GIUDEO CRISTIANESIMO
Un ebreo dice ad un amico: "Ti ricordi di mio figlio? Tu sai che l'ho sempre educato nel rispetto della religione ebraica. È successa una cosa strana: l'ho mandato in Israele perché cresca da vero ebreo, e lui ... è tornato cristiano". " Strano, gli dice l'amico, anch'io ho educato mio figlio nel rispetto della religione, ma quando l'ho mandato in Israele, è tornato cristiano anche lui". "Questo è molto strano, parliamone al rabbino: "I nostri figli che abbiamo educato da veri ebrei sono andati in Israele e sono tornati a casa cristiani". "Questo è molto strano perché anche mio figlio è andato in Israele e, malgrado sia stato allevato da vero ebreo, è tornato a casa cristiano". Allora cosa possiamo fare? e il rabbino: "Chiediamo al Signore: Signore di Israele, Dio di Abramo, Isacco e di Giacobbe, ascoltaci, vogliamo chiederti un consiglio: i nostri figli, tutti degli ottimi ebrei, sono andati in Israele e sono tornati a casa cristiani, che cosa possiamo fare? ". E Dio: "Questo è molto strano, perché anche Mio figlio ... ".
È difficile capire a volte dove finisce una cosa e comincia l’altra se entrambe sono state ormai intrecciate fino a diventare insieme il sunto perfetto di tutti i mali del mondo. Il Cristianesimo è il nostro ibrido zoppo che ci trasciniamo da più di duemila anni per la semplice incapacità di andare una volta e per tutte oltre la sua mostruosità. La sua stessa composizione letterale sposa due termini apparentemente differenti; ovvero Giudeo da Giudaismo e Cristianesimo da Cristo che una volta uniti rappresentano magicamente due fini guidati da un medesimo scopo; l’asservimento. Sembra quasi di notare il soggetto maschile singolare nelle veci del burattinaio (il Giudeo) e il sostantivo (Cristianesimo) nel ruolo del burattino, sotto prodotto a sua volta derivato da quella figura Cristica che metaforicamente parlando altro non è che l’eredità Ario Pagana messa in croce dall’ebreo del Nuovo Testamento.
La carica negativa del Giudeo Cristianesimo risiede proprio nella sua condizione di assemblamento interno che lo ha caratterizzato fin da subito, se ci pensiamo è il risultato di una violenta conversione di intenti che ha portato una singola setta nomade ad inventarsi un programma dal nulla rubando da quello che si è trovata nel suo cammino, ne ha fatto in tal modo una dottrina messianica personale mantenendo il nome proprio (Tōrāh) ed una secondaria (Cristianesimo) frutto della prima ma diversamente imbastardita che abbraccia nei suoi contenuti gran parte dell’identità usurpata al politeismo. Nasce così l’etichetta denominata Giudeo/Cristianesimo per la gioia del peggior esempio religioso che la storia dell’uomo abbia mai concepito. A farne le spese un certo Zoroastrismo, così come molte delle ritualità tipiche derivanti dal patrimonio egiziano, tutta la stirpe Indo Ario, la tradizione ellenistica e quella Gentilizio Romana. Tutto quello che di grande e profondo avevano creato questi discendenti dei veri Dei attraverso la loro ricchezza veniva soppiantato. O per meglio dire, veniva lentamente sciolto nella memoria delle usanze popolari che da quel momento in poi si presteranno alle esigenze del nuovo Cristianesimo latino. Ma saranno queste stesse reminiscenze antiche nonostante tutto a permanere per sempre con quel qualcosa di vero nelle loro vene, infatti una qualsiasi tradizione locale fiorita e cresciuta nella coerenza della sua origine ha sicuramente molta più dignità di una “religione” che si trova ad essere la metà di due cose che insieme non ne