MAAT
Maat è la dea Egizia della Giustizia e della Verità. Ella rappresenta la Legge Divina, il Dharma, è una Dea antica e pura, che aveva un ruolo fondamentale durante la pesa delle Anime nel Giudizio dei defunti. Anubis, infatti, insieme al Giudice Osiride, aveva il compito di pesare il cuore del defunto per valutarne il livello di consapevolezza e di evoluzione spirituale e il contrappeso del cuore era proprio la piuma di Maat, che rappresentava la Giustizia e la Purezza. Poi Thot, il grande Scriba Divino, aveva il compito di redigere un resoconto che veniva conservato nell'Archivio Karmico Divino.
PRIMO INCONTRO
Conoscere questa Dea è stato per me molto significativo. Ricordo ancora il mio primo incontro con Lei, così profondo e particolare, che tuttora stento ad interpretarlo fino in fondo. Quella notte fu Lei a chiamarmi, in maniera del tutto inaspettata mi portò in astrale, in un luogo bellissimo, così ricco di odori e dettagli, da essermi sembrato quasi conosciuto da sempre. Mi ritrovai su di un ripido colle, l'erba era di un verde rigoglioso, come i prati inglesi e un fine velo di rugiada li rivestiva, bagnandomi le caviglie. Il cielo era azzurro ceruleo, come quando è l'ora del crepuscolo, appena dopo il tramonto, fra il giorno e la notte e stranamente non vi era una sola luna, ma ben quattro. O forse tre, su questo non ne sono sicura, è un dettaglio che mi è sfuggito.
In cima alla collina sorgevano quattro colonne bianchissimi, sembrava come la struttura di un piccolo tempio, ma non vi era né pavimento, né tetto, solo quattro imponenti colonne. Incuriosita avanzai ed andai al centro del piccolo tempio senza pareti, osservavo le quattro colonne altissime e d'un tratto una sorta di idrante partì, creando un gioco di luci e acqua intorno a me. Non toccai questa sostanza, ma sembrava proprio un flusso cristallino di acqua, che circolava intorno alle colonne con un flusso rotatorio molto simile al movimento toroidale, era come un'onda che circondava il piccolo tempio. Nell'acqua si rifletteva una sorta di arcobaleno, era come un diamante che luccicava sotto un sole che non c'era. Stupita osservai meglio oltre la coltre d'acqua luminosa e colorata e vidi che sotto ogni luna si apriva una sorta di realtà parallela in cui io mi riconoscevo sotto incarnazioni differenti, erano forse vite passate, non ne distinguevo i dettagli, ma sapevo che ero io, mi appartenevano. Poi la vidi.
Era lì, accanto alle colonne del tempio, aveva un abito rosso scuro e i capelli scuri, con riflessi rossi. Nella testa sentii un nome: Maat. Ricordo i suoi occhi profondi e pensai che erano occhi troppo maturi per un volto così giovane. Era impossibile darle un'età, poteva essere una madre, ma anche una figlia. Una donna o una fanciulla. O forse era entrambe le cose. O magari nessuna delle due. Non riuscii a dire niente, era tutto troppo reale, tutto troppo strano, sapevo che ogni mia parola o azione sarebbe risultata goffa e inappropriata al cospetto di così tanta grandezza. Anzi, il termine più adatto sarebbe Pienezza. Maat, infatti, mi trasmise una sensazione di pienezza, di completezza, sapevo che era una creatura completa, piena e non come noi umani spesso vuoti e incompleti, divisi a metà, limitati. Poi di colpo mi risvegliai e mi sentivo talmente stanca che non ebbi nemmeno il tempo di riflettere sull'accaduto. Semplicemente, mi addormentai. O forse, ripensando al modo in cui crollai, è presumibile che fossi svenuta. Ero stravolta. Il giorno dopo una sorella venne da me e mi chiese cosa ne pensassi di un certo testo che aveva per caso trovato sulla rete. Mi passò il link e per curiosità gli diedi un'occhiata. incredibile! Parlava di Maat! Era il quarto capitolo di un libro chiamato Liber AHBH scritto da Frank G. Ripel, noto autore di libri esoterici. Leggendo quel testo rimasi sorpresa poiché in alcuni passi la Dea Maat parlava di un luogo davvero molto simile a quello del mio recente viaggio astrale.
