LA VERA NATURA DEI DEMONI
“Noi Demoni tutto osserviamo e tutto penetriamo. Voi ci odiate ma siete affascinati da noi, vi illudete di avere potere su di noi ma per noi ciò è indifferente. Noi serviamo degli scopi più alti, noi scrutiamo e mettiamo l’uomo davanti ai propri limiti. Noi diamo voce e corpo ai demoni interiori di ogni uomo, di qualunque natura essi siano, ma noi non spaventiamo chi sa osservarci e darci la giusta riconoscenza.” – De Umbrarum Regni Novem Portis.
La figura del Demone nella Storia
Comincio questo articolo avvalendomi di un estratto di un altro mio vecchio testo, ossia Definirsi Satanisti – fra Etimologia e Significato:
DEMONE: “Dal greco DAIMON, genio sovrumano, che in principio non può aver avuto mai, come in seguito, sinistro significato”.
Così recita letteralmente la citazione tratta dal dizionario etimologico. Continuando:
“Indi la greca voce, come avviene in genere delle divinità di una religione antica, cui si sostituisce la nuova, prese il significato di genio dannoso, funesto”.
Fin qui veniamo semplicemente informati di ciò che da sempre sappiamo, ossia che anche il termine Demone aveva in origine un significato positivo e solo in seguito all’avvento delle religioni abramitiche assume un valore negativo. Ed ecco quindi che l’aggettivo greco DAIMONIOS prese diversi significati molto diversi fra loro, come ad esempio “misero”, “tristo”, “pessimo”, ma anche “divino”, “venerabile”, “ottimo”, “beato”. Ma andiamo avanti sempre riportando direttamente dal dizionario etimologico:
“In Esiodo son detti Demoni le anime umane dell’Età dell’Oro, le quali avviluppate nell’aria dimorano sopra la terra, osservano le azioni degli uomini e li difendono”.
Come possiamo chiaramente vedere i Demoni anticamente non erano considerati incarnazioni del male, bensì spiriti benefici che proteggevano l’essere umano. Altro fatto da considerare è il periodo a cui vengono fatti risalire, ossia l’Età dell’Oro, il Satya Yuga di cui abbiamo già parlato, l’epoca a cui facciamo risalire il Culto delle Origini. Particolare è anche il fatto che si definiscano “anime umane che dimorano sopra la terra”, cosa che in parte conferma un’informazione che mi diede il mio Guardiano quando gli chiesi quale fosse la differenza fra Dei e Demoni. Egli mi rispose che i Demoni erano quelle antiche anime umane che dopo la morte hanno continuato il loro cammino verso l’Ascensione, i nostri stessi Avi. Ma aggiunse che Demone poteva essere anche chi invece sceglieva il percorso inverso, ossia un Dio che decideva di reincarnarsi nel mondo degli uomini. In poche parole Demone è chi vive in una fase intermediaria e diventa pertanto egli stesso un “ponte”, un intermediario fra i mondi capace di unire la sfera terrena a quella divina. Non a caso il dizionario etimologico prosegue dicendo:
“Demoni sono entità che mantengono l’unione fra gli Dei e gli uomini, simili in tal modo ai Lari dei Romani”.
Avete sentito bene? Qui addirittura non solo si mostra il Demone come intermediario fra uomini e Dei, ma viene addirittura definito come chi “mantiene l’unione fra questi”. Ciò non è forse in contraddizione con l’esegesi biblica? Secondo il Cristianesimo, infatti, il Diavolo non è forse colui che separa, colui che divide gli uomini da Dio? Ebbene qui ci viene in soccorso anche August Friedrich Pott, filologo tedesco che fa risalire la voce Demone a DAIO, che, come per Diavolo, significa “divido”, ma che non sarebbe da intendersi come divisore fra uomini e Dio bensì, citando:
“Distributore, dispensatore del bene e del male”.
E questo non può che richiamare alla mente il ruolo dei Demoni come giudici e signori del Karma e dell’Oltretomba. Dulcis in fundo troviamo il filologo orientalista Franz Bopp, il quale ci informa che la parola Demone deriva esattamente come Diavolo dalla stessa radice della voce “Dio”, trovando riscontro nel sanscrito DEVAS e nello zend DAEVAS, “demonio”, ambedue derivanti dalla radice ariana DIV, ossia “Splendere”. Demone, diavolo, demonio, tutti termini che originariamente avevano un significato puro e glorioso e che con il Cristianesimo hanno invece acquistato un significato opposto.
Da questo breve estratto possiamo comprendere che la figura del Demone assume un significato negativo soltanto dopo l’invasione Giudeo-Cristiana su territorio Gentile. In origine il termine Demone era tutt’altro che negativo, esso era semmai più un sinonimo di Spirito e la sua natura poteva essere sia bonaria che malevola. Non esisteva di fatti in antichità una distinzione fra angeli buoni e demoni cattivi, esistevano semplicemente i Demoni, i quali potevano essere sia positivi che negativi. Bene e male però non erano ridotti ad una diade moralistica priva di sfumature, bensì erano osservati sulla base dei tipici tormenti che affliggono tutte le anime, sia incarnate che eteree. Di tale concetto ce ne fornisce un’idea Plutarco, che in Iside e Osiride scrive:
“I Demoni sono dotati di forza sovrumana, anzi sorpassano di molto per estensione di potenza la nostra natura, ma non posseggono, per altro, l'elemento divino puro e incontaminato, bensì partecipe, a un tempo, di una duplice sorte, in quanto ad una natura spirituale e sensazione corporea, onde accoglie piacere e travaglio; e tale elemento misto è appunto la sorgente del turbamento, maggiore in alcuni, minore in altri. Così è che anche tra i Demoni, né più né meno che tra gli uomini, sorgono differenze nella gradazione del bene e del male."
