Mitologia Slava

La resistenza delle radici pagane nel mondo ortodosso

 

 

 La mitologia slava è una delle più affascinanti dell’Europa orientale. L’antico culto degli Slavi, infatti, non è mai stato completamente sradicato dal cristianesimo ed è stato in parte preservato dalle comunità dei cosiddetti "vecchi credenti", ossia gli staroverci, ancora presenti soprattutto in Polonia, Ucraina e Russia.

Personalmente, sento un forte legame con questa tradizione, avendo origini polacche. La Polonia è nota per il suo radicato cattolicesimo, ma pochi sanno che è anche una terra dalla spiritualità antichissima. Qui, infatti, esiste la Chiesa Nativa Polacca, un'organizzazione religiosa neopagana che mantiene vivo il ricordo degli Dèi e delle entità del pantheon slavo. Questo è uno dei motivi per cui, in un certo senso, il processo di cristianizzazione è ancora in corso e non si è concluso, grazie alla resistenza di chi in terra ortodossa è ancora legato alle proprie radici pagane. Prima dell’avvento del cristianesimo, la cosiddetta "Regina" o "Protettrice della Polonia" era la dea Jutrzenka, una divinità femminile associata all’alba e alla Stella del Mattino, ovvero il pianeta Venere. Ho trovato interessante questa analogia tra lei e la figura del dio latino Lucifero/Fosforo: entrambi sono portatori di luce, accomunati dagli stessi potenti simbolismi. Lo stesso accade anche con la dea mesopotamica Ishtar/Inanna, anch’essa associata alla Stella del Mattino.

Ancora oggi esistono molte differenze nelle tradizioni e culture dei paesi slavi, ma la mitologia slava è comune a tutti questi popoli. Nelle credenze slave sono presenti tre aspetti principali:

 

La contrapposizione tra Luce e Tenebre – Molte divinità slave sono sia creatrici che distruttrici, e entrambi gli aspetti vengono considerati validi. Questo riflette un dualismo tra il positivo e il negativo. Un esempio è il dio Jarylo, divinità della primavera – da leggersi sia in senso letterale che come metafora della rinascita - e allo stesso tempo dio della morte. Questa dualità rispecchia l’idea di una continua rigenerazione della natura: senza la morte non ci può essere una nuova rinascita.

Gli antenati e i morti – Il ricordo e la celebrazione dei defunti erano centrali nella cultura slava. I funerali sciamanici evidenziavano il forte legame tra i popoli slavi e i loro antenati. Spesso gli sciamani entravano in contatto con gli spiriti degli avi attraverso rituali specifici.

Gli elementi naturali – Nel pantheon slavo esistono dèi celesti e dèi infernali, ma soprattutto numerose personificazioni della natura, da cui dipendeva la sopravvivenza dell’uomo. Per questo motivo, la capacità di prevedere il tempo atmosferico era considerata fondamentale, poiché poteva salvare un’intera comunità.

 

Per gli antichi Slavi, il mondo degli dèi era rappresentato come un enorme albero, spesso un pino o una quercia. I rami e le foglie simboleggiavano la dimora degli dèi celesti e sul ramo più alto sedeva il dio Perun. Il suo nome, nelle lingue slave, significa "lampo" o "fulmine" (in polacco piorun, in ucraino Perun, in lituano Perkūnas). Perun veniva spesso raffigurato come un uomo molto alto e robusto, con capelli d'argento e baffi d’oro. Indossava un mantello e portava con sé un’ascia e un arco da guerra con fulmini. È possibile stabilire una connessione tra il dio slavo Perun e il dio latino Zeus, poiché entrambi avevano potere sui fulmini e sulle tempeste, e anche il loro aspetto iconografico era molto simile. Nella parte bassa dell’albero, sotto la terra, si trovavano poi le radici, dove risiedevano gli dèi dell’oltretomba. Attorno a esse si arrotolava un enorme serpente, signore del mondo dei morti: il suo nome era Veles. Dio dei morti, protettore della foresta e degli animali selvatici, Veles veniva spesso raffigurato con le corna ed era conosciuto anche come il "Dio Cornuto" o "Dio Nero", in opposizione al "Dio Bianco" Svarog e ai suoi figli, tra cui Perun. Anche qui emerge chiaramente il dualismo tra luce e tenebre. Il mondo dell’oltretomba per gli antichi Slavi non era un luogo di sofferenza, ma un regno piuttosto piacevole. Le storie popolari lo descrivono come un mondo verde e umido, fatto di pianure erbose, dove dimorano antiche creature insieme agli spiriti e alle anime dei defunti.