Eccovene alcuni stralci:
"Abbatti le porte, solleva le Colonne, sorgerà il mio Tempio, la mia Casa, l'Eone di Maat."
E fin qui potrebbe sembrare molto casuale, infondo parla solo di colonne in maniera generica.
"Scopri la Montagna. Erigi quattro Colonne, ma non tentare di scalarla. Con la forza dell'Amore ti ritroverai in cima alla Montagna, ma la vetta non esiste e sarai solamente tu e il Nulla sorretto dalle quattro Colonne."
In questo passo le colonne diventano quattro e sono sulla vetta di una montagna, anche se nel mio caso, seppur fossero poste molto in alto, pareva più un colle poiché era molto verdeggiante.
"Al di là degli Arcobaleni di Luce, le Colonne segnano l'inizio e la fine di due realtà, il passato e il futuro."
In questo passo ammetto che i miei occhi erano sgranati. Cita gli arcobaleni di luce, che io vidi riflessi in quell'acqua che vorticava intorno alle colonne ed inoltre parla di realtà passate e future, cosa che colsi osservando attraverso la coltre d'acqua vorticante, vedendomi proiettata in altre esistenze.
"Separa la tenebra dalla luce ed entra nell'Orizzonte del Tramonto. L'Orizzonte è una Città, lì si trovano gli Dei."
E anche questo mi colpì poiché nella mia visione il cielo era crepuscolare, fra tenebra e luce. Dopo il tramonto appunto. Questo testo mi colpì molto, ma non trovai accenni sulle quattro lune. Ve lo riporterei tutto, ma non vorrei violare i diritti di autore, comunque in rete lo potete trovare facilmente. Dopo questa esperienza, comunque, mi legai molto a Maat, volevo approfondire questa preziosa conoscenza e così la contattai diverse volte, anche attraverso il metodo dei Sigilli Onirici e, anche se per riserbo eviterò di esporre pubblicamente tutti i suoi messaggi, posso affermare che questa grande Dea mi ha aiutata molto, dimostrandosi una Guida saggia che mi ha arricchita di importanti insegnamenti e consigli. Anche se non è facile comprendere i suoi messaggi poiché è una Dea molto enigmatica e taciturna, a volte per insegnarti qualcosa tende a volertelo mostrare attraverso i suoi occhi, facendoti vivere il messaggio stesso direttamente sulla tua pelle, conducendoti attraverso strade buie etalvolta ardue, per farti arrivare alla Luce.
SECONDO INCONTRO
Un altro episodio che voglio raccontarvi è abbastanza recente, risale a qualche settimana fa. Devo premettere che io ho sempre avuto grosse difficoltà nell'ipnosi regressiva. Sono una persona testarda e pertanto ho raggiunto successi con l'astrale, la trance, i contatti spirituali, ma sulla regressione a vite precedenti, mai nulla. Ogni qualvolta tentavo la regressione, venivo fermata da qualche entità che pur non essendo ostile, mi bloccava il passaggio. Non ho mai capito con esattezza il perché non riuscivo o non potevo scoprire chi fossi in altre vite, tuttavia son sempre stata una persona odiosamente cocciuta e così, finalmente, qualche settimana fa riuscii a raggiungere un risultato. L'ipnosi regressiva riuscì e non fui ostacolata nel passare oltre lo Specchio. Lo attraversai e mi ritrovai in un luogo molto strano. Era completamente disabitato, c'era solo un cielo pesante e cupo, con un colore inquietante, fra il rossiccio e il viola, mentre il terreno era arido, desertico, di un marrone scuro tendente al rosso. Era un luogo buio e rossastro, non vi era anima viva ad eccezione di qualche strano cane selvatico, che correva emettendo latrati strani. Ciò nonostante non mi attaccarono, correvano chissà dove emettendo suoni angoscianti. Mentre mi continuavo a domandare cosa diavolo potessi essere stata in una precedente esistenza per ritrovarmi in un posto così irreale, vidi comparire al mio fianco il mio Guardiano Astrale, un'entità, che come vi ho accennato nell'articolo sui Sigilli Onirici, non conosco ancora poiché ha sempre il volto coperto e non parla mai. Potrebbe essere un Dio che già conosco, come Andras o Buer, o magari un altro ancora che non conosco. Non lo so davvero, ma mi ha salvata spesso e gli sono molto affezionata.
