LA NATURA SATANIDE
Su Satana se ne son dette di tutti i colori. Emblema del male per antonomasia, da sempre ha ricoperto nell’immaginario collettivo il ruolo di spauracchio con cui intimorire le masse. Dal catechismo, ai racconti popolari dei nostri nonni, per passare alla cinematografia, la narrativa, fino ai più impegnati studi teologici, Satana ha sempre rappresentato la personificazione del male. La verità però è che Satana, persino nelle stesse fonti Giudeo-Cristiane, emerge come un portatore di conoscenza, un’Anima sincera e liberatrice, ribelle dinanzi all’ingiustizia e capace di lottare per ciò in cui crede. Nella Bibbia il primo velato incontro con Satana lo facciamo in Genesi, dove si manifesta come il Serpente dell’Eden che tenta Eva a mordere il frutto proibito della conoscenza.
Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. – Genesi 3, 1-7.
Da questo passo possiamo dedurre due informazioni molto importanti: la prima è che il Serpente offre la conoscenza all’essere umano, o meglio, gli fornisce i mezzi per raggiungerla, gli indica la strada per ottenere saggezza. La seconda è che, nonostante sia il Serpente a essere da sempre considerato astuto e ingannatore, nei fatti è Yahweh a ingannare l’essere umano, dicendogli che sarebbe morto qualora avesse mangiato dall’albero della conoscenza, cosa che invece non accade. Quando Adamo ed Eva mangiano dall’albero, essi semmai “aprono gli occhi” e “scoprirono di essere nudi”. Aprire gli occhi e capire di essere nudi è un chiaro riferimento a quel tipo di consapevolezza che ci eleva dallo stato di animale a quello di creatura senziente; gli animali infatti non sono coscienti di essere nudi, non provano vergogna, poiché essi sono puro istinto. L’uomo invece, proprio grazie all’intervento del Serpente, è divenuto un ponte vivente fra il regno animale e quello divino. Questa concezione positiva del Serpente dell’Eden la ritroviamo anche presso gli Ofiti, setta gnostica che venerava il Serpente, la Sophia, dea della saggezza, rinnegando invece il demiurgo Yahweh, considerato un nemico dell’essere umano. Il Satanismo Originale ha dei punti di contatto con la dottrina ofita ma anche profonde differenze, come ad esempio l’interpretazione della figura cristica e il concetto stesso di materia. [Per quanti volessero approfondire l’argomento suggerisco la lettura dello scritto “Il Baphomet Rivelato”]. Il passo continua descrivendoci l’ira di Yahweh verso Adamo ed Eva, il quale condannerà entrambi a grandi sofferenze per poi concludere con una frase emblematica:
Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!» - Genesi 3, 22.
Questo versetto nei fatti ci apre tre possibilità: la prima è che la maggioranza dei Cristiani non abbia mai aperto una Bibbia! La seconda è che i Cristiani l’abbiano aperta ma non ne abbiano colto l’evidente ingiustizia. Infine, la terza, è che i Cristiani l’abbiano letta, capita e accettata di buon grado. Senza dubbio la terza ipotesi è ai miei occhi la più inquietante. La prima stranezza è che il Dio d’Israele, proverbialmente buono e misericordioso, in realtà è amareggiato del fatto che l’uomo abbia acquisito conoscenza e si preoccupa che egli non ottenga anche l’immortalità. Un pensiero simile non può che farci chiedere per quale motivo Yahweh consideri la conoscenza un peccato, al punto di concederci di permanere nel giardino dell’Eden da ignoranti ma ci cacci una volta coscienti. La seconda domanda è: se il Dio d’Israele non vuole che l’uomo possa mangiare dall’albero della vita e divenire così immortale, è dunque possibile che tutte le promesse della Chiesa riguardo alla vita eterna siano nei fatti contrarie alla volontà stessa di Dio e che dunque si rivelino soltanto illusioni per allettarci? A queste domande, volutamente provocatorie, ogni lettore potrà trovare la sua risposta. Altro elemento del passo che dovrebbe far sorgere qualche perplessità è inoltre l’uso del plurale: a chi si sta rivolgendo Yahweh quando dice “l’uomo è diventato uno di NOI”? Se esiste un “unico e solo Dio” come è possibile che questo Dio parli ad altri come lui? Anche la stessa parola ebraica che sta per Elohim, termine usato spesso nella Bibbia come sinonimo di Dio, in realtà sarebbe la forma plurale di El o Eloah. Elohim significa dunque Dei e non Dio. Alcuni studiosi hanno avanzato la tesi che si tratti semplicemente di un plurale maiestatis, sebbene sia un argomento tutt’oggi oggetto di discussione.