 

 

Mito della tempesta e demonizzazione cristiana

 

 Uno dei miti più importanti della mitologia slava legati alla natura è quello della tempesta, che racconta la grande battaglia tra Perun e Veles. La leggenda inizia con il rapimento del figlio - o, in alcune versioni, della moglie - di Perun da parte di Veles, un atto di sfida volto a mettere alla prova la forza del dio del tuono. Veles si trasforma in un enorme serpente e striscia fuori dal mondo sotterraneo, salendo lungo le radici del grande albero fino alla dimora degli dèi celesti. Perun, infuriato, scaglia fulmini contro di lui. Veles tenta di fuggire e si nasconde, ma alla fine viene ucciso dal potente Perun. Dal corpo di Veles viene rilasciato tutto ciò che aveva rubato, sotto forma di pioggia, ristabilendo così l’ordine cosmico. Tuttavia, la morte di Veles non è mai definitiva: come un serpente che cambia pelle, egli rinasce in un nuovo corpo.

Questo antico mito lo ritroviamo anche nel ratto di Persefone da parte di Ade, dio greco dell’oltretomba, ugualmente al mito parallelo romano, dove Proserpine viene rapita da Pluto e trascinata negli Inferi. Cosa simile avviene sempre nella mitologia mesopotamica, dove la dea Inanna scende negli inferi per ritrovare il suo amato perduto. Pur cambiando i soggetti, a seconda del culto, restano comunque presente dei temi comuni. L'aspetto più significativo di questo mito è il concetto di ciclicità, che simboleggia la continua alternanza tra morte e rinascita, un principio eterno della natura. Sebbene Veles rappresenti il caos, non è mai stato considerato un dio malvagio dagli antichi Slavi. Con l’avvento del cristianesimo, il mito della tempesta fu reinterpretato secondo la dicotomia tra bene e male. Perun mantenne il suo ruolo positivo e venne associato al dio cristiano, mentre Veles, essendo legato agli inferi e ai draghi, fu demonizzato e identificato con il diavolo.

L’ideologia cristiana, a differenza di quella pagana, non prevede un equilibrio tra forze opposte: uno dei due principi deve necessariamente prevalere sull'altro. Di conseguenza il mito venne trasformato in una lotta tra Dio e Satana, e la parte riguardante la rinascita di Veles e la ciclicità della natura fu completamente dimenticata. Tuttavia, il conflitto tra Perun e Veles non rappresentava una lotta tra bene e male, bensì l’opposizione tra due principi naturali: terra, acqua e materia (Veles) contro cielo, fuoco e spirito (Perun). Entrambi sono essenziali per il perpetuo ciclo di morte e rinascita della natura.

 

 

Dèi e Divinità

 

L’interpretazione cristiana del mito della tempesta segnò l’inizio della demonizzazione degli dèi slavi. Gli dèi celesti mantennero le loro caratteristiche, ma vennero associati a figure di santi cristiani, mentre le divinità legate all'oltretomba furono trasformate in diavoli e spiriti maligni. Questa dinamica la possiamo riscontrare nella stragrande maggioranza degli antichi culti pagani.

 

Borevit: (Borewit, Porevit, Porenut) Dio dei boschi, figura associata al Dio Pan e al Fauno. Il suo nome viene spesso connesso con le parole barč (alveare) e bartnik (apicoltore), Borevit veniva spesso rappresentato come un caprone o come uomo barbuto, aveva corna di cervo e grandi organi genitali simbolo della fertilità e della natura. Era il protettore dei viandanti che si perdevano nelle foreste e puniva coloro che distruggevano i boschi o maltrattavano gli animali selvatici. Con l'arrivo del cristianesimo nelle terre slave, Borevit venne identificato con il diavolo e demonizzato con il nome di Boruta che tutti temevano e avevano paura di incontrare nelle foreste.