rappresenta una veramente autentica. Per essere ancora più chiari, immaginatevi un tipo umano generare un’intera religiosità non attingendo solo da ciò che proviene da lui ma riutilizzando impropriamente frammenti altrui che con la sua indole non hanno nessun tipo di legame. Forse con il senno del poi, se i due ambiti nati differenti per natura fossero rimasti separati si sarebbero evitate molte aberrazioni, il Giudaismo sarebbe rimasto solo una delle tante settarelle circoscritte tra le proprie dune sabbiose ed il ceppo Ario avrebbe potuto sviluppare la sua inclinazione mistica senza essere invece prima sterminato e successivamente perfino sfruttato dai suoi stessi carnefici. Bastava mantenere i confini tali dicono alcuni, alzare un muro invalicabile di difesa per il mantenimento di un certo spazio vitale, ma la verità è che all’interno degli eventi epocali la svolta tragica è sempre dietro l’angolo e con essa il fondo viene raggiunto senza riserve forse proprio per poi poter bramare nuovamente la vetta. Furono ufficialmente i Maccabei ad introdurre le prime vestigia di una diversa religione sul suolo italico in epoca romana, in poco tempo aiutati anche da altre comunità provenienti dalla Palestina il loro intento silenzioso mosse i primi passi fino a concretizzarsi non appena le intese interne maturarono al punto giusto. Il Cristianesimo ebraico non nacque dalla sera alla mattina ma fu un lento processo nel pieno di quel dualismo gnostico, dallo scontro tra correnti tipicamente ortodosse e versioni eterodosse ancora oggi non è facile tracciare un quadro perfettamente coerente, sembra più che altro che la religione giudeo cristiana fu nel tempo il risultato pratico dei molti tentativi turbolenti che alla fine presero una direzione più definita quasi per inerzia.
“Il Cristianesimo è il capolavoro del giudaismo, la sua gloria, il riassunto della sua evoluzione” – E. Renan
Storicamente parlando la ramificazione prettamente culturale passa da innumerevoli gruppetti primo fra tutti quello degli Ebioniti, ovvero giudei che riconoscevano nel Cristo un profeta o un messia ma non il figlio di Dio, successivamente si parlerà anche di una comunità cristiana di Gerusalemme guidata da Giacomo, ortodossi, chiamati anche Nazareni e sempre a loro fu attribuita una versione scritta in aramaico del Vangelo dei Giudei, essi restano fedeli ad una teologia arcaica e a differenza degli Ebioniti riconoscono la divinità del Cristo. Arriviamo così all’ennesima setta in cui si mescolavano elementi di gnosticismo ed ebionismo, sono i discepoli di Elcasai chiamati gli Elcesaiti, insomma tutte fazioni derivati da sette giudaiche eterodosse e sincretistiche. In un tale marasma sempre più teologi concorderanno nel definire genericamente Giudeo Cristianesimo quella peculiare forma di pensiero cristiano che non implica necessariamente l’esistenza di legami con la comunità giudaica ma che si esprime entro un quadro d’estrazione giudaica. Cosa voglia dire sinceramente non lo so ma immagino che per i dotti del settore significhi qualcosa di estremamente sensato, considerando anche il fatto che per ogni possibile dubbio di doppia personalità di un programma religioso che nel bene e nel male porta con se due identità spirituali antitetiche, interverrà prontamente il più comodo tra gli alibi che sotto il nome di Nuova Rivelazione permetterà anche al fedele non giudeo nel sangue di estrapolare un suo Cristo differente e un suo Cristianesimo non giudaico. Niente male come trovata verrebbe da dire, per glissare su un punto che