Nonostante le religioni abramitiche siano tutte e tre monoteiste, il mondo antico è sempre stato prevalentemente politeista, I Gentili credevano in una pluralità di Dei e, con l’avvento dello Yahwehismo, questi ultimi vennero cancellati o infamati. Sulla base di tale ottica la figura stessa di Satana si configura dunque come un nemico, come quell’entità sovversiva che distrugge la dittatura assolutista del “Dio unico e solo” e che pertanto andava stigmatizzata. Moltissimi Demoni hanno nomi e caratteristiche che celano potenti Dei Antichi, divinità scomode per chi voleva istituire il monoteismo. Probabilmente a questi punti qualcuno si chiederà come mai vi sia stato l’intento da parte del popolo ebraico di sostituire il monoteismo al politeismo e per arrivare a ciò dobbiamo risalire ai tempi della cattività in Egitto. Anche sulle questione della schiavitù in Egitto ci sono studiosi che hanno avanzato ipotesi decisamente diverse, sostenendo che gli Israeliti non furono mai stati schiavi ma che per propria volontà si insediavano in altri territori e che non sarebbe nemmeno corretto affermare che fuggirono dall’Egitto, bensì che furono espulsi. In tal caso però ci baseremo semplicemente sulla versione “ufficiale” e secondo il racconto biblico gli Ebrei riuscirono a fuggire dall’Egitto grazie all’aiuto di Yahweh. Gli Israeliti passarono così un lungo periodo nel deserto e in questo lasso di tempo venne stipulata l’alleanza fra loro e Yahweh, sul monte Sinai per mezzo di Mosè. Il Dio d’Israele dirà al profeta:
<<Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. […] «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.>> […] <<Colui che offre un sacrificio agli dei, oltre al solo Signore, sarà votato allo sterminio.>> - Esodo 19 -20 - 22.
Nell’Esodo biblico troviamo i vari dettami che Yahweh impartirà al popolo d’Israele. La clausola fondamentale del Patto Sinaitico, ossia ciò che Yahweh chiede agli Ebrei in cambio di potere, è l’assoluta adorazione. All’inizio del passo vediamo il Dio d’Israele che ricorda agli Israeliti di essere stato colui che li aveva liberati dalla prigionia egizia e gli dice che se rispetteranno le sue regole lui li renderà “la sua nazione” e che “tutta la terra è sua”. In poche parole gli sta dicendo che se loro faranno in modo che lui sarà l’unico dio adorato, loro di conseguenza riceveranno i suoi favori. Yahweh voleva essere l’unico dio, gli Israeliti volevano una terra e rivalsa sugli altri popoli: i loro intenti si erano incontrati per creare un’alleanza che avrebbe determinato il crollo di un mondo pregno di tradizioni e valori e la nascita di una progressiva decadenza. Con l’istituzione della dittatura yahwehiana tutti gli antichi Dei vennero declassati al rango di falsi idoli o diavoli malvagi. Esiste un passo del Vangelo che a mio avviso si presenta come un perfetto parallelo di Esodo 19-20. In Matteo 4,1-11, Marco 1,12-13 e Luca 4,1-13, troviamo Gesù alle prese con le sue Tentazioni. Gesù come gli Israeliti si ritrova nel deserto e vi resta per 40 giorni, esattamente come gli Ebrei vi restarono 40 anni. Sia il deserto che il numero 40 sono simboli dell’espiazione, del viaggio iniziatico. Qui Gesù incontra Satana, così come Mosè incontrò Yahweh. Il comportamento del Cristo è però molto diverso da quello degli Israeliti. In Matteo leggiamo:
Il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai».