Da questo passaggio di Plutarco possiamo avere un’immagine abbastanza chiara circa la concezione che gli antichi avevano dei Demoni, ossia creature superiori alla natura umana ma non del tutto divine, poiché non del tutto libere dai tormenti che affliggono gli stessi uomini. Degli spiriti evoluti che vivono in una fascia spirituale intermedia fra l’essere umano e la divinità. Ovviamente la definizione di Demone poteva variare a seconda del pensatore che ne parlava, ma resta costante il fatto che essa non avesse mai una valenza recisamente negativa come accade invece nel Giudeo-Cristianesimo. Nell’Antica Roma, ad esempio, erano definiti Demoni i geni personali o famigliari, ovvero quegli spiriti posti a tutela dell’individuo o della sua intera famiglia. Fu proprio dalla figura del Genio dei Romani, il Daimon dei Greci, nei fatti traducibile con Demone Guardiano, che i Cristiani elaborarono i propri “angeli custodi”. I Geni Romani avevano qualità comuni ai Demoni intesi dal Satanismo Originale; essi erano spiriti che portavano l’uomo verso un alto sentire spirituale senza tuttavia stigmatizzare i piaceri della carne, sebbene sempre in virtù del principio romano della Continenza, ossia l’equilibrio e la moderazione oltre ogni eccesso. I Demoni protettori della famiglia erano detti Lari e spesso essi corrispondevano agli spiriti dei propri Avi defunti, i capostipiti della famiglia. Per i Romani questi Geni erano entità molto importanti, venivano onorati come membri stessi della famiglia e dello Stato. Durante i Saturnali, feste celebrate in onore di Saturno e del Sol Invictus, in corrispondenza del Solstizio Invernale, le famiglie erano solite regalarsi reciprocamente statuette e immagini dei propri Lari e tale celebrazione era definita Sigillaria. Nota è ad esempio la figura di Agatodemone, conosciuta dai Greci come Agathodaimon, il cui significato è letteralmente “buon demone”, un’entità rappresentata con fattezze di serpente e che veniva considerata totalmente benefica, portatrice di buoni raccolti e protettrice della casa e dell’intera città. Da tali informazioni non è difficile comprendere che la parola Demone fosse altamente rispettata dai nostri antenati e soprattutto che essa fosse svincolata da ogni odierna accezione morale.
Per alcuni filosofi greci, inoltre, il Demone era considerato anche una sorta di guida interiore, un archetipo vivente del nostro inconscio. Sebbene non sia mai stata troppo incline a sostenere certe visioni “filo-atee”, dove le entità vengono ridotte unicamente a prodotti inconsci, è comunque interessante notare che per alcuni filosofi greci la proiezione del Sé superiore fosse assimilabile niente meno che alla figura del Daimon, il Demone, entità che per altro non aveva affatto il ruolo nefasto del tentatore attribuitagli dal Cristianesimo. Platone in Apologia di Socrate scrive di fatti:
"C'è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco. Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo, la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte."
Questo passaggio è importantissimo, perché mostra una natura demonica tutt’altro che propensa a favorire il male dell’uomo. Platone parla di questa voce interiore come qualcosa che “lo dissuade dal far qualcosa”, qualcosa che implicitamente rappresenta un atto di cui pentirsi, ma soprattutto specifica che “non mi fa mai proposte”, separando così il Daimon da quella figura corruttrice disegnata dalle religioni di Yahweh. Sempre in Platone, nel suo Simposio, troviamo altre informazioni sul Demone, che lo vedono come intermediario fra il mondo terreno e quello divino.
“È demonico ciò che è intermedio fra la divinità e l’uomo. Il Demone ha il potere di interpretare e di portare agli dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli dèi. E stando in mezzo fra gli uni e gli altri, opera un completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo”.