se non camuffato con un tale giochetto di prestigio poteva far riaffiorare differenze troppo ingiustificate per riuscire ad assorbire nei secoli a venire quella gran fetta di credenti romani non ancora cristianizzati. Dunque ci siamo, il terreno culturale sembra ora maturo per un proficuo innesto, ciò che si differenziava è stato livellato a dovere per omologare ogni pensiero similare o diverso sotto la stessa truffa, oltre ai gruppi sopra citati si uniranno alla nuova religione nascente anche altri gruppi di Farisei, Esseni e Zeloti che in un certo senso toglieranno ogni possibile altro dubbio (come se ancora ce ne fosse bisogno) sulla vera impronta etnica del Cristianesimo. Costantino nel 313 apre le porte al potere temporale del Cristianesimo, Teodosio nel 380 d.C. denomina per primo “Cattolica” la nuova religione di Stato inglobando impunemente alla dottrina prima definita solo cristiana, forse l’ultima categoria di credenti che aveva ancora resistito alla conversione forzata e che in realtà conteneva le vestigia di una tradizionalità d’animo che non era del tutto compatibile con quello che aveva prodotto fino al quel momento il sacerdozio giudaico attraverso il suo Cristianesimo. Una sorta di tendenza formatasi tra la fine del paganesimo popolare e l’inizio del monoteismo imposto alle masse. Tale corrente alcuni seguaci la definiscono orgogliosamente come Cattolicesimo romano tradizionalista, che per un lungo periodo avrebbe coltivato una Spiritualità non ancora ebraicizzata, di tutto rispetto e che si potrebbe ancora ritrovare seminata qua e là all’interno del variegato panorama oggi chiamato genericamente cristiano. Un’epoca preconciliare che avrebbe preceduto la prima pietra posta da San Pietro, l’era del papa re e la strutturazione definitiva dell’attuale Vaticano. A pensarci bene, un riscontro di questa piccola cerchia di differenti cristiani si potrebbe ritrovare nei riferimenti talmudici ai Goy considerati dagli stessi ebrei come bestiame o al massimo animali parlanti, e che segna forse l’inizio di un odio razziale da parte loro verso tutto ciò che era pagano, gentilizio o comunque disprezzabile. Gli ebrei nel loro libro sacro attaccano questo cristiano, dietro cui forse si nascondeva già il tipo di cattolico di cui parliamo. Di questi reduci romantici disprezzati nel Talmud, ci sarebbero delle tracce perfino tra le fila della Compagnia di Gesù ovvero i Gesuiti che però rappresenterebbero da un altro punto di vista l’ambiente dove si è consumata forse la corruzione più evidente ma anche la saldatura più significativa degli attuali dottori della Chiesa. In considerazione di ciò non possiamo non effettuare una sorta di tripartizione differenzialista che metterebbe in luce i retroscena che hanno portato al mescolamento non autorizzato del Giudeo Cristianesimo fatto appunto dal Giudaismo (matrice primaria) dal Cristianesimo (giudaesimo secondario con variante cristiologica) e dal Cattolicesimo ufficialmente punta di diamante dello Stato Vaticano ma che invece sarebbe a detta di molti figlia di quel retaggio inaspettato che farà da veicolo privilegiato per ogni ode aristocratica precristiana che vuole ritornare a quel principio di vita non giudaico derivante da quell’autentica religiosità Indoeuropea. La Croce antico simbolo arcaico - da non confondere con il crocifisso - sarebbe il cavallo di troia del sentimento pagano mai morto e inserito all’interno della cristianità nella speranza che potesse essere colto soprattutto come simbolo esoterico dal potente significato ermetico.
