboli sacri, così come motti della Tradizione o persino mantra e orazioni. Anche lì tutto dipende dalla tua creatività. Costruirselo è sempre meglio ma chi davvero sapesse di avere una pessima abilità manuale potrebbe immaginarlo e poi commissionarlo a qualche artigiano esoterico di fiducia.

 

Tributi agli Dei: cosa offrire?


Questo paragrafo è quasi superfluo, nel senso che le Offerte son in fin dei conti degli omaggi che facciamo ai nostri Dei, pertanto sono per loro stessa natura molto personali. Nei fatti sarebbe come se qualcun altro vi dovesse dire cosa regalare a vostra Madre per il suo compleanno: non avrebbe senso, perché nessuno può conoscere vostra Madre meglio di voi. Certo, è anche vero che in questa circostanza, essendo noi un Clade Spirituale, una famiglia, condividiamo gli stessi progenitori ancestrali e quindi è più che un lecito che un “fratello minore” possa pensare che un “fratello maggiore” conosca meglio loro Madre o Padre. E in effetti è così, un fratello maggiore va sempre rispettato perché sicuramente può avere maggiore esperienza, però dovete anche ricordare che il vostro rapporto con gli Dei è unico. Un Satanista più navigato potrebbe conoscere più aspetti degli Dei, ma resta indubbio che ogni rapporto che instauriamo con Loro è sempre unico, intimo e personale. Questo significa che soltanto tu puoi sapere cosa donare ai tuoi Dei, dal momento che solo tu conosci il rapporto che esiste fra voi. Ci saranno divinità con cui ti sentirai più in confidenza, più connesso, e perciò ti sentirai di fargli un certo tipo di Offerta, così come possono esserci Dei che conosci meno e che quindi avrai maggiore difficoltà nel decidere come omaggiarli. In questa parte dell’articolo mi limiterò dunque soltanto a fornirti qualche idea, sulla base delle antiche tradizioni e della mai esperienza.

 

CIBO E BEVANDE: Una tipica Offerta ai Numi è ovviamente il cibo. Come abbiamo visto all’inizio dell’articolo, i primi altari della storia consistevano proprio in aree sacre in cui depositare nutrimento per gli Dei, offrendo loro ciò di cui gli stessi uomini necessitavano. Ogni Ente può avere preferenze diverse e per esperienza posso dire che tali preferenze non sono legate tanto al sapore in sé dell’Offerta quanto soprattutto alla sua forma, al suo colore e al suo profumo. Frutta di stagione, bacche colorate e profumate, liquori, infusi di erbe, dolci, sono tutte offerte generalmente gradite dagli Dei. Anche il cucinare è qualcosa di molto apprezzato, soprattutto in occasione di ricorrenze particolari, come i Sabba e gli Esbat, per chi li celebra, e ovviamente durante il giorno sacro del Nume stesso che desideriamo onorare.

PROFUMI ED ESSENZE: Una delle cose che le entità più amano, Dei e Spiriti in generale, sono senza dubbio i profumi. Ricordate che la prima cosa che attraversa la Soglia dei Mondi sono proprio gli odori, seguiti dai suoni, dai liquidi e infine vengono le immagini. Gli incensi sono dunque qualcosa di molto gradito agli Dei, ma anche gli oli e le essenze profumate. Queste Offerte non saranno gradite soltanto se poste sul vostro altare ma anche quando saranno su di voi. Spalmarvi creme e oli fragranti, così come spruzzarvi un buon profumo prima di una celebrazione, potrebbe risultare molto piacevole per gli Dei. In ogni caso, sappiate che l’igiene personale è per Loro importantissima e che sarebbe doveroso quanto meno lavarsi sempre le mani prima di accostarsi al proprio altare, è una forma di rispetto.