In definitiva possiamo comprendere che per gli antichi i Demoni non erano entità negative, bensì spiriti intermediari la cui finalità era quella di elevare l’anima umana verso il divino. Proprio per questo i Demoni avevano un ruolo centrale nelle prime forme teurgiche e nei culti misterici. La Teurgia, letteralmente “Opera Divina”, era una pratica magica in cui Demoni e Dei venivano evocati al fine di aiutare il Praticante ad evolvere se stesso, accedendo così a conoscenze superiori. Tale pratica arcaica è alla base della stessa Goetia. Quest’ultima, sebbene in origine non avesse niente di disdicevole, è stata infine assimilata dalla mistica Giudeo-Cristiana, rea di averne fatto uno strumento di assoggettamento dei Demoni e dei Numi. La Goetia, arcaicamente, era una pratica fondata sulla Negromanzia, ossia l’evocazione degli spiriti dei morti. Solo in seguito essa venne integrata alla Teurgia, includendo fra le evocazioni anche gli Dei e i Demoni, gli Spiriti Ascesi. Gli Occultisti moderni tendono a distinguere Goetia e Teurgia sulla base delle entità evocate, associando alla prima gli spiriti demonici e alla seconda gli spiriti celesti. In realtà è una differenziazione del tutto priva di fondamento e basterebbe prendere in esame il pensiero di filosofi come Gamblico e Proclo per rendersi conto che gli antichi teurghi operavano con Demoni e Dei. L’unica vera differenza drammatica che si è creata realmente fra Teurgia e Goetia è semmai che nella prima le entità venivano trattate con rispetto, contattate unicamente per scopi nobili, quali la conoscenza e il miglioramento di sé, mentre la seconda era diventata il frutto corrotto degli Abramitici, impregnata pertanto dall’orrido metodo salomonico, ove le entità vengono dissacrate e abusate soltanto per ottenere benefici terreni ed egoistici.
La figura del Demone nel Satanismo Originale
Abbiamo cercato di analizzare la figura del Demone presso i nostri Avi Gentili e da ciò ne abbiamo dedotto che, prima del Giudeo-Cristianesimo, tale termine non aveva una valenza negativa. Il Demone è diventato un mostro soltanto nel momento in cui le la dittatura religiosa di Yahweh ha voluto imporre l’adorazione di un unico Dio, trasformando così ogni altra Anima Antica, ogni Dio, ogni Spirito, ogni Genio, ogni Daemon, soltanto in un sottoposto del Dio d’Israele. Gli Ebrei fecero un Patto di convenienza con il Dio dell’Oro, un demiurgo che all’epoca non era nemmeno considerato un vero e proprio Dio ma semplicemente uno dei tanti spiriti del deserto. Grazie a quel Patto però Yahweh ottenne tutta l’energia delle preghiere, l’energia dell’Emozione umana, un’energia potentissima che gli ha permesso di accrescere il proprio potere. Allo stesso modo i suoi figli Ebrei e tutti coloro che si sono sottomessi a lui – come i Gentili cristianizzati – hanno ottenuto in cambio potere terreno e ciò spiega l’enorme prestigio materiale che hanno attualmente certe lobby giudaiche e gesuite. La cosa fa abbastanza sorridere se si pensa che amenità come la tentazione, la corruzione e i patti di potere vengono inderogabilmente attribuiti al “diavolo”. Chiunque sappia osservare la realtà non potrà fare a meno di notare che Yahweh si è appropriato di tutte le virtù degli Antichi Dei, scaricando su Satana tutti i suoi peccati. Tale strategia Giudeo-Cristiana prende spunto da un rituale ebraico chiamato Yom Kippur e ne abbiamo già parlato nell’articolo “Gli Illuminati sono Satanisti?”
Questa breve premessa ha lo scopo di mostrarvi la triste realtà in cui si trova a vivere un Satanista, una realtà che di reale non ha più niente, dove la bugia è stata santificata e la verità condannata, dove i Portatori di Luce sono stati confinati nel buio e i peggiori oscurantisti si sono tinti di luce. Io non amo particolarmente la croce rovesciata, perché fin troppo spesso è utilizzata da “satanisti” hypster che riducono il Culto soltanto ad un anticristianesimo da trasgressivi annoiati, tuttavia è innegabile che anche nella banalissima croce capovolta non si possa fare a meno di cogliervi una disarmante verità, una verità sprezzante che ti urla all’orecchio: “Satanide, rovescia quella croce, poiché in verità è tutto al contrario”.
Tutto oggi è realmente contrario, il male assoluto viene chiamato bene, valori bassi vengono innalzati, bugie vengono spacciate come verità “ufficiali”. E noi figli del Dio dell’Anima, ultimi Eredi viventi del Sacro, veniamo pertanto emarginati, condannati, irrisi e temuti. Tale sorte rivive anche nei Demoni, nei nostri Dei, sagge Anime Antiche che per così tanto hanno lottato al nostro fianco e che oggi ricevono soltanto disprezzo, ingiustizia e ingratitudine. Quante volte ho sentito sciocchi indottrinati puntare il dito su Lucifero, definendolo soltanto “un angelo dannato, un angelo cacciato dal Paradiso, un angelo precipitato all’inferno per i suoi peccati”. Caro Cristiano, come spiegare a te che ormai non riesci più a Vedere né a Sentire che quell’angelo è un Dio che si è “dannato” unicamente per proteggerci dalla vera dannazione? Come spiegarti che il fango che gli vedi addosso e che tanto ti inorridisce è in realtà il fango che stava per ricadere su di noi e da cui ci ha protetto? Come farti comprendere che non è mai stato cacciato dal Regno ma che in realtà ha scelto di andarsene, che ha scelto di Cadere proprio per camminare al nostro fianco nel buio, anziché restare a guardarci nella nostra miseria da un trono dorato? E soprattutto come spiegarti che l’inferno in cui Satana vive è l’inferno che noi, giorno per giorno, ci creiamo attorno? Se esiste realmente un male è dentro di noi e l’unica colpa di Satana e dei Demoni è che hanno cercato di amarci nonostante questo, provando ad innalzarci, provando a renderci migliori. Questo è il vero “peccato originale”, il loro spudorato amore per noi. Hanno fatto di tutto per renderci liberi, indipendenti, consapevoli della nostra natura divina, e questo non era gradito da quelle entità come Yahweh che invece volevano mantenere l’uomo nell’ignoranza, affinché fosse più semplice asservirlo e usarlo come bestiame da cui trarre energia.
