RADICI D’EVROPA

 

 

Generalmente se si parla di Europa, si fa riferimento a quella parte di terra che forma la grande appendice occidentale atlantica dell’Eurasia. Il Mar Mediterraneo la separa dall’Africa sul lato meridionale, mentre su quello settentrionale è bagnata dal Mar Glaciale Artico e su quello occidentale dall’oceano Atlantico. Ma Europa vuol dire soprattutto cultura e storia millenaria, quella che ha prodotto il passato antropologico della maggior parte della popolazione mondiale. Noi siamo parte integrante di questa culla generatrice di ricchezza che ancora oggi parla a gran voce attraverso i suoi monumenti, templi e statue. Noi siamo le radici dell’Europa dal momento stesso in cui l’esperienza ci ha dato un posto dove ritrovarci per costruire la nostra manifesta esistenza. Tutto proviene da qui e tutto si è formato qui, in quegli stessi paesaggi l’uomo ha edificato gli albori di un modo di vivere direttamente collegato con la più nobile espressione umana, forgiando definitivamente nella memoria del tempo, concetti basilari come Comunità di popoloTradizione Spirituale e Identità etnica. Termini di significato che hanno permesso la reale evoluzione umana che ancora oggi ammiriamo quasi involontariamente. Dalla madre terra fiorisce il seme chiamato Civiltà, nasce così la tradizione ancestrale d’Europa.

 

"Europa non è un termine geografico. Europa è un termine biologico" - Varg Vikernes

 

Ma perché parlare di una storia così vasta e lontana nel tempo? Perché riesumare ricostruzioni arcaiche così distanti dal nostro “moderno” modo di vivere e di concepire un semplice continente? Perché se si vuole capire dove si sta andando si deve prima capire da quale radice comune si proviene. Perché approfondire la conoscenza dei nostri antenati, ci permette di capire se la nostra idea di “progresso umano” sta andando veramente nel verso giusto, o se invece nel trascorrere dei secoli qualcosa non si sia perso per strada, a favore di un’alterazione di valori travestiti da nuovi ideali. Le nostre origini prettamente indoeuropee contengono le coordinate essenziali che ci fanno capire come bisognerebbe vivere, ovvero la condotta che si dovrebbe imboccare sia nei confronti delle leggi della natura che nei confronti dei rapporti tra gli individui, per una sana evoluzione sovra personale. Solo così la storia può avere un senso concreto per chiunque, soprattutto se la stessa una volta evocata, ci narra di specifici valori e modi di vivere che si sono fatti strada per sostenere queste popolazioni del passato nei momenti più determinanti della loro sopravvivenza. Le nostre radici più lontane ci raccontano di come determinate comunità siano riuscite a mantenere una propria Identità Spirituale, molto prima dell’avvento sul territorio Europeo del Monoteismo politico. Noi siamo il frutto di quello che questi popoli che ci hanno preceduto sono riusciti a mantenere e a difendere nella giusta forma.

Il primo popolo delle più pure origini indoeuropee viene chiamato popolo Urvolk, e rappresenta molto probabilmente il primo gruppo di individui uniti da una precisa tradizione condivisa e da una lingua comune, infatti la formazione e il successivo riconoscimento di una definita comunità di popolo si ha, nel preciso momento in cui la stessa crea un proprio linguaggio per comunicare. Un uomo della tradizione che parla la lingua degli dei, cammina in comunione con l’equilibrio della natura e sa perfettamente che ne è una parte di essa. Una parte con Coscienza, Volontà e Anima. L’uomo era ghènos theoù ovvero della stessa razza degli Dei e la synghèneia cioè la fratellanza di stirpe basata sul sangue comune, era sacrale ordinamento di Civiltà. Esisteva già allora un codice naturale che conteneva una concezione personale di libertà, di sensibiltà, di fedeltà al bene comune, di conservazione dei propri usi e costumi. L’individuo si misurava con tutto quello che lo circondava, connettendosi interiormente e nel modo più naturale possibile, ai valori basilari di onore, dignità e coraggio. Evoluzione significava immettere dell’ordine naturale e cosmico nel caos apparente dell’esistenza.