CREAZIONI PERSONALI: Altra Offerta gradita agli Dei – forse realmente una delle più gradite – è senza dubbio rappresentata dall’arte. Creare dipinti, statuette, manufatti artigianali, è sempre un ottimo modo per celebrare gli Dei ed entrare in comunione con Loro. Ciò che rende l’arte un’Offerta così speciale non è tanto la semplice opera fatta e finita quanto la sua stessa realizzazione. Il vero tributo, infatti, è in atto proprio mentre state creando, in quelle ore di totale immersione nel Sacro Satanico. Ogni volta in cui mi son ritagliata del tempo per creare qualcosa per gli Dei, per me il tutto assumeva i contorni di un vero e proprio rituale; mi abbandonavo completamente all’arte, ero concentrata soltanto sul Dio a cui rendevo tributo e non pensavo a nient’altro. Le ore passavano in un secondo e quando avevo terminato mi sentivo come se stessi uscendo da una sorta di trance, rendendomi improvvisamente conto di bisogni fisiologici che in tutte quelle ore nemmeno sentivo. Quando faccio un semplice disegno non vivo tutto questo distacco dalla realtà, si limita ad un piacevole passatempo. Ma quando creo per gli Dei il tempo si annulla, ogni pensiero si annulla, tutto il mio essere è orientato in un’unica direzione e mi sento completamente centrata nel presente. In quei momenti non esiste fame o sete o stanchezza, anche per ore e ore, ed io una cosa simile l’ho provata soltanto durante certi rituali o intense meditazioni. Questo per farvi comprendere come l’arte possa essere importante e per niente scontata. L’arte di creare è un atto divino e in quanto tale ci avvicina agli Dei. Se avete un talento usatelo dunque per celebrare i Numi, che sia il disegno, la pittura, la musica, la scrittura, l’artigianato, o persino l’arte digitale, dato che oggi abbiamo a disposizione anche quella. E se proprio siete negati per l’arte, allora imparate, fate un corso o lasciatevi semplicemente guidare dall’istinto. Non serve essere dei fenomeni per creare con l’anima.

OFFERTA SESSUALE: Un’Offerta gradita da alcuni Dei è l’energia scaturita dall’orgasmo. L’Offerta sessuale consiste dunque nell’unire alla pratica erotica una buona capacità di visualizzazione, cosa non sempre facile in certi momenti. Forse proprio per questa ragione, i meno esperti dovrebbero evitare o eventualmente limitarsi a sperimentare in solitudine, per mezzo dell’autoerotismo. La Magia Sessuale, come abbiamo già espresso in altri contesti, [come nell’articolo “Il Femminino Satanico”] è qualcosa che esula dalla mera ricerca del piacere, ha finalità più elevate che vanno oltre il desiderio corporale. L’energia orgasmica durante le celebrazioni viene sublimata verso uno scopo magico, in questo caso verso uno specifico Ente. Un metodo semplice con cui poter sperimentare è riuscire a restare concentrati sul sigillo del Demone durante la masturbazione ed infine visualizzare lo stesso orgasmo come una luce bianco/azzurra che dal vostro organo genitale raggiunge il sigillo stesso, pervadendolo e caricandolo. Le prime volte potrebbe essere molto difficile non distrarsi, spesso le persone impegnate in atti onanistici finiscono per cedere alle fantasie erotiche, ma in questo caso dovete saper mantenere la mente sgombra e restare saldi sulla visualizzazione del sigillo.