Chernobog: (Černobog, Črnobog, Czernobog, Tchernobog, Zernebog) il suo nome è composto da due parole Cherno che significa nero e Bog che significa Dio. Era infatti considerato un Dio Nero e Oscuro, uno degli Dei dell’oltretomba. Rappresentava anche la notte e l'oscurità in contrapposizione con il giorno luminoso. Chernobog è stato uno degli Dei più demonizzati dai cristiani, a tal punto che gli stessi pagani cominciarono a vederlo come un Dio del male o Dio maledetto e ad associarli il significato di un cattivo destino.

Dazbog: Dio solare, il suo nome è composto dalla parola Daz o Dać (polacco) che significa dare/portare e Bog che significa Dio. Viene associato al sole ma anche alla fertilità e al calore. Viene riconosciuto anche come Dio della prosperità e della fortuna. Nella mitologia slava si credeva che Dazbog entrava dai cancelli del cielo che venivano aperti ogni giorno dalle sue figlie chiamate "Zorya", attraversava il cielo su un carro trainato da cavalli, portando con sé l'alba e il tramonto. Durante l'alba una delle Zorya apriva i cancelli del cielo orientale per permettere a Dazbog di viaggiare e portare il sole. Durante il tramonto un'altra Zorya apriva i cancelli del cielo occidentale per permettere a Dazbog di tornare nel mondo degli inferi. Viene associato ad Apollo nella mitologia romana.

Jarovit: (Jarowit) Dio della guerra e della primavera, associato al Dio Marte nella mitologia Romana e ad Ares nella mitologia Greca. Riconosciuto anche con il nome di Jarylo. Il legame tra queste due figure è molto stretto, è probabile che inizialmente costituissero una sola divinità, ma con il tempo Jarovit cominciò a incarnare gli aspetti guerrieri di Jarylo. Venne venerato come una divinità a sé stante. Durante la cristianizzazione il vescovo Ottone nel 1128 ordinò la distruzione del suo tempio a Wolgast (in Germania) dentro il quale era presente un enorme scudo simbolo e attributo di Jarovit.

Jarylo: (Jaryło, Erilo) Dio della primavera, della fertilità e della forza, veniva raffigurato come un giovane uomo, con lunghi capelli biondi ricci, in una mano teneva un fascio di grano e nell'altra una testa, molto spesso viene raffigurato seduto su un cavallo bianco. La sua festa coincide con la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, cadeva tra il 21 e il 27 Marzo. Con il cristianesimo venne associato alla figura di San Giorgio.

Khors: (Hors, Hurs) Dio del sole invernale, egli rappresenta il sole che diventa sempre più piccolo man mano che i giorni diventano più corti della notte e in fine muore il giorno del Koručun, il solstizio invernale. Viene sconfitto dalle potenze oscure del Dio Chernobog ma il 23 Dicembre Khors risorge e comincia il nuovo sole. (Notare che il 23 dicembre è considerato nel Satanismo Originale come giorno di Satana). Gli antichi slavi vedevano Khors anche come Dio della cura e un grande guaritore per questo è facile associarlo ad Asclepio della mitologia greca o ad Esculapio nella mitologia romana.

Mati Zemlya o Matka Zemlja: è la Madre Terra, la grande madre dell'umanità una delle divinità più importanti del pantheon slavo, è la Dea creatrice dell’umanità e della nascita eterna, molti slavi antichi la identificavano anche come Madre Natura e la invocavano durante i lavori agricoli poiché era connessa con la natura e la crescita delle piante. La terra era simbolo di maternità e femminilità. Matka Zemlja era la Dea più venerata e rispettata dagli antichi slavi, nell'invocazione tradizionale della Madre Terra veniva fatta un offerta particolare con l'olio di canapa, la Dea veniva invocata verso ogni direzione Est, Ovest, Sud e Nord. Dopo l'avvento del cristianesimo nelle terre slave Matka Zemlja venne identificata nella Madonna cristiana, perse così la sua bellezza e venne resa sterile, non più feconda, priva della sua sessualità femminile e sottomessa al dio cristiano.