“Noi crediamo all’Olimpo, non al crocifisso” – F. Nietzsche
Se analizziamo più da vicino le sacre scritture noteremo come la creatività narratrice di natura schizzo frenica la faccia da padrone. La Bibbia per come la conosciamo oggi è il risultato di un lento processo di unificazione attuato attraverso però il constante camuffamento di un grande conflitto interiore. Come è risaputo non è stata redatta da una sola mano ma da tante mani frutto di differenti epoche ed influenze, unite da un unico piano occulto che alla fine è riuscito a primeggiare, riunificando in modo abbastanza credibile un contenuto che si è dimostrato adeguato alla limitata consapevolezza della massa di quell’epoca. Come ci è stato confermato anche dalla tutto sommato recente scoperta dei Manoscritti di Qumran avvenuta nei pressi del Mar Morto sul finire degli anni quaranta, ogni conferma archeologica Cristiana si fermava al periodo medioevale. Dopo i famosi rotoli ritrovati da un pastore beduino ogni altro possibile dubbio su certe origini levantine venne sciolto e trovò la sua definitiva conferma in questi stessi frammenti risalenti almeno al II Secolo. Con il ritrovamento dei Manoscritti infatti, l’unica conclusione degna di nota è che la prima vera officina preparatoria del best seller chiamato Bibbia, prende forma proprio da lì con un fermento filosofico che cercherà di unificare in forma scritta un unico libro che doveva proporre a tutti gli altri popoli della terra un’unica e sola grande idea religiosa. Composto dai primi diretti antenati dei successivi rabbini ebrei, i manoscritti non parlano di presunte rivelazioni che rafforzerebbero la fede cristiana, come molti erroneamente pensano, ma si limitano a raccogliere ed a e provare semplicemente che l’idea cristiana più remota con i suoi primi slanci escatologici deriva da elucubrazioni ebraiche. Dentro ogni pagina della versione ufficiale della Bibbia due nature si danno battaglia, le stesse che sono state assemblate forzatamente ma dove però una sola fazione tra le due ha potuto decidere i destini dell’altra attraverso il suo nome. Lo spirito gentile è stato letteralmente tirato dentro le trame giudeomani senza la sua volontà, sotto un falso nome che non rispecchia la verità della sua radice, il convertito gentile nell’anima c’è ma non si vede e non può nemmeno svelarsi apertamente dato che nella maggior parte dei casi si tratta di uno stato inconscio, egli deve limitarsi a far parlare brandelli sparsi di sé attraverso parabole o insegnamenti che fanno intravedere un debole segnale ai pochi. Nell’iconografia classica quante volte abbiamo osservato un San Michele biondo intento a schiacciare la testa ad un essere mostruoso e con il naso adunco nel ruolo di un demone, pensando che si trattasse solo del loro modo di rappresentare il bene che schiaccia il male. E se per “male” non avessero voluto intendere solo quella figura simbolica (che doveva comunque rimanere almeno apparentemente coerente con la versione cristiana per non essere sospetta) ma anche un nemico più concreto nelle file stesse della propria religiosità europea? In quel caso quella stessa raffigurazione rappresenterebbe un qualcosa di più significativo e non solo un vuoto monito dogmatico. Tutto nella Bibbia è veramente mischiato al limite dell’esasperazione, se infatti un occhio superficiale può fare semplicemente il gioco dell’onnipresente regista giudeo, l’accorto percorrerà invece la stessa lettura avendo la possibilità nello sconfiggere impressioni contrastanti ed ottenere la sua comprensione separata dell’unica verità.