Satana porta Gesù su un monte altissimo, esattamente come Mosè fu condotto sul Sinai e proprio come Yahweh gli fa capire che ha potere su tutto il mondo, che può dargli qualunque cosa in cambia di adorazione. L’analogia è evidente per chiunque sappia osservare ai testi sacri con sguardo ermetico e la cosa più significativa dei due passi sta proprio nella reazione di Gesù: egli a differenza degli Ebrei rifiuta la tentazione di Satana, mentre Mosè e il suo popolo si lasciano corrompere dalla tentazione di Yahweh. Sono dell’idea che le Tentazioni di Gesù del Nuovo Testamento altro non siano che una rivisitazione in chiave Gentile del patto fra Yahweh e gli Israeliti del Vecchio Testamento. Quando gli Ebrei decisero di convertire i Gentili alla religione di Yahweh hanno dovuto crearne una versione edulcorata, più appetibile per la loro natura pagana, è così crearono il Cristianesimo. Col tempo però i Vangeli, esattamente come la Bibbia, subirono numerose rivisitazioni e il Gentile cristianizzato cominciò a rielaborare i racconti biblici sulla base del proprio sentire. Ecco dunque che il Cristo, personaggio costruito ad arte sulla base di antiche divinità, divenne la personificazione stessa dello spirito Gentile, comportandosi dunque da tale in quelle situazioni in cui invece gli Israeliti hanno agito diversamente. Accade così che il Cristianesimo diventa una sorta di Ebraismo inGentilito, in cui Gesù si sostituisce agli Ebrei, mostrando un’etica spesso diversa rispetto a quella che incontriamo nel Vecchio Testamento. Ma nel Vangelo accade anche un’altra “magia”, ossia tutti i peccati di Yahweh vengono trasferiti su Satana, proprio perché la natura Gentile, avvezza ai valori tipici dell’eroe pagano, non poteva certamente accettare l’idea di un Dio corruttore, un Dio tentatore, rendendo dunque necessaria la presenza di un capro espiatorio che si caricasse dei peccati di Yahweh.
In questo articolo, ho cercato di raccontare ai lettori la vera natura di Satana, partendo proprio dalla stessa Bibbia per poi approdare nella gnosi e nell’esperienza diretta del Satanista. Da questi passi biblici possiamo infatti renderci conto di come Satana, persino nel libro sacro scritto dai suoi calunniatori, ne esce come una figura positiva. Troviamo Satana come portatore di conoscenza, come liberatore dell’uomo dalla schiavitù dell’ignoranza, ma osservando tra le righe abbiamo anche trovato un suo lato inaspettato, ossia il distacco da un’eccesiva materialità. La corruzione materiale che da sempre viene attribuita al “Diavolo” è come abbiamo evinto dall’Esodo una prerogativa di Yahweh e ciò lo possiamo intuire anche nella Cabala e nel Magismo Salomonico, entrambi sistemi magici di matrice ebraica. Nella Cabala e nella Magia Salomonica gli Enti Demonici vengono sfruttati per ottenere benefici terreni, con pratiche rituali blasfeme e volte alla schiavizzazione del Nume. Nei rituali salomonici non troviamo Demoni che “tentano” l’uomo al materialismo, semmai vediamo l’uomo nella veste di mago che evoca il Demone per costringerlo a soddisfare i suoi capricci. [Per approfondire leggere anche “Grimori e Goetia come Tradizione Satanista? Ma Anche No!”] Nonostante, infatti, Satana e gli Antichi Dei fossero entità gioviali e amanti della terra e della carne, a differenza di Yahweh non hanno interesse nel corrompere l’essere umano con favoritismi materiali in cambio di adorazione. Il famigerato “patto con il diavolo” è in realtà retaggio prettamente Giudeo-Cristiano, come possiamo intuire dallo stesso passo dell’Esodo. [Per approfondire “Differenza fra Patto e Dedica”] Nella mia esperienza con Satana non mi è stata richiesta sottomissione, Satana non si presenta come un “Dio geloso” che pretende adorazione assoluta, tantomeno mi ha mai richiesto di votare allo sterminio chiunque non creda nel suo Culto! Nel Satanismo l’alleanza con Satana consiste in un rituale di Consacrazione in cui l’Iniziato Dedica la sua Anima, scegliendo di ricongiungersi agli Antichi e alle proprie sacre Origini. Consacrarsi a Satana per noi Satanisti non è un “accordo commerciale” fondato su uno scambio, bensì è semplicemente una Promessa fra noi stessi e il Dio, una ritrovata unione basata unicamente sul’amore e il rispetto. Dalla Consacrazione in poi il percorso del Satanista accanto a Satana diventa un cammino iniziatico in cui riscopriamo il Sacro Satanico, attraverso la Discesa nel nostro Abisso. Satana ci mostra come attraversare la nostra Notte al fine di raggiungere l’Alba, offrendoci i mezzi per migliorare noi stessi e conoscerci davvero.