Mokoš: (Mokosz, Mokusa, Makoš) Dea della pioggia e della tempesta è associata alla terra all'acqua e alla femminilità, molto probabilmente costituisce un aspetto della dea Madre. Mokoš è anche uno spirito protettore della casa, appare con le sembianze di una donna con i capelli scompigliati, si pensava che di notte filava la lana delle pecore, per questo gli antichi slavi le donavano un gomitolo di lana durante le offerte. Successivamente i cristiani la identificavano con la Santa Paraskeva ma alla fine il suo culto confluì in quello della vergine Maria.

Morana o Marzanna: Dea della morte, dell'inverno e dell'oscurità, il suo nome deriva dalla radice indoeuropea -mer che significa morire. È rappresentata con colori scuri. Marovit o Jarovit è la sua controparte maschile che simboleggia il sole morente invernale.

Ozwiena: Dea dell'eco, era in grado di udire tutti i discorsi degli uomini, è associata al suono e al sussurro. Era in grado di udire anche il più flebile sussurro. Si pensava, fosse lei a diffondere i racconti delle gesta eroiche dei sovrani e guerrieri slavi. È una figura affine alla ninfa Eco delle montagne nella mitologia greca.

Peklenc: (Pekelnyboh, Pekelnypan, Pekelnik,Lokton) Dio del sottosuolo e giudice divino ,il suo nome significa Dio degli inferi. Egli governava il fuoco sotterraneo in cui si formavano i metalli e le pietre preziose, secondo antiche credenze provocava terremoti, formava burroni e dirupi profondi. Peklenc possedeva la conoscenza assoluta sulle azioni compiute dagli uomini malvagi che arrivavano nel suo regno per essere giudicati ed eventualmente puniti. Era un Dio severo ma giusto poiché dava anche la possibilità agli uomini di correggere il proprio comportamento e dimostrare virtù. Peklenc venne poi demonizzato dai cristiani che lo trasformarono nel diavolo malvagio e tentatore che induce gli uomini a fare del male. Il suo ruolo di giudice nella mitologia slava venne completamente dimenticato.

Perperuna: Divinità femminile consorte di Perun, il suo culto era legato alla pioggia che porta fertilità al suolo, veniva invocata nelle cerimonie di propiziazione della pioggia, il suo simbolo è una vipera guardiana della casa.

Perun: Dio del tuono e della tempesta, il suo nome nelle lingue slave significa lampo o fulmine (in polacco piorun, in ucraino perun, in lituano perkūnas), Perun veniva spesso raffigurato come un uomo molto alto e robusto con capelli d'argento e baffi d'oro, portava un mantello, un'ascia e un arco da guerra con fulmini. A lui vennero attribuiti gli utensili del epoca preistorica che non solo servivano per difendersi ma si pensava che potessero proteggere anche dalla sfortuna e dai fulmini stessi. Il Dio Perun è associato a Zeus del pantheon greco.

Radigost: (Radogost, Redigast, Radagast) una delle divinità protettrici degli stranieri, dell'ospitalità e dei viaggiatori. Il suo nome è composto dal verbo "raditi" che significa rallegrare e "gost" che significa ospite. Secondo una leggenda slava Radigost puniva gli uomini che non si prendevano cura dei loro ospiti o che rifiutavano di aiutare i viaggiatori di passaggio. Chi invece dimostrava ospitalità nei confronti degli stranieri riceveva la protezione del Dio e poteva essere certo che quando dovrà mettersi in viaggio riceverà protezione e ospitalità. Molte tribù slave lo adottarono come protettore del loro villaggio.

Rod: Divinità primordiale, è il Dio creatore dell’universo, spesso è associato all'universo stesso, il suo nome significa origine, parentela, generazione. Egli governa i quattro elementi naturali, viene raffigurato su un pesce simbolo dell’acqua, con una mano innalza una ruota simbolo del sole, nell’altra tiene un cestino di fiori simbolo della terra e intorno alla vita ha una cintura simbolo dell'aria. Potrebbe essere associato a Saturno della mitologia romana. Dopo la cristianizzazione Rod venne considerato il dio cristiano.

