SAMAEL
Come nel caso di Satana anche Samael si presta a diverse interpretazioni etimologiche. La versione ebraica associa Samael a Sam'Ha'El, letteralmente “castigo di Dio” o “veleno di Dio”. Secondo la religione giudea, nella tradizione talmudica e post-talmudica, Samael è un arcangelo con il ruolo di accusatore, seduttore e distruttore, tutte prerogative che ritroviamo anche nell’ebraico Satan. Samael viene anche definito l'Angelo Punitore in quanto è colui che amministra la giustizia divina, inflessibile nel suo compito. Samael è menzionato tra gli "angeli del giudizio" anche negli Oracoli Sibillini 2:215. La tradizione astrologica gli attribuisce tutte le peculiarità tipiche di Marte, come la forza, la combattività, il coraggio, la decisione, il movimento. Samael osserva e soppesa le azioni dell’uomo, sa leggere nel suo cuore ed aiutarlo a superare i suoi limiti e nodi interiori. Non a caso è anche definito il "Signore del Karma” e da lui dipendono le nostre incarnazioni future, poiché stabilisce quali saranno le prove da riproporre agli umani degni di proseguire il proprio cammino verso l’ascensione. Ritengo che queste ulteriori caratteristiche possano collegarlo anche al pianeta Saturno, non a caso considerato insieme a Marte uno dei pianeti “malefici”, ovvero influssi oscuri e potenti che volgono al metterci alla prova. Nella Cabala, infatti, Samael oltre a essere considerato capo dei Demoni, è anche l’essere divino che presiede il Teḳufah, cioè il Solstizio d’Inverno, notoriamente legato a Saturno. Noi stessi Satanisti celebriamo la festa del Dio nel periodo dei Saturnali e del Solstizio d’inverno, Yule.
Samael è conosciuto anche come Sammael e Samil, e viene citato per la prima volta nell'apocrifo libro di Enoch, dove viene incluso fra gli angeli che si unirono alle donne umane, ribellandosi a Dio. Egli fu quindi uno dei Vigilanti, (gli stessi “controllori” citati nella teoria etimologica di Satana del Semerano che potete ritrovare in “Definirsi Satanisti fra etimologia e significato”). I Caduti che conosciamo in Enoch col nome di Vigilanti sono coloro giudicati colpevoli da Yahweh per aver dato Sapere all’uomo, mito trascritto poi allegoricamente nella Genesi Biblica, dove il serpente tenta Eva offrendole il frutto proibito della conoscenza. I Caduti sono considerati rei per essersi opposti a Yahweh quando quest’ultimo dichiarò impuro l’amore fra uomini e Dei, condannando la loro discendenza, ossia la razza Nephilim, in Enoch conosciuti come i Giganti. Non a caso, per restare in tema di Genesi, secondo alcune tradizioni Samael è associato al serpente dell’Eden, colui che scelse di aprire gli occhi all’essere umano, di offrire la luce divina della conoscenza e consegnarla all’uomo, gesto che porta subito alla mente miti luciferini come il furto dei Me della dea Istar, il ratto del fuoco di Prometeo e persino il trickster Raven (Dio Corvo) dei nativi americani, tutte storie che ci raccontano di come un Ente ribelle abbia rubato la luce e la conoscenza divina per consegnarla all’uomo. E sempre a conferma della connessione fra Samael è il serpente vengono in nostro aiuto le traduzioni greche, dove Samael viene chiamato anche Sammane o Samiel. Con quest'ultimo nome in particolare viene citato dal padre della Chiesa Ireneo di Lione, riferendosi a lui quale oggetto di culto degli Ofiti, detti per l’appunto “Adoratori del Serpente”.