Mentre lo guardo Egli indica verso un punto indefinito del cielo purpureo e di colpo vi si apre uno squarcio luminoso, quasi come se fosse un taglio vero e proprio sulla volta celeste. Io avanzai incerta verso quel passaggio luminoso, ma sono sincera, ne ero un po' spaventata. Mi fermai, c'era un silenzio atroce, ad eccezione di una brezza violenta che ogni tanto mi scontrava, portandomi al naso odori che non conoscevo. Era un vento strano perché, nella sua furia, a me faceva pensare alla vita, in quel momento ne osservai il passaggio e guardando a terra mi aspettavo quasi che laddove passasse sarebbe cresciuto magicamente qualche germoglio. Ma non accadde. Il Guardiano Astrale avanzò verso di me e continuò ad indicarmi impaziente il buco nel cielo, ma io non volevo entrarci, così gli cinsi le gambe, (è molto alto, io gli arrivo circa sotto l'ombelico). Il Guardiano però mi spinge via e rimasi sorpresa nel costatare che in quell'aria si poteva quasi galleggiare, planai lontana da lui lentamente. Come se fossi sulla luna. Lui indicò di nuovo il buco che si restringeva ed io mi contrirsi ad entrare in quella luce azzurrognola, ritrovandovi… indovinate dove? Nel colle di Maat! Appena arrivai non vidi più alcun buco nel cielo, come se non ci fosse mai stato. Il cielo era sempre fra il giorno e la notte, l'erba sempre virente e in alto le colonne svettanti di un bianco perlaceo.
Feci per raggiungere la sommità del colle, ma Maat, sdraiata a terra, con un abito sta volta bianco, mi afferrò per un braccio tirandomi accanto a Lei. Stavo sdraiata sull'erba rorida guardandola negli occhi e ho creduto di morire. Maat ha degli occhi molto profondi e in quel momento pensai che se li avessi guardati troppo a lungo sarei caduta nell'Abisso. Non posso descrivere quella sensazione, mi sentivo quasi paralizzata. Era troppo. La Dea non disse niente, solo mi fissava, la sua espressione era indecifrabile. Da un lato ero imbarazzata e a disagio trovandomi a terra sdraiata accanto a quella splendida Dea, dall'altra parte avevo voglia di stringermi a Lei, nascondermi nel suo ventre e non uscirne mai più. Poi d'un tratto mi sentii come tirare indietro, come se avessi un cordone ombelicale attaccato al contrario, una molla che era scattata e mi faceva tornare di colpo indietro, nel mio letto, a casa mia. Inutile dirvi come ogni volta che si conclude un'esperienza simile, io senta la vita quotidiana terribilmente insignificante e banale. Dopo viaggia strali o esperienze con gli Dei tornare mi fa quasi venir voglia di piangere. Non fraintendetemi, io amo la vita, ma in quei momenti, il pensiero di mangiare, dormire, guardare la tv, sembrano tutte cose prive di senso. È una sensazione strana, che solo chi ha viaggiato oltre questa dimensione, potrebbe capire veramente. Non so bene come interpretare questa esperienza, doveva essere un'ipnosi regressiva, ma non credo di aver visto qualcosa di una mia vita passata, ma ne sono ugualmente soddisfatta poiché ho potuto rivedere la mia amata Maat. Tuttavia dovrò approfondire l'essenza di questo viaggio decisamente strano.