Uno dei principali significati di Demone è “intermediario” e nei fatti questo è ciò che fa un Demone: porsi come tramite fra il terreno e il divino. Proprio per questo motivo nel Satanismo Originale i Demoni sono gli unici Maestri riconosciuti, Anime Antiche ed evolute che sanno guidarci lungo la Sacra Via. Demone non è pertanto una “natura”, Demone è semmai un ruolo, una funzione. Un Dio che sceglie di guidare un essere umano, ponendosi dunque come intermediario fra il mondo terreno e quello spirituale, è nei fatti un Demone, così come potrebbe esserlo uno spirito minore che adempie alla stessa funzione. Tralasciando però il significato letterale di intermediario, in tal sede voglio concentrarmi sui Sacri Demoni del Culto delle Origini, le Antiche Anime che al fianco di Satana lottano dall’alba dei tempi per la nostra Famiglia. Queste sono le Anime dei nostri Dei e al contempo Essi sono anche i Nostri Avi, i nostri progenitori ancestrali, primi Maestri e primi Custodi della Tradizione Originale. Le loro eroiche gesta hanno viaggiato nel tempo, assumendo sempre nuove forme e nuovi nomi a seconda del culto pagano che le raccontava, ma non hanno mai smesso di sussurrarci un eterno mitologema, colonna portante della nostra stessa memoria genetica. Scavare nel mito significa riscoprire la verità degli Dei Originali, significa scoprire la nostra storia. Siamo un Clade sopravvissuto a tutte le insidie dei Figli del Dio dell’Oro ed è per questo che è nostro dovere continuare a tramandare la verità, per mezzo della parola, dell’arte e dell’esempio.
Queste Anime Antiche, questi Dei, Sacri Demoni, non sono mai stati nemici dell’uomo, bensì portatori di conoscenza e bellezza. Hanno camminato come noi su questa Terra quando discesero, si sono uniti a noi nella carne e nello spirito, generando la nostra Stirpe, il nostro Clade. E ci hanno fornito le basi del Culto delle Origini, le basi della Tradizione Satanide, una tradizione primordiale che fa da cardine ad ogni altra tradizione pagana e stregonesca nata nel corso dei secoli. Tutti i veri Gentili devono le proprie conoscenze a Satana e ai Caduti, i Discesi. La Sapienza, la Magia, la Libertà, tutti i valori in cui oggi crediamo sono eredità di questi Numi discesi, divinità che i Pagani hanno saggiamente onorato e che le religioni di Yahweh, per invidia, hanno invece infangato.
Vi basta vedere come i Demoni vengono oggi presentati dai Media per capire quanto un certo potere abbia giocato sporco: i Demoni vengono descritti come mostri, come spiriti maligni e pazzoidi che possiedono bambine indifese, come corruttori di anime innocenti, come creature oscene e immorali. Se però doveste parlare con persone che come me realmente hanno avuto il privilegio di incontrare un vero Demone vi direbbero che sono esattamente il contrario di come vengono descritti. Il loro aspetto è bellissimo, talvolta è bellissimo in termini prettamente umani, altre volte la loro bellezza è differente, singolare, oscura, ma sicuramente sempre e inderogabilmente austera e capace di mettere chiunque in soggezione. Un Demone è capace di mutare il suo aspetto come desidera, ma ciò che non cambia mai sono i suoi occhi e in essi, posso assicurarlo, è impossibile vedere traccia di bruttezza. Negli occhi di un Sacro Demone esiste solo forza, nobiltà, saggezza, potenza, Vita oltre ogni possibile Morte. Io ho incontrato sia Demoni di Satana che spiriti al servizio del cosiddetto Yahweh e posso assicurare che basterebbe guardarli negli occhi per capire in un istante la reale differenza fra ciò che è Ente e ciò che è Ni-Ente.