Samael è collegato anche alla Sapienza, al latte sapienziale che sgorga dai seni dell’Albero della Vita, e questo concetto se unito al suo ruolo di giudice e punitore, ci comunica che Il Sapere offerto da Samael è nei fatti il più atavico e profondo, ossia la conoscenza di noi stessi, oltre le paure, i nodi e i nostri limiti. Un’altra teoria etimologica vedrebbe non a caso nel nome Samael il governatore della terra, la luce della materia, la Sapienza, ossia SAM , che significa luce; A, femminilità o materia; EL, Dio. La produzione del fenomeno della vita nel regno della materia viene infatti attribuita all'opera di Samael. E non so voi ma questa etimo del nome Samael mi ha subito riportato alla mente la parola sanscrita Sattva, già incontrata precedentemente nell’analisi etimologica della parola Satana nel sanscrito. Sattva, se ricordate, era una delle tre qualità costitutive della materia, ossia la Saggezza, la Sapienza, elemento a cui Samael è associato e Sattva significa appunto “luce della creazione”, la luce che penetra nelle tenebre vergini per creare, la luce spirituale che pervade la stessa materia.
Occorre aggiungere che Samael è conosciuto anche come angelo della morte, abbreviato con le lettere ebraiche (ma anche fenice e aramaiche) Samekh Mem. La lettera Samech incarna l’archetipo del serpente e il quindicesimo arcano dei tarocchi, il Diavolo. Essa viene anche associata al pentacolo rovesciato e alla Coagulazione, elemento chiave della creazione nella materia, la luce che penetra nel buio, il seme che feconda la terra. La lettera Mem è invece al contrario fluidità, la parte acquea, la parte femminile che riceve il seme, è ciò che Solve e che riporta la materia al suo stato originario di pura energia. Essa è femminile e incarna il tredicesimo arcano dei tarocchi, la Morte, intesa come stato di nigredo e conseguente trasformazione. Anche in questo caso quindi, Samech Mem ci parla di una dualità di cui il Dio vive, fatta di luce e buio, solvere e coagulare, ordine e caos.
Ultima etimologia da ricordare legata a Samael è quella di Sama’El, ossia il “dio cieco”, che nel tardo ebraico diventa Sar Suma, ossia il Principe Cieco e che prende il nome di Arconte e Dio Cieco nel misticismo egiziano. Il Dio cieco fa subito pensare ad entità come Pluto, Odino, che perse un occhio per ricevere illuminazione e trascendere la morte e l’Azathot di Lovercraft, entità del caos primordiale generatore. Secondo la tradizione ebraica invece troviamo un riferimento in Deuteronomio Rabbah 11, dove viene attributo a Mosè il merito di aver accecato Samael. Per gli gnostici invece l’appellativo di cieco nei confronti di Samael era in realtà un dispregiativo, cieco poiché incapace di vedere la verità al punto tale da sentirsi al di sopra di Dio e definirsi egli stesso Dio. Nello gnosticismo Samael era raffigurato simbolicamente come un serpente dalla testa di leone. Questa è ovviamente una visione molto cristiana, dove la superbia è condannata e dove ogni altro dio è erroneamente un sottoposto di Yahweh. Altra teoria per l’appellativo cieco ci arriva dalla tradizione di Enoch, ossia “cieco poiché l’amore rende ciechi”, una sottile accusa per essersi innamorato di un essere umano. Infine il termine cieco è stato collegato al suo ruolo di giudice, dato che la stessa Giustizia nell’iconografia è rappresentata come dea bendata al fine di illustrarne l’imparzialità. In seguito la cecità di Samael venne assimilata anche dagli illuministi, i quali essendo fondamentalmente atei, identificano il divino come un’energia archetipica che agiva in maniera del tutto casuale. Secondo altre fonti meno note la simbolica cecità di Samael è semplicemente legata alla sua permanenza nelle tenebre, egli vive nel buio e nulla vede ma tutto crea, immaginando.
Su Samael credo che abbiamo raccontato già molto, ma voglio aggiungere che personalmente trovo delle connessioni anche all’accadico Samas, ovvero il sumero Utu, e non solo per l’assonanza fra i nomi ma anche per alcune peculiarità. Samas era infatti un Dio solare, la parte luminosa del sole, così come Nergal ne incarnava invece l’aspetto oscuro, stesso discorso che facevano presentando Satana e Lucifero come due aspetti differenti ma complementari. Occorre poi aggiungere che secondo alcuni Satanisti, Samas sarebbe direttamente collegato al Principe Azazel, anche lui casualmente dio guerriero e aspetto radioso del sole, contrapposto a Sorath che invece come Nergal patrocina al Sole Nero. Samas è come abbiamo detto un dio solare, un dio guerriero, un dio della giustizia preposto a giudicare gli uomini e gli stessi Dei, e di Notte diveniva anche giudice degli Inferi. Samas, come Samael e Satana, ha inoltre un ruolo di Guardiano della Soglia, poiché secondo la tradizione accadica egli poteva essere evocato per aprire l’accesso all’altro mondo.
