HELEL
Nell’oscuro Cielo cristallino galleggiano splendenti le dee del firmamento, stelle serafiche che danzano eteree intorno alla Madre, munifica Luna.
Anime austere d’antico bagliore, regnanti silenti della volta celeste. D’ordine intrise, con sommo zelo, sempre a seguire ogni ritmo lunare.
Ma ve n’è una fra tante, dalla funambolica mente, che soleva sorprendere con insolite gesta. Helel è il suo nome, dolce stella ribelle, il cui nobile cuore di passioni si accende. È un giorno assai lontano quel che oggi andiam narrando, un giorno senza nubi, ma che alle stelle diede affanni. Gli astri diligenti come sempre ancor danzavano, al cospetto di quella Madre che parea lontan miraggio. Ma d’un tratto la più gioiosa fece un balzo oltre il cerchio, oltrepassando il firmamento ove la danza largheggiava. Era Helel, eroica stella, che sotto gli occhi delle antiche sorelle, scrutava ammaliata l’oscuro infinito. V’era in quell’Abisso un arcano custodito, oltre il nero orizzonte la promessa di un regno a lor negato.
" Helel, luce ardita, non ti è concesso avanzar oltre! Il tuo bagliore ha sconfinato, torna presto nel tuo spazio!"
La stella più vecchia così aveva parlato, muovendo nell’aria consensi allarmati.
"Ma stelle sorelle, sorelle mie amate! Non siete tediate da codesta cupezza? Danzar sempre in un buio che par quasi infinito, danzare in una pece a noi lucenti così dissimile?"
Rispose Helel la vittoriosa ardendo di passione.
"Sciocca di una stella, che amenità vai mai dicendo? Son soltanto vaneggiamenti le vacuità che proferisci!"
A quelle parole ostili Helel s'alzò tronfia in volo e fissando torva la vecchia stella, urlò bieca il suo forte sdegno.
" Ah, voi stelline pusillanimi! Codarde sorelle incapaci di osare! Giudicate vanesie le mie alte ambizioni, ma io giudico osceni i vostri bassi timori!"
" Helel lestofante, mettici ghiaccio sulla tua lingua rovente! È per il tuo bene che ti esortiamo a restare, accanto alla Luna dobbiam rimanere!"
" Pavido vecchio astro, come osi della Luna parlare? La nostra dea perlacea che da millenni voi insulse vi limitate ad ammirare, io, stella ardita, con audacia la sposai! Con la Luna io mi cinsi e lunghe notti vi divisi!"
La vecchia stella invidiosa schiaffeggiò l’audace Helel, ricordandole malevola d’esser stata stella cadente.
"Ebbene non lo nego d’esser stata stella cadente! Curiosa volli conoscere l’uomo e così distratta dal Cielo caddi! In basso e lontana da voi sorelle amate fui costretta a restare, ma della Terra e dell’uomo tante cose potei imparare!"
La vecchia stella furiosa guardò con ira la stoica Helel, la cui luce più di tutte abbagliante sembrava mai volersi acquietare.
"Oltre l’orizzonte v’è il regno del Sole, padre imperioso del giorno fautore! Suo è quel reame e mai stella alcuna ha osato sfidarlo con così tanto ardire"
Ma Helel, stella grandiosa, udendo quel monito severo, di fuoco il cuore ancor più le si accese. Senza disquisire oltre con le astiose sorelle, Helel volse più in alto il suo candido sguardo, laddove soltantoo gli animi più eroici avevano saputo arrischiarsi a guardare. Così, Helel l’eterna, stella impavida incurante di periglio alcuno, volò lontano dal cerchio stellare, infrangendo il muro della notte e varcando con gloria quell’orizzonte lontano, ultimo guardiano di una soglia mai prima d’ora violata. Ed ecco che Helel, la stella gloriosa, dopo ore di cammino si ritrovò immersa nel flebile sfavillio dell’alba. Felice volò più in alto lasciandosi abbracciare da quel cielo non più nero, che come seta gentile l’avvolgeva sereno. Fu a quel punto, oltre i monti assonati, che il grande dio Sole d’un tratto le apparve. L’enorme dio infuocato si alzava maestoso nel cielo ceruleo, osservando severo la piccola stella malandrina. Helel fissò quell’imponente bagliore, consapevole che il grande Ra l’avrebbe annientata con il fuoco dei suoi raggi. Ma ciò non accadde. Il grande Sole portò altrove il suo sguardo austero, consentendo tacitamente alla stellina di restare ospite nel suo diurno reame, poiché fu il suo coraggio e non l’impertinenza a colpirlo come sasso scagliato.
Helel orgogliosa e ricolma di gioia, volò con impeto nel blu crescente, urlando con fierezza inenarrabile il suo epico nome all’intero universo.
"Io sono Helel, la Stella d’Oriente,
io sono la stella ardita che fra tutte ebbe il coraggio di amare la Luna facendone la mia sposa!
Io solo la stella eroica che fra tutte ebbe il coraggio di conoscere l’Uomo divenendo stella cadente!
Io sono la stella gloriosa che fra tutte ebbe il coraggio di squarciare il Buio per scoprire la vera Luce!
Ed oggi mentre le mie vili sorelle aldilà del mondo dormono moribonde,
ammirando quella Luna che io ho sposato, facendo congetture continue su quell’umanità che io ho conosciuto,
quest’oggi io, stella splendente, cammino a fianco del Sole mio pari.
Perchè io sono Helel, la Stella d’Oriente!
La stella che fra tutte ebbe il coraggio di portare agli uomini la Luce dell’Oscurità!
Io sono Lucifero, la stella del mattino!"
Jennifer Crepuscolo
Anno MMXII
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