Come approcciarsi ai Demoni
La prima cosa da comprendere prima di approcciarsi ai Sacri Demoni è il Rispetto. Gli Dei vanno sempre avvicinati con enorme rispetto e proprio per questo un Satanista genuino mal tollera l’approccio Salomonico che contraddistingue i Grimori della Goetia. Molti credono che il Satanismo sia proprio quello presentato in certi testi salomonici ma in realtà un vero Satanide resta semplicemente disgustato di fronte alla blasfemia di opere simili. I libri salomonici sono stati scritti da magi Giudeo-Cristiani, non da Satanisti, magi Giudeo-Cristiani devoti a Yahweh che però volevano schiavizzare i Demoni per ottenere benefici terreni. Le caratteristiche di un libro salomonico sono principalmente due: opportunismo e diffamazione. In questi testi i Demoni vengono contattati per ottenere qualcosa da Loro, tutto è basato sul principio mercenario del dare e avere e non esiste la benché minima devozione nei loro confronti. Altra caratteristica palese è la volgarità con cui i Demoni vengono descritti, definiti come mostri, come tentatori, come malvagi, o semplicemente come geni della lampada a cui chiedere questo o quell’altro favore a secondo della loro sfera di potere. In questi libri i Demoni vengono rappresentati iconograficamente come esseri orribili, come caricature grottesche, tutto allo scopo di ridicolizzarli. Proprio per tutte queste ragioni i libri salomonici sono in realtà un banco di prova per ogni Satanista: colui che tenendone uno fra le mani resta indifferente o addirittura affascinato, dimostra chiaramente di non essere un Satanide. Chi invece proviene davvero da Satana ed è legato a queste Anime Antiche non potrà che provare istintivamente rabbia e dolore nel leggere un grimorio goetico, è inevitabile.
Oggi un sacco di pseudo Satanisti pendono dalle labbra di leader carismatici, soprattutto stranieri, che pur professandosi Satanisti o Luciferiani, foraggiano accanitamente la mistica ebraica e l’approccio salomonico, dimostrando così nei fatti di essere dei meri Esterni al Clade. Purtroppo è pieno di impostori che sfruttano il nostro Culto per apparire e guadagnare, perorando pratiche e visioni tipiche dei Giudeo-Cristiani, e occorre che ogni vero Iniziato impari presto a distinguere un vero Satanista da questi giullari. Il più delle volte questi impostori sono soltanto personaggi egocentrici e inconsapevoli che creano disinformazione senza rendersene conto, ma altre volte questi individui sono artatamente tendenziosi e sanno bene di inquinare il Satanismo con le loro fandonie, proprio perché sono dei Giudeo-Cristiani infiltrati. Per tale ragione vi invito a considerare il Rispetto verso i Demoni come il metro di misura con cui valutare un Satanista: chi adotta un approccio salomonico o mischia il Satanismo alla Cabala e a pratiche di matrice ebraico/cristiana, NON è un Satanista, non è un Figlio di Lucifero, nemmeno se vuole farvi credere di essere tale.
Rispetto, amore e puri intenti devono essere la base su cui creare il vostro legame con i Demoni. Contattarli per chiedere favori, come se fossero geni della lampada, non solo è irrispettoso nei loro confronti ma è deleterio persino per voi stessi. Avere la possibilità di conoscere un’Anima Antica è un dono inestimabile e tale privilegio vi dovrebbe bastare. Sprecare tempo a fare i capricci chiedendo favori terreni è qualcosa di stupido, il chiaro segno che non siete in grado di comprendere l’onore che vi si para davanti. Di fronte a un Demone, di fronte a un Dio dell’Anima, non dovreste perdere tempo a chiedere, dovreste semmai Ascoltare! La gente chiede sempre, chiede in continuazione, ma non sa Ascoltare. Sappiate dunque restare in Silenzio, sappiate farvi riempire dalla loro sacra Voce per apprendere e migliorare. Gli Dei possono offrirvi la Memoria di voi stessi, pertanto imparate ad Ascoltare, poiché nessun beneficio terreno potrà essere più grande del dono della Memoria. Nessuno di noi ricorda davvero se stesso, siamo quasi tutti persi dentro il ruolo che crediamo di avere e il dono più grande dei Demoni è saperci portare via ogni illusione, strappandoci ogni maschera, ogni veste fittizia, fino a lasciarci nudi nella verità di ciò che realmente siamo. Questo processo non è semplice, è semmai terrorizzante e doloroso ma infine anche commuovente ed edificante. Interagire con i Sacri Demoni non è una passeggiata ma posso assicurare che nessun re della terra è mai stato più ricco di colui che ha potuto Camminare accanto a Loro. Persino nei momenti d’intenso dolore e terrore io non ho mai sperimentato amore più grande, non ho mai visto bellezza più grande e non mi son mai sentita io stessa, nella mia piccolezza, così grande.
Forse qualcuno nel sentire parlare di dolore e terrore potrebbe sentirsi spiazzato. Come possono i Demoni, nostri maestri e progenitori ancestrali, essere fonte di dolore e terrore? Purtroppo la strada verso la conoscenza di sé non è sempre un sentiero ameno, per raggiungere la nostra Alba dobbiamo ineluttabilmente affrontare la nostra Notte e questo richiede sacrificio. Per citare Eschilo, padre della Tragedia: Pathei Mathos. Il Satanismo è la via dell’eroe e non esiste eroe senza il suo drago. Affrontare i nostri draghi è parte del processo di evoluzione e spesso tali draghi sono proprio dentro di noi. I Sacri Demoni non ci fanno mai del male, essi semmai ci mostrano il male che vive in noi, dandoci così la possibilità di combatterlo. L’Inferno stesso non è altro che uno specchio di ciò che siamo. Quante volte l’uomo ha visto i Demoni sporchi di buio senza capire che in realtà quel buio era niente meno che il nostro! Quante volte queste Anime pure e sagge si sono sporcate soltanto per offrire a noi la possibilità di ripulirci, di migliorare, di somigliare alla matrice divina da cui proveniamo! Soltanto chi sa Vedere oltre la coltre di menzogne può cogliere il profondo senso di ingiustizia che i nostri Dei hanno subito e soltanto un autentico Satanide può sentire in sé tutta la gratitudine e l’amore possibile.