“Il destino di un Gentile è quello di adempiere alla propria natura”
Il titolo di questo articolo cita la Natura Satanide, ossia il seme di Satana che fiorisce genuinamente nel sangue dei suoi Eredi. Nell’articolo “Iniziazione Spirituale” parlavo di come ogni Satanista sia caratterizzato da due elementi imprescindibili, ossia appunto l’Iniziazione e l’Appartenenza. Se la prima è il percorso stesso che porterà l’Iniziato a far fiorire il seme satanico, l’Appartenenza è invece il seme stesso, ossia il legame atavico con Satana. Questo spiega la mia scelta di coniare il termine Satanide, termine che vuole indicare chi deriva da Satana. In antichità era uso comune designare l’origine famigliare attraverso un patronimico o un matronimico, come l’etrusco suffisso -ial, il latino -ius e il greco -ide. Per questioni puramente fonetiche ho preferito l’ide ellenico, ben adattabile alla lingua italiana che tende a terminare le parole con vocale. Il patronimico può dare origine ad un cognome ma in senso esteso può indicare tutti i discendenti del fondatore di una famiglia, in questo caso di una famiglia spirituale, ossia il Clade Satanico. Anche lo stesso termine Clade, che ho introdotto diversi anni fa per parlare del Popolo di Satana, è utilizzato in tassonomia e archeolinguistica per definire “un gruppo costituito da un antenato comune e da tutti i discendenti di quell'antenato”. Se l’Iniziazione è dunque un percorso che porta verso Satana, l’Appartenenza determina invece chi da Satana proviene. Viene da sé che dunque la pienezza di un’esperienza satanica completa sta nell’essere dei “Satanisti Satanidi” ossia individui che oltre a camminare verso Satana provengono da Satana, e viceversa, in un cerchio perfetto che rievoca tutta la sacralità dell’Eterno Ritorno.
Nel Satanismo Originale concepiamo Satana e i Discesi non solo come Iniziatori del Culto ma anche come progenitori ancestrali della nostra stirpe, connessi a noi dunque anche biologicamente. Ed è proprio questo legame a determinare la nostra natura spirituale, permettendoci di accedere alla memoria genetica dei nostri Avi divini, i Caduti, i Discesi. Secondo questa rilettura capirete bene che per noi Satanidi la Consacrazione a Satana è qualcosa di ben più profondo di un semplice patto di convenienza. Talvolta mi è capitato di parlare con Fratelli che, consci della propria Appartenenza al Clade, mi chiedevano a cosa servisse dunque la Dedica. Perché consacrarsi se già per natura apparteniamo a questa famiglia? Ovviamente queste sono scelte molto personali, nel Satanismo non esiste una dottrina con dettami e rituali obbligatori. Tuttavia credo che la Dedica, se fatta con i giusti intenti, sia una delle esperienze più belle del Cammino. È vero, se si guarda alla Consacrazione come ad un rito in cui “ci si unisce a Satana” non ha senso, perché il Satanide è già legato al Dio per natura dalla nascita. Ma se si osserva a tale rito con un’ottica differente, allora si comprende che Dedicarsi non significa semplicemente allearsi a Satana, bensì significa semmai dire a Satana e ai nostri Numi che come Loro ci son sempre stati per me noi, da oggi anche noi ci saremo per Loro. Gli Dei erano con noi prima ancora che noi ce ne rendessimo consapevoli e la Dedica rappresenta quindi la nostra presa di coscienza, la nostra scelta a riunirci al Clade, alla nostra Origine.