Voglio anche aggiungere una mia idea personale sull’etimologia di Samael, collegandomi direttamente al celtico SAM e MAEL, dove Sam corrisponde a Luce, (stessa radice ad esempio di Samhian, che indica appunto la fine dell’estate, la fine del periodo di luce annuale e Mael, ossia Principe, Signore. In tal senso Samael sarebbe principe della luce, signore luminoso, il che ci riporta al concetto stesso di Lucifero.
Abbiamo sviscerato notevolmente il significato del nome Samael, analizzando la sua figura, e ad oggi sappiamo che dal periodo amorreo in poi, Samael diventa il nome principale di Satana nel giudaismo. Per la maggior parte dei Satanisti Samael e Satana sono dunque la stessa entità, mentre secondo altri studi Samael sarebbe invece un Demone che ha scelto di cadere insieme a Satana.
Una mia personale ipotesi, ancora abbastanza debole ma comunque curiosa, è che Samael sia il primo Nephilim, ossia il primo figlio fra un Caduto e l’essere umano, letteralmente il veleno di Dio inteso come il seme del “diavolo”, seme del peccato. Non a caso nell’Apocalisse apocrifa di Baruc, Samael viene chiamato Sammuel, e viene raccontata la storia di quando egli piantò la vite che causò la caduta di Adamo, e sappiamo bene come sia forte il collegamento fra il racconto biblico del peccato originale e la creazione della razza Nephilim, da cui discende appunto il ceppo indo-ario, ossia i Gentili. E se ben ricordate, secondo gli gnostici Samael era rappresentato per metà serpente e per metà leone, caratteristiche molto simili alla famosa Chimera dei Greci (che però in alcune versioni oltre al serpente e al leone include la capra, altro simbolo legato a Satana). La Chimera era per altro figlia di Tifone, antico Dio infero molto temuto dagli Dei Olimpici e la cui casa era collocata negli Inferi (precisamente sotto la terra nei pressi del vulcano Etna in Sicilia) e Echidna, entità con corpo di donna nella parte superiore e serpente in quella inferiore. In generale possiamo dire che figure femminili con coda di pesce o di serpente son da sempre legati al mondo ctonio, alle dee dell’oltretomba, ma anche alle semplici sirene, in certi miti definite tali proprio per essere state done umane che si sono congiunte a un Dio. Tifone, poi, viene rappresentato con un braccio che va verso l’alto e uno verso il basso, proprio come nel caso del celebre Baphomet. Tifone e Echidna vengano pertanto definiti il padre e la madre dei mostri, tutte creature mitologiche della tradizione ellenica che comunque avevano un qualche legame atavico con l’antica figura del Serpente, noto nella tradizione biblica come “tentatore” di Eva. Non dimentichiamo inoltre che la stessa Lilith veniva chiamata la madre dei Demoni così come ad esempio Echidna era appellata come madre dei mostri. Piccole coincidenze che però magari possono esservi utili nella vostra personale ricostruzione.
Curiosamente poi, ho notato che a Samael vengono associate caratteristiche che ho riscontrato anche nel mio Guardiano, essendo collegato come abbiamo detto a Marte, ma anche alla guerra, al rosso, al lupo e al montone, e da sempre ispira i condottieri impugnando la spada della giustizia. Samael era inoltre ritenuto il Patrono dell'Impero Romano, così come Michael è sempre stato identificato nel protettore del popolo di Israele e della Chiesa Cattolica. Questo è un dettaglio curioso se si pensa che la stessa parola Gentile deriva dalle Gentes romane, i nobili pagani dell’Impero. L’iconografia classica mostra spesso Satana e Michele come avversari, illustrando Michele nell’intento di schiacciare a terra Satana, esattamente come le religioni di Yahweh hanno cercato di schiacciare i Gentili.
Jennifer Crepuscolo
Anno MMXVIII
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