GESTA E IMPRESE: Se c’è un buon modo per omaggiare gli Dei è proprio il renderli orgogliosi di noi. Bellissimo donare della frutta, del buon vino, dell’incenso… ma nulla può battere una dimostrazione di valore. Satana e i sacri Demoni si sono impegnati per noi, hanno lottato per la nostra evoluzione, pertanto dimostrare che siamo degni dei loro sforzi è senza dubbio un dono meraviglioso che possiamo fargli. Un esempio di impresa con cui onorare gli Dei è il porsi un obbiettivo e raggiungerlo. Potremmo ad esempio decidere di porci delle sfide, come scalare una montagna, correre per tot chilometri, imparare una nuova arte o raggiungere dei traguardi importanti nella nostra vita. Non pensate però che tali prove debbano essere dei colpi di testa, fatti alla carlona senza un minimo di criterio. Se ad esempio sceglieste di correre per chilometri e non siete allenati, non servirebbe a nulla imporsi una maratona di venti chilometri in un giorno. Le vere gesta sono imprese che richiedono tempo, studio, fatica, costanza. Sempre per restare sull’esempio della corsa, non dovreste sbrigarvela in un giorno facendo una follia, ma dovreste semmai organizzarvi per bene, crearvi un programma di settimane o mesi in cui stabilire le varie tappe e obbiettivi giornalieri. Solo così, facendo un vero e proprio percorso, la vostra impresa avrà un valore, perché in quella fase sarete cresciuti, avrete sfidato i vostri limiti e ne uscirete migliorati. Esattamente ciò che gli Dei si aspettano da noi. Idem per scalare una montagna: non ci si improvvisa scalatori, dovreste studiare, addestrarvi, afferrare lo spirito stesso dell’impresa e poi finalmente cimentarvi in essa. Per chi invece non gradisse troppo le prove fisiche, esistono anche quelle mentali. Se per esempio foste insoddisfatti del vostro corpo potreste decidere di impegnarvi in una dieta sana, oppure se foste abituati a consumare droghe, fumo o alcol in eccesso, potreste decidere di porvi come obbiettivo di smettere e dedicare la vostra impresa agli Dei. Ovviamente non servono fioretti e cose simili, a meno che la rinuncia a quella cosa non rappresenti per voi una sfida con cui volete mettervi alla prova. Se invece il fioretto dovesse essere inteso solo come “sacrificio da donare agli Dei” sappiate che questi non godono in alcun modo delle nostre sofferenze e rinunce, quindi non avrebbe alcun senso. Donate agli Dei la vostra gioia, la vostra soddisfazione, la vostra vittoria! Questo ha senso, da un punto di vista satanico. Il sacrificio ha valore solo se lo compiamo ai fini dell’abnegazione, per raggiungere i nostri scopi, ma se è mero masochismo non ha invece nessun senso. Concepite le vostre gesta ed imprese sulla base della sfida: tutto ciò che appare come tale e può migliorarvi come individui è sicuramente un ottimo modo per onorare Satana e gli Antichi.

TRIBUTI MIRATI: Per tributi mirati mi riferisco a quegli omaggi che sapete per certo essere graditi ad uno specifico Nume. Il mio Guardiano, ad esempio, è legato al Lupo e al Corvo, pertanto quando trovo oggetti connessi a questi due animali glieli dono sempre. Anni fa vidi in un negozio una raven mask, maschera che Lui stesso spesso indossa, e così la comprai per porla sul suo altare. Allo stesso modo recentemente ho trovato una piuma di corvo e gliel’ho offerta. Lo stesso discorso si potrebbe fare con il cibo, gli incensi e le candele, qualora sapessimo cosa un dato Ente gradisce maggiormente. I tributi mirati possono essere fatti solo quando si conosce bene l’entità, quindi all’inizio vi sarà più facile con il vostro Guardiano ed eventualmente con la Madre e con il Padre. Lo stesso discorso però può essere fatto anche con i nostri Avi defunti: se aveste dedicato un piccolo altare ai vostri morti e sapeste che da vivi amavano certe cose, potreste offrirgliele come tributi mirati.  

ONORIFICENZE: Per onorificenze s’intende una dedica. Alcuni ad esempio creano progetti ed iniziative dedicandoli ad un Nume. Anche dare il nome della Divinità ad un luogo di nostra proprietà o magari dedicarle un’opera è senza dubbio un gesto gradito dai nostri Dei. Alcuni Fratelli danno anche ai propri animali e figli il nome di un Dio. Questo è fatto allo scopo di onorare la Divinità stessa ed io concordo che sia così. Allo stesso tempo, però, mi son sempre chiesta, umanamente parlando, come si faccia ad esempio a sgridare i nostri bambini e i nostri amici a quattro zampe utilizzando proprio il nome di un Dio. Della serie, se la tua cagnolina si chiamasse Lilith, come fai poi a dirle “Lilith, cuccia!” o “Lilith, non fare più pipì sul tappeto!”. Idem per un bambino, magari chiamato Lucifero: “Lucifero, metti subito a posto la tua stanza!” o “Lucifero, vieni che ti faccio il bagnetto!”. Insomma, va da sé che sarebbe molto imbarazzante e ci porterebbe a banalizzare troppo un nome che deve restare sacro. Quindi qual è la soluzione? Evitare di onorare gli Dei dando il loro nome ai nostri amati bambini e cuccioli? Secondo me no, possiamo continuare a rendergli onore dando questi nomi importanti a coloro che amiamo, tuttavia forse sarebbe opportuno nella vita quotidiana utilizzare magari dei diminutivi. Se il tuo gatto o figlia si chiamassero ad esempio Lilith, magari nei momenti più confidenziali, chiamarla Lily o Lilly sarebbe più opportuno. Allo stesso modo un Lucifero, chiamarlo Luci, sarebbe sicuramente più appropriato. Non è facile per noi umani, così appassionati e distratti, restare in equilibrio fra sacro e profano, ma credo che alla fine, con il buon senso, si possa fare ogni cosa, basta solo che impariamo a trovare la strada giusta per farlo.