Simargl: (Simargł, Semargl) è il Dio della fertilità, della sessualità, della riproduzione e dell'erotismo, veniva raffigurato come un uccello dalla testa di cane o come cane alato. Dopo l'avvento del cristianesimo venne trasformato in Paskuda una figura tentatrice che spingeva gli uomini agli eccessi sessuali e alla caduta morale. I cristiani credevano che era colpa sua se loro commettevano peccati di sesso.

Stribog: Dio del vento e dell'aria, "Stri" deriva dal termine "sterti" dalla radice indoeuropea che significa allungare, diffondere, sparpagliare. Con la cristianizzazione venne assimilato al soffio dello spirito santo. Folcloristicamente è ancora presente nella cultura slava, oggi i contadini slavi dicono ancora: “Se il vento è calmo è perché Stribog suona il flauto".

Svarog: Dio del cielo e del sole, personificazione del fuoco, rappresentazione del cielo e della luce, il suo nome in lingua indoeuropea deriva del verbo "svariti" che significa forgiare, plasmare, fondere. In sanscrito la parola "svarga" significa cielo. Il nome Svarog è composto da una radice -svar che significa luce o luminosità e dal suffisso -og che significa appartenere ad un luogo. Può essere associato al Dio Ermes ed Elio.

Svetovid: Dio del raccolto e della guerra, veniva spesso rappresentato come un uomo che tiene nella mano sinistra una spada o un arco. Nella mano destra tiene un corno che veniva riempito con il vino simbolo di abbondanza. Il suo nome significa colui che vede il mondo.

Tryglav: Dio molto complesso della mitologia slava, il suo nome è composto da due parole "Try" che significa tre e "glav" che significa testa. Veniva spesso raffigurato come uomo a tre teste. Nei dintorni di Szczecin in Polonia esistevano tre templi e tre statue dedicate a Tryglav che vennero distrutte dai cavalieri cristiani.

Zorya: (Zoria,Zorza,Zore) Divinità dell'alba e del tramonto , è la figlia del Dio Dazbog. Presenta due aspetti principali: Zorya Utrennyaya (in Polonia chiamata Jutrzenka) personificazione della stella del mattino e Zorya Vechernyaya personificazione della stella della sera e del crepuscolo. In alcune culture slave è presenta una terza figura Zorya Polunochnaya personificazione della stella della mezzanotte. Zorya viene raffigurata sempre come una fanciulla, nel suo primo aspetto dell'alba è rappresentata come una fanciulla vigorosa bella e piena di energia. Nel suo aspetto crepuscolare è invece più calma ma comunque molto seducente. Mentre il suo aspetto notturno è oscuro, rappresentata dal colore nero che governa la notte.

Živa: (Siwa, Siva, Sieba,Razivia) era la Divinità dell'amore e Dea della fertilità. È rappresentata spesso come giovane donna nuda dai capelli lunghi. Il suo nome significa vivere, esistere. Venne dimenticata dagli slavi dopo l'avvento del cristianesimo, poiché secondo la dottrina cristiana era immorale e impura.

Veles: (Weles, Volos) Dio degli inferi, delle acque sotterranee e della terra. Era spesso rappresentato come un enorme serpente, era associato anche agli animali selvatici e alla natura selvatica. Secondo la tradizione slava Veles mandava ogni anno gli spiriti del mondo dei morti come suoi messaggeri questo succedeva ogni anno quando il mondo dei morti si apriva al mondo dei vivi. Gli slavi festeggiavano questa festa durante la notte tra ottobre e dicembre, era chiamata Velja Noc (grande notte). Veles è anche il Dio che insegna la magia e la divinazione ai popoli slavi.

 

 

Simboli e sigilli degli Dei

 

Gli antichi slavi rappresentavano i nomi degli Dèi con dei simboli particolari che venivano utilizzati per invocare ed evocare le divinità e le loro energie. Ancora oggi la Chiesa Neopagana slava utilizza questi simboli per identificare i numi o per creare altari dedicati ad una o più divinità. L'approccio che avevano gli sciamani slavi era prevalentemente di tipo teurgico, poiché stabilivano particolari rapporti con gli Dèi e le divinità e riuscivano a comunicare con loro.