Una domanda che mi sento fare spesso è se i Demoni sono “buoni”. Quando ero piccola forse avrei risposto di sì, proprio perché la mia esperienza con Loro mi ha fatto comprendere che lo sono. Tuttavia crescendo mi sono resa conto che i nostri Dei sono terribilmente selettivi e meritocratici e che quello che provano per i propri discendenti meritevoli non è lo stesso sentimento che riservano agli Esterni immeritevoli. Da giovane, ad esempio, quando sentivo qualcuno dire che il mio Guardiano era molto aggressivo e pericoloso, e che dunque era meglio non evocarlo, mi offendevo molto, proprio perché nella mia esperienza sapevo che non era così. Ed è vero, spesso ciò che leggiamo sono solo bugie raccontate per calunniare di proposito, ma altre volte invece sono esperienze sincere di chi ha conosciuto i nostri Dei e non ha avuto esiti piacevoli. Questo perché i nostri Dei non sono uguali con tutti, non sono “universalmente buoni” con ogni essere umano. Loro sono buoni con noi! Sono buoni con noi perché siamo la loro famiglia in terra, sono buoni con coloro che meritano la loro bontà. Il mio Guardiano, sebbene sia spesso severo, è gentile con me, è affettuoso, ma perché vede in me qualcosa che gli piace, qualcosa in cui riconosce la sua stessa natura e origine spirituale, ma non possiamo certo aspettarci che un Signore della Guerra e della Giustizia sia ugualmente disponibile verso nature estranee, corrotte e opportuniste. Nessun Sacro Demone andrà mai a infastidire o ferire chi non lo cerca, ma se qualcuno con una natura estranea a quella satanide gli si avvicina per chiedere, pretendere o anche solo per curiosare inopportunamente, senza puri intenti e senza quelle qualità dello spirito che rendono un individuo degno di pronunciare il suo nome, allora non dovrebbe stupire che quel Demone possa infine dimostrarsi poco gentile. Un’Anima Antica può essere spietata verso quanti gli mancano di rispetto o si rivelano mediocri. A differenza nostra i Sacri Demoni sanno leggere nell’anima delle persone, riconoscendo subito un’anima pura da un’anima corrotta. Ovviamente per anima pura non intendo un santarello, non fraintendete. La purezza non è data dalla bontà o dalla cieca fedeltà ad una morale bigotta, la purezza è semmai la genuinità dell’essere, il suo valore, la sua trasparenza, oltre ogni iniquità e aberrazione. Può esistere una certa purezza anche nelle anime irrequiete, sofferenti, gaudenti, folli, così come può esistere una patina di putredine nelle anime di coloro che tanto si dipingono come buoni, perfetti e perbene.
Il migliore approccio che possiamo avere con i Demoni è dunque quello fondato sul rispetto, l’amore oltre ogni secondo fine e aggiungerei l’istinto. L’anima conosce, l’anima ricorda, l’anima sa. Tale affermazione è sufficiente a farci comprendere che seguire l’istinto animico è un ottimo modo per non sbagliare. La maggior parte dei più devoti Satanidi erano bambini speciali, inclini a creare piccoli rituali senza nemmeno rendersi conto che tali fossero. I bambini Satanidi con un forte senso del Sacro sono soliti dialogare con la luna, sentirsi protetti nel buio anziché temerlo, possono avere amici immaginari che immaginari non sono, hanno una certa sensibilità verso la natura e gli animali e dimostrano in diverse circostanze una forte personalità, un’innata creatività artistica e una spiccata intelligenza. Questi bambini, sebbene rari, sono coloro che anche da adolescenti hanno continuato il loro percorso nel Sacro Satanico, scoprendo la propria natura e gli Dei, cominciando a fare rituali efficaci pur non avendoli mai letti in nessun libro. Questi Satanidi, dalla sensibilità manifesta, sono coloro in cui più di ogni altro rivive la Memoria Genetica del nostro Clade ed è proprio per questo che il loro istinto gli è d’ispirazione, rendendoli consapevoli anche prima di aver studiato sui libri di qualsivoglia tradizione. Quell’istinto, l’istinto del bambino Satanide, è ciò che dovete rievocare ogni qualvolta vi avvicinate ai Demoni. Sarà su di esso che poi andrete a costruire i vostri Riti, le vostre Liturgie, magari arrivando infine ad integrare la vostra creatività spirituale con ritualità già esistenti che riconoscete come autentiche. Attingete dal pozzo caotico dell’istinto primordiale e sappiate con lucidità dare a tali informazioni un ordine, traducendo così l’essenza in forma. Questa è la chiave per creare i rituali migliori e tessere il vostro speciale rapporto con gli Antichi.
Come onorare i Demoni?