“Il Satanista non è semplicemente colui che arriva a Satana ma chi da Satana proviene”
Satana non offre denaro, sesso o materialismo sfrenato come molti falsamente pensano, corrotti come sono dalle falsificazioni Giudeo-Cristiane. Satana ci offre semmai la vera Sapienza, nella sua forma più pura, e la materia, nella sua indiscutibile bellezza, diviene per noi uno dei tanti mezzi per ritrovare la Verità nascosta nell’Illusione, ma senza rappresentare mai una distrazione fuorviante. I piaceri della vita sono qualcosa che un Satanista non si fa mancare, ma se questi piaceri diventano una distrazione così forte al punto tale da farci scordare il reale motivo per cui siamo qui, allora essi non possono che trasformarsi in un limite, diventando nei fatti il contrario della Libertà. In tanti anni di Cammino accanto a Satana non mi sono mai sentita giudicata dagli Dei per i miei sbagli, poiché ogni caduta serve ai fini della comprensione. Tuttavia un’eccessiva auto-indulgenza ha sempre rappresentato per Satana e i Demoni una ragione di rimprovero. Essi non hanno mai incoraggiato comportamenti autodistruttivi o decadenti, spronandomi invece ad amarmi e ad innalzarmi oltre quella bassezza che spesso la stessa società c’imbocca in nome di una “liberalità” che in realtà è ben più simile ad una schiavitù. Il Satanismo non è dunque un percorso che consiglierei ad una persona pigra e debole, tanto meno a quanti semplicemente ricercano la facile trasgressione. Satana insegna all’uomo a liberarsi dai propri tabù ma se pensate che questo significa soltanto ribellarsi alla morale cristiana e fare sesso come forsennati, blasfemizzare chiese e giocare ai cattivoni, allora del Satanismo non sapete niente. Certo, una persona fortemente condizionata dai dogmi cristiani potrebbe persino aver bisogno di certe cose all’inizio del suo percorso ma qualsiasi Satanista genuino andrà sempre ben oltre quella fase adolescenziale, scoprendo nel Culto di Satana un Cammino profondo e fondato sulla sfida e l’autodisciplina, dove con totale abnegazione ci si dedica attimo dopo attimo al perfezionamento di se stessi e alla glorificazione del Sacro Satanico.
Molte correnti moderne nate negli Stati Uniti hanno cercato di ebraicizzare il Satanismo, rendendolo più plebeo, rendendolo addirittura ateo, facendo di Satana e dei Demoni soltanto dei simboli privi di vita, dei pretesti per potersi ammantare di falsa tenebra e giocare a scandalizzare i perbenisti Cristiani. Questi “satanisti” moderni hanno creato un anti-morale dove si deve pensare tutto il contrario di ciò che potrebbe pensare un Cristiano, vivendo così in funzione delle religioni predominanti. In tal modo trasformano il Satanismo da Culto dell’Evoluzione e dell’Elevazione oltre l’umano a filosofia intellettuale votata ad innalzare i più bassi istinti dell’uomo, rendendoci più simili alla bestia piuttosto che alla divinità. Aderire a forme simili di Satanismo equivale a restare Giudeo-Cristiani, partecipando al loro stesso teatro per accettare di buon grado il ruolo di antagonista nella sua forma più innocua. Forme simili di Satanismo, esattamente come quelle criminali, non fanno realmente paura al nemico del Dio dell’Anima, anzi, sono esattamente il Satanismo che vogliono, poiché non incarnano quei valori che hanno cercato in ogni modo di estirpare. Riconoscere invece Satana nella sua vera natura e riconoscere di conseguenza la nostra, questo sì che ci renderebbe davvero temibili.
Per noi Satanidi del Culto delle Origini Satana e gli Antichi sono i nostri progenitori ancestrali, i Caduti che discesero sulla Terra per offrire ai nostri Avi la Conoscenza e dar vita ad una nuova stirpe di uomini e di donne portatori del seme divino. Ma Satana e i Demoni possono rivelarsi eterni Maestri per chiunque con animo puro si appresti a battere il proprio sentiero iniziatico. Satana si manifesta al Viandante come un Guardiano della Soglia, un custode della Sapienza a cui non si potrà giungere se non mettendosi in gioco e affrontando le sue sfide. La paura stessa che lo stesso demoniaco muove in noi diviene nei fatti la prima prova che l’Iniziato dovrà superare, in una sequela di Porte su Porte che lo condurranno fra le insidie del suo stesso Abisso. Il Satanista in azione diviene dunque l’eroe che cerca e trova, sperimenta e scopre, osa e ottiene, lotta e vince. Ad ogni Porta Satana manifesta attorno all’Iniziato la sfida stessa, ciò di cui ha bisogno per combattere contro se stesso, i propri limiti e le proprie paure, in una Discesa che invero è un’Ascesa verso la magnificenza del Diamante, Regno della Madre Eccelsa, Divina et Obscura.