PIANTE E FIORI: Gli Dei amano la natura, essa è il Tempio di Satana. Pertanto non siate avari nell’offrire fiori, saranno sempre graditi. Io ne ho molti finti e hanno unicamente uno scopo decorativo, quindi non sono da considerarsi come Offerte. Per essere considerati tali devono essere freschi. Altro tributo legato alla vegetazione è donare agli Dei una pianta. Non parlo di una pianta comprata ma di una pianta seminata da voi, in un vaso o in un terreno. Omaggiare gli Dei piantando dei fiori, una piantina o addirittura un albero, è un ottimo modo per renderli felici. Non solo perché far crescere qualcosa sarà per voi impegnativo ed educativo, ma anche perché in un mondo così urbanizzato è assolutamente nobile rinfoltire la natura. Piantare un albero è un gesto di enorme valore: non solo per te e per il Dio ma anche per il pianeta e tutta la tua comunità. Piantare un albero significa dare vita a qualcosa che resta, oltre noi. Piantare un albero significare regalare un respiro in più al mondo. Senza contare che ai giorni nostri non siamo più abituati a veder crescere la vita, a lavorare la terra. Vi basti pensare ad esempio alla Ruota delle Stagioni: noi festeggiamo tutti i Sabba ma quando parliamo di semina e raccolto lo facciamo soltanto in chiave simbolica perché non siamo più in grado di capirne il senso concreto, cosa che invece gli Antichi sentivano profondamente. Per capire davvero le nostre feste, gli Avi e gli stessi Dei, abbiamo bisogno di un ritorno alla natura, di riprendere contatto con la terra, di sporcarci le mani e vivere sulla nostra pelle il ritmo delle stagioni, il silenzioso e sempiterno ciclo della vita.

 

Che cosa fare delle Offerte una volta terminato il nostro tributo?


Per quanto riguarda lo smaltimento delle Offerte organiche, solitamente è idoneo ogni mezzo naturale. Smaltite nella natura, che sia acqua, terra, fuoco o aria, a seconda del tipo di Offerta da smaltire, va sempre bene. Quindi potreste depositare le Offerte solide sotto un albero e se vivete in città potreste optare per un grande vaso usato proprio per questo scopo. Altrimenti potreste versare i tributi in un fiume o nel mare, così come anche bruciarli e poi disperderli nel vento. Decidete voi sulla base della vostra abitazione e della vostra situazione familiare. L’unica cosa che vi suggerisco di non fare mai è di mangiare o bere qualcosa che avete offerto agli Dei: se ponete qualcosa sull’Altare è per gli Dei e non potete consumarlo voi. Da giovane per errore lo feci e compresi fin troppo presto che “proprio non si fa”. Fidatevi di me.