L’Europa antica tra piccole e grandi migrazioni, comincia a popolarsi nella sua parte meridionale e centrale grazie ai primi insediamenti intorno al 7000 A.C. mentre la prima manifestazione di civilizzazione potrebbe essere avvenuta intorno al 2000 A.C. da parte di piccole colonie appena organizzate. Successivamente si pensa che una razza umana in particolare abbia prevalso maggiormente sulle altre, sviluppando una predisposizione all’evoluzione più forte nonché predominante. Si differenzia, avviando una propria lucida progressione con un conseguente distacco dalle altre forme di popolazioni ritenute già a quel tempo più barbare.  Sarà da questa misteriosa popolazione di antichi saggi che la cultura greca prenderà poi ispirazione per avviare la propria. Nei secoli a venire la Tradizione con la T maiuscola si avvierà nel pieno delle sue luce grazie alla formazione di quattro pilastri principali composti dalla Tradizione Celtica, la Tradizione Greca, la Tradizione Germanica e infine quella più strettamente vicina a noi Satanisti italiani; la Tradizione Romana. La storia della cultura che conta deve tutto a queste quattro manifestazioni esemplari di autentica Civiltà immortale.

L’insediamento dei Celti nell’Europa centrale anticipa la civiltà micenea, che successivamente portò la stessa civiltà Celtica ad insediarsi nella parte centrale della penisola iberica, dell’Italia e dell’Anatolia. Dalla fine dell’Età del Bronzo nasce la Civiltà Greca che delinea gradualmente la concezione del mondo  Occidentale e di quello definito invece come Orientale, ovvero tra l’identità Europea a quella considerata non Europea (estranea) per esempio dell’India e della Persia. Nel IV secolo D.C. arriviamo ad Alessandro Magno che aprirà le porte all’impero Romano. Tale Civiltà nascente del centro Italia prenderà a sua volta come modello di riferimento l’eredità Greca, fatta di splendenti Divinità e tradizioni dal sentimento prettamente pagano. Ricordiamo più in generale la mitologia Nordica con le sue creazioni e leggende, dai Nibelunghi al paradiso dei guerrieri (Valhalla). Al Mito è rilegato il compito di ricordare quale condotta bisogna mantenere e quale comprensione del cosmo bisogna celebrare. Il Patrimonio culturale politeista irradia come un faro l’intera popolazione romana e inevitabilmente il cuore pulsante del centro Europa, che unendosi con la corrente germanica di derivazione norrena chiudevano un cerchio perfettamente coerente con la bellezza di quel preciso periodo storico. Periodo che viene interrotto dal 313 in poi dall’avvento dell’invenzione chiamata Cristianesimo. Tra il 379 e il 394 si arresta il Paganesimo ufficiale, sarà l’imperatore d’Oriente Teodosio con una legge del 392 a metterlo definitivamente al bando.

 

"Secondo la storia e l'esperienza di noi uomini, almeno per quel che ne so io, tutto ciò che è essenziale e grande è scaturito unicamente dal fatto che l'uomo avesse una patria e fosse radicato in una tradizione" - Heidegger

 

 

Da Uomo/Dio a uomo schiavo: Il feudalesimo rurale sembra l’ultimo barlume di paganitas concepita e vissuta, dopo sopraggiungerà la decadenza sempre più definitiva del Giudaismo travestito da nuovo Cristianesimo. Ovvero un programma religioso sbucato dal nulla, costruito ad arte da alcune menti giudee, estranee per indole alla cultura che aveva caratterizzato l’ambiente Europeo fino a quel momento. Il potere della Chiesa sul suolo romano, occupa uno spazio reso ormai sempre meno abusivo da un paio di patti che lo stesso Vaticano stipulerà tempestivamente per garantirsi definitivamente quell’intoccabilità che saprà tanto di potere temporale oramai inviolabile da chiunque. Inizia così un’età oscura, terribilmente sanguinolenta, animata da venti carichi d’odio verso tutto quello che non riusciva a convertirsi ed a prendere la forma che la Compagnia di Gesù ormai pretendeva. Da questo momento in poi, questo “Giudeo/Cristianesimo” proveniente dal deserto si muoverà grazia all’aiuto della casta sacerdotale su alcuni fronti ben precisi per la sostituzione e la graduale cancellazione della precedente cultura Pagana.  Il fronte culturale verrà affidato al monachesimo ed alla Scolastica, che pilotando l’intera tradizione classica nelle proprie mani, tradurranno tutto quello che solo in un secondo momento dovrà essere recepito nel mondo latino. Cristianizzano la filosofia e la fanno diventare la loro personale teologia.