 

 

 

 

 

Divinazione Slava: Alfabeto Glagolitico

 

L'alfabeto Glagolitico è il più antico sistema di scrittura slava, il suo nome deriva dal verbo glagolû che significa “parlare” e la sua invenzione risale al 862dc. Precede di un paio di centinaia di anni l'alfabeto cirillico. Si pensa fosse stato ideato da Metodio per volere del Principe Ratislav, Il Grande di Moravia. È stato utilizzato dalle tribù slave come metodo di divinazione, poiché ogni lettera rappresentava non solo un suono ma anche un significato archetipico specifico. La nascita dell'alfabeto Glagolitico è connessa a motivazioni politiche e culturali, dato che possedere un proprio sistema di scrittura avrebbe dimostrato l'indipendenza dei popoli slavi.

 

Az (A) - Significato: Il principio, la nascita, il destino, il viaggio interiore. Favorisce la scoperta di sé e propizia l’inizio di un nuovo percorso, anche inteso come progetto creativo. Divinità connessa: Rod

Buky o Buka (B) - Significato: Il corso degli eventi, un progetto in corso. Facilita il lavoro, sia fisico che meditativo. Divinità connessa: Svarog

Vede o Vedi (V) - Significato: Lungimiranza, conoscenza della magia, capacità di prevedere il futuro e di entrare in contatto con le divinità. Favorisce l’alterazione delle percezioni, il cambio di prospettiva e la visualizzazione degli spiriti delle foreste. Divinità connessa: Leshy o Borevit

Glagolji o Glagoli (G) - Significato: Comunicazione, cambiamento, auto-espressione. Rappresenta una persona in grado di farsi capire. Favorisce la crescita personale e l'ispirazione poetica. Divinità connessa: Lada

Dobro (D) - Significato: Giustizia divina, azione corretta, autorità. Conferisce protezione spirituale e favorisce la punizione divina. Divinità connessa: Perun

Jest o Est (E) - Significato: Essere presente, ricchezza e buona fortuna, sia materiale che spirituale. Divinità connessa: Veles

Živiete o Zvitie (Ž) - Significato: Vita, vitalità, benessere, responsabilità. Aiuta a superare traumi e a prendere decisioni difficili. Divinità connessa: Živa

Dzelo o Želo (S) - Significato: Risultato, successo, eroismo. Propizia nuove idee e opportunità. Divinità connessa: Dazbog

Zemlja (Z) - Significato: Terra, fondazione, determinazione, crescita ciclica, resistenza. Favorisce la costruzione di solidi fondamenti spirituali e accresce la pazienza e il senso del lavoro. Divinità connessa: Mati Zemlja

o Ize o Iže (J) - Significato: Mistero, paradosso, ambiguità. Rappresenta una persona alla ricerca della saggezza. Favorisce la visione di eventi passati e futuri, oltre alla scoperta di segreti e misteri. Divinità connessa: Triglav

I - Significato: Destino, fortuna, nuova possibilità. Permette di modificare il proprio destino. Divinità connessa: Le Parche

Dervo o Djerv (Dz) - Significato: Giustizia e ordine giuridico. Favorisce il ripristino dell’ordine e la risoluzione dei conflitti.

Kako (K) - Significato: Realtà alternativa, prospettiva differente, ignoranza nascosta. Invita a guardare il mondo con occhi nuovi, rivelando opportunità prima invisibili.

Ljudje o Ljudi (L) - Significato: Comunità, pensiero collettivo, patrimonio culturale, spirito degli antenati. Aiuta a influenzare gruppi di persone e a gestire l’eredità.