Per quanto riguarda lo smaltimento delle Offerte in natura ci stiamo limitando ovviamente a quelle organiche, come cibo e bevande, tutti materiali biodegradabili. Non lasciate in alcun caso candele in paraffina o altri oggetti inquinanti nella natura, a meno che non abbiate creato qualcosa che volete lasciare come omaggio in un luogo naturale a voi caro. Solitamente le opere che creiamo per gli Dei vengono lasciate sull’altare o collocate in qualche zona della nostra casa, ma c’è anche chi, una volta creata l’opera, la distrugge per mezzo del fuoco. Questo perché non tutti vogliono conservare le proprie creazioni e preferiscono godere soltanto di quell’attimo per poi “lasciare andare”. Ciò ricorda molto la pratica dei mandala di sabbia orientali, creati con grande fatica e poi distrutti una volta terminati. Queste sono scelte del singolo Praticante. Io ad esempio sono solita conservare le mie opere ma consiglio a tutti di provare almeno una volta l’esperienza della distruzione: create qualcosa con impegno e dopo, senza nemmeno farne una foto ricordo, distruggetela. So che sembra sciocco e anche abbastanza doloroso ma è un ottimo esercizio sinistro che insegna la capacità di distaccarsi dal materiale: ciò che hai creato resta comunque dentro di te.

 

Conclusioni


Spero che queste informazioni possano esservi state utili e che abbiate potuto apprezzare il sistema dei cinque sensi per aiutarsi a ricordare tutti gli elementi utili alla creazione di un altare. Mi auguro che chi ha già un suo Altare Satanico possa aver trovato nuovi spunti e che chi invece ancora non ne ha uno si senta incoraggiato a farlo. Alcuni Satanisti non ritengono l’altare fondamentale e in un certo senso hanno ragione: noi siamo templi e altari viventi, un Satanide genuino nei fatti basta a sé stesso. D’altro canto quei Satanisti che oggi per scelta hanno deciso di non tenere più un altare sono anche persone che comunque hanno provato ad averlo, hanno sperimentato ed infine hanno deciso di non averne più bisogno. Il mio consiglio è dunque quello di sperimentare, di non precludervi niente, di capire sulla vostra pelle chi siete e cosa fa per voi. Fare l’altare non è soltanto un vezzo, lo ripeto, per quanto certi altari siano visivamente molto belli, il loro valore è ben oltre l’estetica.

Credo che oggi, in quest’epoca super digitalizzata, allestire un altare sia importante più che mai. La maggior parte dei giovani Satanidi che si risvegliano sono cresciuti con i telefonini in mano, tutto ciò che conoscono è spesso in internet. Le informazioni sono in internet, la socialità è in internet e purtroppo molto spesso anche la loro unica esperienza del Satanismo si riduce a internet. Questo è comprensibile ma non è sano se non viene integrato alla vita reale. Esempio banale: molti ragazzi se sentono il bisogno di fare un tributo al proprio Dio si limitano magari ad un post sui social, perché non hanno altri mezzi con cui onorare. E sebbene io sia la prima a usare i social anche per rendere omaggio agli Dei, è altresì indiscutibile che la vita di un Praticante non possa limitarsi al web. Fare un altare, che sia grande o anche mobile, rappresenta il primo passo verso la creazione di un percorso reale. Il Sacro non può limitarsi all’astrattismo, ve l’ho detto, abbiamo bisogno di “toccare la terra”, di sporcarci le mani e sentire il sudore, sentire la vita.

Creare un Altare Satanico è dunque un incentivo a staccare da internet e renderci conto che il Culto non è solo dentro ad un monitor, ma nella nostra vita reale. Ognuno di noi ha bisogno di ritagliarsi dei momenti per stare solo con se stesso, immerso nel Sacro Satanico, a contatto con gli Dei, e avere uno spazio sacro nella propria vita di tutti i giorni può aiutarci a renderlo reale. Non tutti hanno il tempo o l’inclinazione per celebrare tutti i giorni, ma anche solo il sedersi di fronte al proprio altare, recitando delle orazioni o ascoltandole, meditare con della musica che ci trasporta o nel silenzio più totale, anche solo mettersi a spolverare i propri oggetti o riflettere davanti ad una candela, può davvero fare la differenza. Fate entrare Satana nelle vostre vite in ogni modo possibile, lasciate che il Sacro sia presente nella vostra quotidianità e vi sussurri. Satana è un Dio vivo, reale e presente: siate dunque anche voi vivi, reali e presenti.

 

 

JENNIFER CREPUSCOLO

Anno XXII

 

 

 

 

 

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