L’Antico Testamento (Tanak) è un testo ebraico ma riadattato per essere assimilato dai non ebrei. Ci troviamo nella prima e più evidente rappresentazione di quella proficua relazione fondata su un Patto tra il popolo ebraico ed il proprio dio. Coloro che anche in ambito Usiano verranno successivamente appellati da Jennifer Crepuscolo come i Custodi del Patto, intrattengono con le loro vicende l’intera prima parte dell’opera composta da un totale di trentanove libri. L’Antico Testamento è il prolungamento di un piano narrativo per essere considerati universalmente come il popolo eletto dal loro dio, il resto è sublimato dal Nuovo Testamento che chiude il tutto facendo entrare in scena proprio quel messia che era stato chiesto attraverso i loro profeti sul finire della prima parte della Bibbia. L’Antico è sicuramente più ebraico del Nuovo, se infatti nella prima parte della genesi tutto ruota intorno alle vicende abramitiche ed alla creazione, nel Nuovo lo scenario sembra mutare e gli episodi che richiamano ad una certa memoria deturpata ed estranea per certi versi al giudaismo stesso è più forte, un conflitto latente sembra in certi momenti voler quasi riaffiorare per gridare la mistificazione in atto e sicuramente i redattori biblici hanno dovuto faticare un po’ di più per mantenere un certa coerenza nel messaggio uniforme che la Bibbia doveva comunque tramandare. [vedi Vangelo di Matteo 21,12 dove si parla di profanatori da cacciare dal tempio] a Gesù vengono fatte pronunciare parole forti contro i farisei e contro la loro stirpe di falsari e ladri, ed è qui che proprio quel messia presentato come addirittura figlio di Abramo, non si risparmia nel voler prendere le distanze dagli sceneggiatori dell’intera messa in scena testamentaria. Non a caso proprio in conseguenza della scelta di cucire su misura solo una versione ufficiale intorno alla dottrina nascente affiorano inevitabilmente molte versioni e fonti apocrife dei ventisette libri canonici derivanti dal Nuovo Testamento che racchiudono tutte quelle piccole verità che sarebbero risultate scomode all’unica versione imposta successivamente dai redattori. Tra quelli ritenuti come i più significativi sicuramente il Vangelo gnostico Pistis Sophia ed il Libro di Enoch. Dal II Secolo in poi la Chiesa riconoscerà solo quattro Vangeli ufficiali, Gesù viene tradito e messo in croce proprio dai Patriarchi ebrei e da questo episodio prende piede sicuramente la madre di tutte le spaccature interne che mantiene ancora oggi i suoi effetti tangibili nel risentimento affettivo radicato in un certo cattolico tradizionalista di cui abbiamo accennato i tratti poco prima. Proprio da colui cui il nome porta il significato di universalità (aggiungo io; di una certa tradizione italica) il Cattolico diventa forse il primo tra i reazionari silenziosi più convinti, deciso a non abbandonare il proprio senso religioso ad una semplice invenzione Giudaica. Lasciando perdere i cattolici della Chiesa di oggi che invertendo completamente la rotta parlano addirittura di fratelli maggiori in riferimento all’ebraismo, gli altri cattolici romani non sembrano disposti ad accettare una tale disfatta e preferiscono di gran lunga ricordare quando per un breve periodo di lucidità [Concilio Lateranense del 1215 canoni 67/68/69] proprio le leggi interne vaticane promulgate ai propri fedeli ammonivano dal fidarsi troppo dei giudei menzogneri e scoraggiava ogni possibile unione. Il problema principale della tesi cattolica è la sua dipendenza morale e culturale dal Cristianesimo, anche se non voluta rimane un problema storico non indifferente. Nonostante i tentativi Luterani o diversamente eretici, rimane da comprendere quanto della loro buona fede tradizionale rimanga ancora da salvare per non essere mai più confusa con un qualsivoglia rigurgito giudaico. Da Satanista sopra le parti auguro a tali individui nel pieno del proprio conflitto interiore di comprendere prima o poi che ogni valore a cui sentono di essere intimamente legati e che riconoscono nel Cattolicesimo edulcorato di oggi, deriva nei suoi punti più importanti dall’influenza di un determinato Creatore che proprio la cristianità ha deciso di presentare come il Diavolo. Ma un passo alla volta, capisco che per arrivare a collegare certi fili della storia bisogna essere pronti a saltare quel fosso che ancora troppi pochi individui dimostrano di saper fare sul serio. Figuriamoci i cattolici tradizionalisti che senza saperlo incubano ancora gran parte di quell’indottrinamento inconsapevole che fa tanto comodo proprio al popolo ebraico. Ma ribadisco che sarebbe importante provarci un giorno, anche solo per far ritornare l’universalità di un sentimento nel suo trono originario.