Si userà lo slogan della “rinascita culturale” nelle zone già evangelizzate, attuando all’interno del tessuto sociale quella forzata conversione che affonderà definitivamente la vera memoria storica politeista, in favore di una nuova mentalità monoteista innaturale. Tutto quello che era stato e che l’Europa delle Comunità di popolo aveva incarnato, costruito e difeso, diventerà una realtà da demonizzare nei punti giusti. Il Cristianesimo con la sua imposizione universalistica per la grande massa analfabeta ed ignorante dell’epoca, si insinua nel periodo storico più vulnerabile, si vedranno templi pagani convertiti in Chiese, insieme alle nuove cattedrali, rubando per l’occasione un po’ dalla tradizione romanica e un po’ da quella gotica. Da questo momento nulla sarà più come prima, si mettono le peggiori basi per avviare la più grande degenerazione culturale che aimè ancora oggi possiamo tristemente costatare. Una prima riunificazione del territorio geografico chiamato Europa, si ebbe con il Sacro Romano Impero, che ebbe origini intorno all’anno 800, quando Carlo Magno riunì sotto lo stesso regno Francia, Germania e parte dell’Italia. Anche se poi la frammentazione più significativa dei feudi sempre meno legati all’imperatore avvenne con la morte dello stesso Carlo Magno. Da quel momento si mettono le basi per la formazione dei primi stati nazionali, come Francia, Inghilterra e Spagna.

Dalla fine del Medioevo in poi, quindi dalla caduta dell’impero bizantino (1453) l’Europa precristiana dei nostri padri, quella che aveva tracciato la nascita delle prime autentiche Civiltà in terra, diventerà sempre più una consapevolezza storica da far sopravvivere in ristretti gruppi di persone. Infatti, si può tranquillamente dire che un certo modello di vita che era stato di diritto in sintonia cosmica sia con il mondo e con se stesso, perché aveva accettato determinate leggi e valori naturali, continuò a viaggiare nei secoli sopravvivendo grazie alla sua capacità di trasformarsi, diventando addirittura in alcuni momenti invisibile ai suoi stessi nemici. La tradizione della prima Europa antica che ispirò grazie alla sua grandezza divina tutto il resto venuto solo in un secondo momento, non morì mai veramente, ma divenne ARTE. Rimase dentro un certo tipo di uomo che seppe usarla per le proprie ispirazioni personali nei campi più vari. Nonostante un clima imbrigliato Spiritualmente dal Cristianesimo l’intinto a creare del bello non si interruppe ma anzi trovò la sua strada di espressione privilegiata. Il Rinascimento, l’Umanesimo e il Romanticismo in tal senso, sono forse la più forte espressione di un ritorno alle coordinate antiche più pure. Artisti come Michelangelo, Raffaello e Leonardo Da Vinci con la propria impronta artistica contengono tutto il numinoso necessario per risvegliare le coscienze dei posteri in eterno. Sono loro quelli da ritenere come i degni discendenti degli insegnamenti delle prime Civiltà antiche. Il Sentimento Identitario di cui era intrisa l’Europa antica, risultò talmente forte da dimostrare a tutti quelli che potevano capirlo, che le origini e il richiamo a certe origini non si può cancellare con nessuna bolla papale. L’eco dagli avi trasmetteva ancora la stessa identica conclusione inconscia ; Il popolo nasce prima di ogni altra cosa, anche prima della patria, esso soltanto è l’Origine. Ci penseranno molti personaggi della storia a riprendere lembi di questo concetto, dal campo filosofico, a quello politico/sociale, per finire in quello artistico o letterario. Perfino papa Pio II dimostrò ammirazione per i pensieri Europeggianti di Massimo Di Tiro. Secondo cui ogni popolo formula una sua religione in base alla sua esclusiva e peculiare cultura. L’esatto contrario dell’universalismo cristianoIl periodo del paganesimo di popolo, aveva iniettato armonia nella capacità dell’uomo di rappresentare se stesso nel modo più regale possibile, senza il condizionamento di regolamenti/comandamenti o libri sacri. I dipinti e le sculture dei successivi artisti portano questo stesso messaggio, simbolo massimo della differenza principale che intercorre tra lo spirito della vera Europa di un tempo e quella che poi invece diventerà a causa di certi adoratori “illuminati” della materia. Il trasporto verso le forme espresse comunicano senza il bisogno di indicare anche il perché.

Dall’Ottocento in poi per quanto mi riguarda non c’è più una storia romantica da narrare sull’Europa in quanto continente ormai ben diviso in svariati paesi. Nel senso che le singole cellule che alimentavano la propria tradizione di popolo in ogni parte del continente, adesso sono spinte sempre più a considerarsi e a ragionare da semplice massa. Dietro le quinte, determinati poteri occulti cominciano a pensare come agire per incanalare tutta l’Europa in un unico progetto livellatore per annullare definitivamente ogni diversità e far vincere un’unica grande ideologia egualitaria. Si insinua l’idea anti vitale che i meccanismi della natura legati alla formazione di civilizzazione attraverso la selezione e la differenza per razze non contano più. Madre natura aveva creato le sue leggi per renderci la sua più alta manifestazione in terra, un organismo vivente chiamato Europa si era formato per ospitare tante piccole famiglie indipendenti, ricche proprio per la loro unicità e la loro terra di appartenenza, il linguaggio era semplice proprio per essere eseguito dall’uomo che doveva diventare esclusivamente il meglio di se stesso. Ma un bel giorno il barbaro è sopraggiunto come una tremenda bufera cancella memoria. Se vuoi sottomettere una popolazione devi puntare sul loro punto di forza, ovvero la loro identità d’origine. Fargli credere che oramai devono semplicemente accumulare ricchezza materiale, che sono una popolazione da soddisfare e poco più. Taglia loro i canali con il passato fiorente. Convincili che esiste o solo il Dio delle religioni o il Dio denaro, nessuna via di mezzo.