IMPRESSIONI PERSONALI SULLA DEA
Come posso parlare di Maat senza rischiare di contraddirmi continuamente? Perché in effetti è questo ciò che provo quando la incontro, sensazioni sempre ambivalenti, contrastanti. Sento Maat come una Dea terribilmente eterea, soave, immateriale, che quasi sarebbe sacrilegio anche solo sfiorare, ma al contempo ci sono momenti che la percepisco in maniera differente, in maniera materna, reale, carnale e vorrei semplicemente stringermi a lei e non dover più pensare a nulla. Tornare quasi nel grembo materno, tornare una bambina che non deve per forza pensare e misurarsi con le sfide del mondo. E in parte Maat è davvero tutto questo, è sia la Dea eterica e distante, che ti pone sfide oscure e difficili, ma è anche la madre materna e vicina che ti culla quando senti bruciare le tue ferite.
Un'altra cosa che percepisco di questa grande Dea è la sua immensa Potenza. È una Dea capace di distruggere il mondo con un battito di mani, ma allo stesso tempo appare così fragile, minuta, soave, leggera, che mai e poi mai potresti comprendere come tanta Forza possa essere contenuta in una creatura così delicata. Ma questa è la Forza di Maat. Maat è Amore, una forza oggi molto sottovalutata. Se si parla di amore si pensa all'amore cristiano, quello scontato, che si dona a tutti, quello che fa pensare alle persone un po' troppo buoniste, un po' troppo sdolcinate e infantili. Ma quello non è l'amore reale di cui parlo. Per forza dell'amore si intendo la forza della Resistenza. La resistenza che rende capaci i cuori puri di affrontare l'oscurità senza tuttavia restarne contaminati. La resistenza delle anime coraggiose e nobili d'animo che sono in grado di affrontare ogni sfida senza mai spezzarsi, senza permettere al dolore di avvelenare il loro cuore.
Maat è la forza dell'Amore, un amore vero noi stessi, verso chi ci cammina a fianco, verso il nostro cucciolo di casa, i nipoti, i figli, le madri, i padri. L'amore che si prova verso una passione, come l'arte, la danza, gli ideali, gli Dei. Maat è la forza della Resistenza, che porta anche la creatura apparentemente più fragile, a superare ogni sfida, a dissipare ogni tenebra, pur di mantenere vivo quell'amore che ha nel cuore, che lo porta a sperare e lottare nonostante il buio, la paura e il dolore. È la fiamma che resta accesa anche quando tutti cercano di gettarci secchi di terra ed acqua sporca. Se dovessi descrivere Maat in un'immagine, parlerei di una bambina minuta, con i piedini scalzi, che avanza in una grande caverna buia, balzando di roccia in roccia, graffiandosi i piedini, superando uomini rozzi e vili che ridono e sbraitano nella loro immobilità ristagnante, mentre felici e inconsapevoli costruiscono le loro case su sabbie mobili. Ciò nonostante la bambina avanza, anche quando la schermiscono, la gettano a terra, la ostacolano. La bambina si rialza sempre e nonostante le lacrime riesce a ritrovare il sorriso ad ogni passo avanti. E alla fine la bambina, stanca e sanguinante, arriva in cima alla Grotta delle Ombre e ritrova la Luce, ritrova Maat, sua madre, sua Dea.
Tuttavia Maat, che è la Madre che salva la bambina, è anche la bambina stessa. Credo che non bastino esempi, per quanto allegorici, per raccontare ciò che percepisco di questa grande Essenza antica, di questa Reale Dea portatrice di Giustizia e Verità. Tuttavia posso dire che da semplice essere umano in cammino, sono ben felice ed onorata di averla conosciuta e sapere i suoi occhi su di me, di tanto in tanto, mi dà la forza di superare ogni ostacolo. Maat è decisamente la mia musa ispiratrice.
Jennifer Crepuscolo
Anno MMXII
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