Mislite o Myslite (M) - Significato: Pensiero, riflessione, meditazione. Favorisce l’equilibrio mentale e fisico. Divinità connessa: Mokoš o Morena

Nas o Naš (N) - Significato: Identità collettiva, appartenenza, necessità del gruppo. Potenzia l’energia personale, rafforza la volontà e favorisce il successo. Divinità connessa: Dazbog

On (H) - Significato: Arrivo di nuove persone o rivali, ferite emotive e influenze esterne. Consente di infliggere danni e respingere individui indesiderati. Divinità connessa: Stribog

Pokoj (P) - Significato: Pace, speranza, rinnovamento, guarigione, armonia. Aiuta a superare ferite fisiche ed emotive e a risolvere i conflitti. Divinità connessa: Danica

Reci o Rtsi (R) - Significato: Arrivo di notizie, messaggi, nuove nascite. Favorisce l’eloquenza, il canto e la poesia. Divinità connessa: Rozhanitsa

Slovo (S) - Significato: Segno, presagio, lettera. Stimola la divinazione, la scrittura e l’interpretazione dei segni. Divinità connessa: Svetovid

Trvdo (T) - Significato: Destino, completamento, realizzazione. Favorisce l’ispirazione per portare a termine un progetto. Divinità connessa: Devana

Uk o Ut (U) - Significato: Dissoluzione dell’identità, perdita e ritrovamento di sé. Favorisce il superamento dei limiti mentali e l’attrazione di nuove possibilità.

Frt o Fert (F) - Significato: Energia vitale e sessuale, armonia tra opposti. Stimola la libido e l’energia sessuale.

Kher o Hjer (X) - Significato: Vulnerabilità, spontaneità, eventi inaspettati. Rafforza la fiducia e aiuta a superare situazioni stagnanti o complesse. Divinità connessa: Jarilo

Ot - Significato: Origini primordiali, opportunità, cicli di inizio e fine. Connette con il mondo dei morti, simboleggiando la trasformazione in ogni passaggio della vita.

 

 

Anti-satanismo ortodosso

 

Le nazioni slave, come il resto d'Europa, sono state convertite al cristianesimo, un processo che ha portato alla distruzione di templi e altari pagani. Molti di questi furono bruciati e con la nuova religione giunsero anche odio e violenza tra le tribù slave. Il cristianesimo ortodosso si è dimostrato particolarmente ostile nei confronti delle antiche credenze. I suoi fedeli sono convinti che sia l'unica via di salvezza e, di conseguenza, rifiutano tutto ciò che non rientra nella loro dottrina. Ogni idea diversa viene considerata pericolosa e dannosa, portando a una forma di manipolazione che priva l'individuo della propria indipendenza di pensiero. Uno degli aspetti più estremi di questa mentalità è la pratica degli esorcismi, molto più frequente tra gli ortodossi rispetto ai cattolici. Spesso questi rituali vengono eseguiti senza alcuna analisi preliminare della persona, anche quando è evidente che si tratti di una condizione medica o psicologica. La convinzione diffusa è che "male non faccia", e chi si oppone all'esorcismo viene ignorato: la pratica viene comunque eseguita, indipendentemente dalla volontà dell'interessato.

Molti ortodossi credono inoltre che determinati oggetti o simboli possano causare la possessione demoniaca. Questa mentalità l'ho vissuta in prima persona: da bambina ho trascorso circa un anno in Polonia, nei primi anni 2000. I miei familiari mi proibivano di guardare alcuni cartoni animati o di giocare con certi giochi, poiché ritenevano che contenessero simboli occulti o richiamassero il diavolo. L'unico intrattenimento permesso era quello legato al cristianesimo. Col tempo ho capito che questo atteggiamento derivava dalla paura del satanismo e dal fenomeno noto come Satanic Panic, una forma di isteria collettiva che associa il satanismo a rituali violenti e criminali. Questa visione distorta ha portato gli ortodossi a demonizzare qualsiasi cosa percepita come "anti-cristiana", ignorando la reale natura del satanismo, che oggi posso classificare più come un'opposizione ideologica al cristianesimo che come un culto malvagio. Dopo la cristianizzazione delle terre slave, ben poco è rimasto dell'antico culto pagano. Oggi, solo una minoranza di persone ricorda e onora gli dèi slavi, cercando di mantenere viva una tradizione che per secoli è stata repressa.

 

 

 

Martina Piacentini
Anno MMXXV

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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