In seguito ai principali conflitti mondiali d’inizio novecento l’Europa si appresta a diventare solo una grande torta da spartire per acquisirne dell’interesse economico. L’occasione arriva nel 1950, usando come motivazione di facciata, quella di una pace tra le nazioni più sicura dopo la devastazione che aveva lasciato l’esempio della guerra, si propose la creazione di un organismo sovranazionale che metterà le basi per poi diventare l’attuale Unione Europea.  Il predominio della corruzione e del decadimento ha ormai preso possesso sempre di più sull’apparente situazione culturale indoeuropea. Tutti quei valori onorevolmente ispirati che dovevamo semplicemente ereditare per il nostro stesso bene dal nostro più fiorente passato, si sono sostituiti arbitrariamente con altri pseudo valori astratti all’ennesima potenza e con nessuna vera ideologia di fondo. Chi in un certo periodo storico si è insinuato in Europa per stravolgerne ed alterarne tutto l’equilibrio che vigeva, oggi si gode il proprio risultato pienamente ottenuto. Gli invasori in terra straniera sono oggi i padroni di casa e questo perché abbiamo permesso ad altri, di farci smarrire la nostra identità, ci hanno scollegato dalla nostra distinta tradizione per collegarci tutti quanti ad uno stesso computer senza nome. Siamo diventati estremamente egoistici per induzione subliminale, siamo diventati estremamente nichilisti per induzione subliminale, siamo diventati estremamente avidi sempre per la stessa induzione subliminale. L’intento odierno di certi padroni invisibili è quello di distruggerci secondo una tendenza graduale ma incessante di caos nel caos. Chi sopravvivere sarà reso uguale a tutti gli altri e definitivamente annullato insieme alle proprie peculiarità di genere. Nessuna stirpe, clan o comunità legata organicamente e quindi sana ma solo un grande agglomerato informe di individui resi uguali dove bisogna omologare e resi divisi dove bisogna invece controllarne le scelte.

 "Nulla è tanto dolce quanto la propria patria e famiglia, per quanto uno abbia in terre strane e lontane la magione più opulenta" - Omero

Ma non facciamoci imbruttire eccessivamente da certe consapevolezze, ricordiamoci sempre che ogni ciclo storico rivela sul finire di un nuovo inizio il suo vigore e lo fa sempre nel momento giusto. Uno degli insegnamenti che l’opera di Omero con la sua Odissea contiene, sta proprio nelle avventure del suo personaggio. Ulisse lascia la sua famiglia e la sua terra per affrontare le prove che la vita gli riserva, intanto i Proci approfittando della sua assenza attentano alla sua casa cercando di impossessarsi di tutto quello che prima era suo. A quel punto l’eroe torna dal suo viaggio per riprendersi ciò che gli è sempre appartenuto, vince dunque la forza e l’attaccamento alle proprie cose più care, l’ordine viene ripristinato. La riedificazione di un’ideologia composta dai valori naturali di un tempo deve ritornare l’unico dovere imperante di ognuno di noi. Dobbiamo far tornare l’interesse per l’evoluzione della coscienza comune più importante di qualsiasi altra cosa. Da Satanisti facenti parte della nostra grande comunità storica, dobbiamo ricordarci chi eravamo, ma soprattutto comprendere nuovamente quali meccanismi naturali bisogna rispettare. Questi ingredienti riporteranno l’individuo nuovamente in asse con se stesso e quindi con il mondo da cui proviene. La sua unica ed eterna casa chiamata Europa.

 

Mandy Lord

Anno MMXIV

 

 

 

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LA CONVERSIONE DELL’EUROPA. R. FLETCHER. EDIZIONI TEA.

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LA RINASCITA DEL PAGANESIMO ANTICO. A. WARBURG. LA NUOVA ITALIA.

LA SOPRAVVIVENZA DEGLI ANTICHI DEI. J. SEZNEC. BOLLATI BORINGHIERI.

IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE. O. S. SPENGLER. LONGANESI.

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GLI INDOEUROPEI. J. HAUDRY. EDIZIONI AR.

LE RADICI COMUNI DELL’EUROPA. B. GEREMER. IL SAGGIATORE.

 

 

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