Anche in tal frangente è valido il discorso fattosi nel paragrafo precedente: seguite il vostro istinto animico. I Demoni sono la nostra Famiglia, onorarli equivale a omaggiarli e ciò non è diverso dal fare un regalo a qualcuno che amiamo. Quando instauriamo un rapporto con un Demone, con un Dio, impariamo a conoscere le sue preferenze e pertanto non ci sarà difficile onorarlo nel modo a Lui/Lei più congeniale. Nell’articolo “L’Altare Satanico”, paragrafo finale, sono elencate una serie di offerte da fare agli Dei, pertanto vi suggerisco di darci un’occhiata. In tale scritto parlavo di offrire frutta, cibo, bevande, arte, energia sessuale, gesta eroiche, insomma, diversi doni graditi ai Numi. Ciò di cui però non ho parlato è il sangue, sebbene anticamente fosse usanza comune offrire sangue agli Dei.
Partiamo dunque da un quesito fondamentale: il sangue è un buon modo per omaggiare gli Dei? Non giriamoci intorno, il sangue ha un enorme potere in termini di energia. Nel sangue scorre la nostra stessa anima, il sangue è la nostra firma spirituale. Proprio per questo gli antichi, in quasi ogni cultura, erano soliti fare Sacrifici di Sangue. Per arrivare ad un’epoca pura, in cui tali pratiche non erano considerate, si dovrebbe risalire all’Età dell’Oro, dove l’uomo era entrato in contatto diretto con i Discesi e aveva appreso direttamente dalla fonte l’Ethos del Culto delle Origini. Questo non significa che non esistesse l’assassinio, ma esso era concepito unicamente laddove occorreva difendere se stessi e il proprio Clade, pertanto solo ai fini della difesa, della Giustizia, e mai per scopi egoistici. Più ci si è allontanati dal Culto delle Origini più un certo Sapere ha cominciato lentamente a corrompersi, così come una certa Natura. Questo purtroppo vale anche per i nostri Avi Pagani: più si va indietro nel tempo più i culti erano puri, man mano che invece si avanza temporalmente, anche i culti cominciarono in parte a sporcarsi con tradizioni estranee all’origine, fino ad arrivare al totale decadimento del Sacro portato proprio dalle religioni di Yahweh. Molti Pagani facevano sacrifici di animali – non tutti, dal momento che esattamente come oggi esistevano cerchie più pure e affini al Culto Originale – e questa è una di quelle corruzioni di cui parlavo. C’era la tendenza nel vedere nell’offerta di sangue un gesto gradito agli Dei, questo perché anticamente la carne era un bene più prezioso rispetto ad oggi. Quando un Pagano uccideva un animale per offrirlo a un Dio, compieva realmente un sacrificio, una rinuncia onerosa, dal momento che stava offrendo un bene che non era facilmente reperibile come può esserlo oggi. E spesso tali sacrifici erano compiuti non tanto per puro amore verso la Divinità quanto più che altro per ingraziarsela e far sì che potesse garantire benessere e buoni raccolti. Questa mentalità opportunista rientra anch’essa fra quelle corruzioni posteriori al Culto delle Origini.
Per fortuna però negli ultimi anni qualcosa è cambiato e stiamo vivendo una fase storica di rinnovamento. Ed è incredibile che tale rinascita stia avvenendo proprio in una delle epoche spiritualmente più buie. Una certa sacra Natura sta rifiorendo negli Eredi del Culto delle Origini, proprio in un mondo in cui l’umanità si divide fra materialismo sfrenato e forme religiose completamente degenerate. In mezzo a tutto questo marciume, in mezzo a tutto questo vuoto, sta sbocciando una Razza Spirituale del tutto nuova e tuttavia incredibilmente simile alla più antica. Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato, gli Dei sono presenti più che mai e i loro Eredi Spirituali sentono il loro stesso sangue cantare nelle vene, rievocando il mito della loro origine, rievocando la loro Memoria. Forse sta accadendo oggi proprio perché spesso è dal fango più nero che nascono i fiori migliori, forse è perché soltanto il dolore e l’orrore più assoluti possono portare alla nascita della più potente purezza. Le Tenebre sono sempre il miglior terreno in cui seminare la propria Luce, non dimenticatelo. Ecco dunque che, in mezzo ad una marea di lutulenti mistificatori, gli attuali Eredi dei nostri Avi Gentili, Eredi di Satana, hanno ripreso contatto con la parte più areteica delle proprie radici, epurata da ogni postuma corruzione.
I Satanidi non hanno mai fatto sacrifici di animali e oggi per fortuna non li fanno più nemmeno i Neopagani. Molti oggi non fanno più sacrifici semplicemente per perbenismo e codardia ma molti altri invece non ne fanno poiché hanno compreso che l’onore e l’empatia, nonché il vero amore verso il Sacro, è qualcosa di ben più importante che ottenere benefici terreni a discapito di creature indifese. Senza contare che, parlo per esperienza personale, i nostri Dei non hanno nessun interesse nel ricevere un certo tipo di offerta. Gli Dei non vogliono fra le proprie fila seguaci vigliacchi, che uccidono animali incapaci di reagire, e chi si crede “oscuro” attraverso queste pratiche è davvero ridicolo, dal momento che non comporta nessun rischio e soprattutto nessuna sfida.