"Non si può sperare di ottenere Libertà e Conoscenza senza essere stati capaci di rischiare il salto nell’Abisso. Ma nessun prezzo troppo alto per il privilegio di elevarsi sopra ogni cosa e possedere davvero se stessi"
Satana e i Demoni hanno sempre ispirato l’uomo a tirar fuori la parte migliore di sé, la parte più nobile e pura, quella parte squisitamente oscura che ci ha permesso nei millenni di creare la bellezza, attraverso l’arte, la musica, la conoscenza, la parte abbastanza folle da portarci a lottare per i nostri ideali in barba ad ogni rischio, in nome di un alto sentire, in nome del Sacro Satanico, rinunciando coraggiosamente alle sicurezze terrene, all’opportunismo, fregandocene delle opinioni altrui e della paura dell’incertezza che il sistema ci induce. Ho conosciuto Satana, ho conosciuto gli antichi Dei e ho conosciuto i nostri più grandi guerrieri defunti, Avi valorosi che hanno camminato come noi su questa terra. Per quanti non concepiscono un mondo vivo e reale che trascende le apparenze della materia ciò che dico è molto difficile da accettare, ma per quanti invece sono “diversamente sensibili” dico soltanto di non temere Satana, di andare oltre la paura di un nome e di comprenderne l’atavica essenza. Fate di questo nome così temuto e bistrattato una spada con cui trafiggere le menzogne dei nemici dell’Anima, figli di un Dio di cui noi non siamo mai stati figli. Fate di Satana il megafono con cui urlare finalmente la vostra sana rabbia, fate di Satana il filo d’argento capace di riconnettervi alle vostre origini, alle vostre radici, alla vostra vera famiglia. Perché Satana non è il mostro della Bibbia a cui siamo stati abituati. Satana non è il male e l’idea che i Cristiani hanno di Satana è totalmente distorta dalle menzogne e dai luoghi comuni dettati dall’indottrinamento. Cresciamo tutti in una società in cui fin da piccoli veniamo istruiti a credere in certe cose e finiamo così con il dare per scontata la Verità. Satana però è reale e si manifesta nel mondo come quell’Anima Gentile che si oppone ad un sistema sociale e spirituale degradato e corrotto, un’Entità che desidera risvegliare i suoi figli dal torpore a cui certi poteri lo hanno indotto.
Satana non è mai stato un sottoposto di Yahweh, la Bibbia trabocca menzogne e la gente troppo spesso dimentica che la storia la scrive chi vince, o meglio, chi domina. Satana non è mai stato nemico dell’uomo, Satana ha sostenuto la nostra razza fin dal principio; se da un lato abbiamo il Dio della Bibbia che punisce la Conoscenza e ci vorrebbe piccoli e sottomessi, dall’altra parte c’è Satana che anziché degradare la nostra natura la vorrebbe innalzare. Satana e i Demoni non ci vogliono in ginocchio ma a testa alta e vincenti, son stati fin dal principio dei liberatori, dei portatori di luce, dei maestri. Satana non ha ma cercato la nostra adorazione umiliandoci, rinfacciando quello che ha fatto per noi, tanto meno cercando di impietosirci per vivere di rendita sui nostri sensi di colpa. Satana è sempre stato per l’uomo sapiente un grande esempio di nobiltà, grandezza e potenza. Se volete dunque conoscere la verità su Satana, sugli Dei delle Origini, mettete da parte i libri sacri, i film dell’orrore e le filosofie moderne, mettete da parte persino le mie stesse parole, perché l’unico modo reale per conoscere Satana è semplicemente avvicinarvi a Satana, con onore, forza e purezza d’intenti. Cercate Satana se vi riconoscete nella sua natura, cercate il Dio se incarnate davvero i Nove Valori dell’Etica Satanica. Se invece tutto questo lo sentite come estraneo, se non sentite queste parole risuonare dentro di voi quasi come se il vostro sangue cantasse, allora abbiate invece la saggezza di restarne ben lontani, lontani quanto basta da non dover mai scoprire il male stesso che tanto a lungo avete immaginato.
Jennifer Crepuscolo
Anno MMXX
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