I nostri Dei non apprezzano il sangue, perché non hanno bisogno di nutrirsi di noi. Le uniche entità che gradiscono il sangue sono quegli spiriti minori che vibrano ad una bassa frequenza e che pertanto necessitano di essere costantemente nutrite, come si confà ad ogni parassita. Yahweh, che secondo la Bibbia gradisce e richiede i sacrifici di sangue, dimostra nei fatti di essere ciò che è, ossia non un vero Dio ma uno spirito minore del deserto che, facendo un Patto con il suo popolo eletto, è riuscito ad acquisire maggiore potere ed energia di cui nutrirsi, offrendo a sua volta ai suoi “eletti” potere terreno. I veri Dei, ricordatelo bene, non hanno bisogno di sangue, Loro in realtà non hanno bisogno di niente. Un vero Dio vede il dono di sangue nello stesso modo in cui noi vediamo il topolino morto che il gatto, per “omaggiarci”, può lasciarci sullo zerbino: disgustoso. Evoluzione significa avvicinarsi agli Dei e agli Dei non interessa ricevere sangue. Persino gli aspetti più oscuri delle nostre divinità non si sono mai abbandonate senza ragione all’assassinio e alla distruzione. Pensiamo ad esempio alla munifica Kali, aspetto oscuro della Madre nella religione Induista: Kali non uccide perché ha bisogno di nutrirsi di sangue, ciò che semmai le dà euforia è l’abbattimento stesso dei malvagi, la distruzione di ciò che è corrotto. È una fame di Giustizia a muoverla, anche in modo cruento e temibile, ma non è mai il piacere in sé di ottenere sangue per se stessa. Il mio stesso Guardiano è un Signore sanguinario ma non è mai stato il piacere di infliggere dolore a muoverlo, bensì la volontà di distruggere ciò che è reprobo, odioso ed esecrabile. I Sacri Demoni, gli Antichi Dei, più di ogni altra cosa disprezzano la degenerazione, l’iniquità, la bruttezza, tutte prerogative del Regime della Falsa Luce promulgato dai Figli del Dio dell’Oro israelita.
Il significato di un gesto vale molto più del gesto stesso, o meglio, è ciò che carica di senso tale gesto. Se dunque desiderate onorare davvero gli Dei, i Demoni, dovete rendervi conto che non sarà la “cosa” che donate a renderli felici, bensì il perché la state donando e il come l’avete realizzata. Se uccidete crudelmente un animale, sperando di far contenti i Sacri Demoni, sappiate che Loro non avranno alcun interesse nel vostro dono e tutto ciò che vedranno sarà solo la vostra pochezza e la vostra mancanza di onore e stile. È come se regalaste a vostra Madre una collana d’oro, rubata magari ad una vecchietta indifesa: vostra Madre non sarà felice per il gioiello, sarà semmai delusa dalle vostre azioni. Quindi questo è il mio consiglio: se volete omaggiare i Numi allora fate qualcosa che li renda fieri. I nostri Dei hanno lottato tantissimo per noi e hanno sofferto per poterci difendere da chi invece voleva soltanto sfruttarci. I nostri Dei sono stati offesi, calunniati, disonorati, e ciò nonostante non si sono mai arresi e ci sono rimasti accanto. Ed è per questo che noi abbiamo il dovere di non deluderli, abbiamo il dovere di fargli capire che è valsa la pena di credere in noi. Offrite dunque agli Antichi motivi per renderli orgogliosi, offritegli motivi per continuare a credere. Non chiedete miracoli agli Dei, siate voi il loro miracolo! Siate voi a dargli prova che vale la pena credere nell’uomo, siate voi a ravvivare la fede negli Dei, anziché pretendere il contrario. Loro non hanno più niente da darci né da dimostrare. Hanno già dato e dimostrato tutto. Ora sta a noi dare, sta a noi dimostrare. Perché non avremo eterne possibilità per dimostrare il nostro valore, arriverà un momento in cui il tempo che credevamo di avere sarà scaduto e solo allora capiremo che ciò che ci sembrava ancora così presto era già fin troppo tardi.
Questo è forse il miglior modo per rendere davvero onore ai Sacri Demoni, saperli rendere fieri di noi. Diventare la migliore versione di noi stessi, diventare la migliore incarnazione di Loro in Terra, è senza dubbio l’omaggio più onorevole che possiamo fare ai nostri Avi ancestrali. Mettere in pratica ogni loro insegnamento, combattere recisamente contro tutto ciò che è squallido e pernicioso per l’Anima, combattere per portare i valori dell’Etica Satanica nella nostra porzione di mondo e soprattutto combattere affinché i pochi Eredi del Clade Satanide possano restare uniti e preservare il proprio lignaggio, una discendenza che i nemici del Dio delle Origini hanno tentato in ogni modo di estirpare. Difendere ciò che siamo significa difendere la Memoria dei nostri Dei. Significa fare in modo che ogni loro millenario sacrificio non sia mai stato invano.
Onore a Satana, onore ai Sacri Demoni e onore a noi, gli eroici Figli della Stella del Mattino. Oppressi, stremati, furiosi, ma ancora fieramente e coraggiosamente in piedi.
Jennifer Crepuscolo
Anno MMXXII
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