“Il peccato è un sentimento ebraico e un’invenzione ebraica per cui, vedendo la moralità cristiana in quest’ottica, tutto il Cristianesimo tendeva all’ebraizzazione del mondo intero” – F. Nietzsche
Ed eccoci arrivati a lui … l’unto del Signore, Gesù Cristo. Un missionario lanciato sapientemente tra le trame della bibbia direttamente dagli eredi di Giuda. È questa figura anch’essa cucita insieme da elementi contrastanti a creare ancora oggi molti dubbi nel cuore ingenuo di cristiani e cattolici, una delle principali correnti di pensiero suddivisa per innumerevoli seguaci riconosce infatti in questa figura il riscatto morale del Gesù biondo contro tutto quello che di falso sono riusciti ad orchestrare i registi occulti della Bibbia Giudaica. La sua iconografia è un capolavoro di opposti concentrati in un unico personaggio storico, appare infatti come il tipico ario mediterraneo dai tratti morbidi con barba curata e occhi azzurri penetranti. Ma l’identità cucitagli addosso unito a quello che gli viene fatto dire svela inesorabilmente il classico predicatore ebreo dal messaggio evangelico pacifista, volontariamente utopistico nei suoi insegnamenti buonisti, dilatati all’eccesso e da applicare poi alla vita. E poco importa se i suoi tratti somatici contraddicono il resto, il bello dell’incoerenza biblica proprio su questo dettaglio si dispiega in tutta la sua sfacciataggine. Gesù non è mai esistito come unica figura reale ma come il frutto di tante figure reali di eroi pagani questi sì realmente crocifissi. Il Nazareno cammina su quello stesso terreno contradditorio che caratterizza d’altra parte l’intera creazione anomala del Cristianesimo. Il Cristo – intenti a parte di epurarlo dalla sua parte giudaica – sarà e rimarrà un pagano nell’aspetto, un rabbino negli intenti e un personaggio politico nei secoli a venire. Non rappresenta una delle tante creazioni giudaiche ma La creazione giudaica per eccellenza come il loro Cristianesimo, e non soltanto per le prove storiche ma soprattutto per il nome che porta, firma etimologica dei suoi stessi creatori. Come ci ricorda anche La Rochelle: “L’idea del messia, anche nella prima forma di un unto, di un signore venuto a salvare e a glorificare il popolo ebraico, nasce al tempo dell’esilio a Babilonia, tra i persiani, gli ariani più puri; è l’idea del Saoshyant presente nella religione di Zoroastro”. Tutte quelle scuole di pensiero che cercano con tutte le loro forze di scollegarsi definitivamente dall’impronta ebraica per riprendersi la loro religione italica e che vogliono credere ad un Gesù differente, così come ad un Cristianesimo differente, dovrebbero quantomeno cominciare usando un nome che celebri il loro ritorno definitivo e senza compromessi a delle origini precristiane e non un vocabolo che mantiene saldamente determinati vincoli con i propri estranei in casa. Gesù dal latino Iesus o anche Ihesus, dal greco Ιησοῦς corrisponde alla forma ebraica Yēshūa forma variante a sua volta del nome Giosuè – Cristo derivante dall’ebraico māshīah appartiene e deriva sempre da una radice inoppugnabilmente Giudaica.
“Il Cristianesimo è la vecchi dottrina giudaica sotto una nuova veste” – dalle parole del Giudeo ortodosso Graetz
Per comprendere la genesi rivelatrice del Cristianesimo bisogna necessariamente scomporlo nei suoi elementi fondanti, come abbiamo già cercato di fare mettendo in luce la tripartizione delle forze differenti di cui è composto. Solo così la chiarezza di un qualcosa che poco o tanto ha comunque influenzato tutti noi può essere messo a nudo e reso innocuo di fronte alle nostre nuove possibilità, ogni cosa che la sua apparenza ha unito sotto usanze comuni deve tornare sotto un’unica grande lente di auto coscienza. Si tratta del processo inverso della coagulazione, ovvero sciogliere ogni riserva per il bene del nostro orientamento personale, tutti quelli che si sono trovati a nascere e crescere già con una religione assemblata come quella del Cristianesimo si troveranno in quella delicata situazione di smarrimento esistenziale che tanto ancora oggi viene sottovalutata ma che invece crea i suoi effetti in modo invisibile ma costante. È spiritualmente tremendo trovarsi nel nostro attuale occidente giudaizzato, dominato dalle tre religioni predominanti (Ebraismo – Cristianesimo – Islamismo) ovvero dai tre rami di una stessa radice, apparentemente perfetti fuori ma spaccati dentro da innumerevoli contraddizioni e con del vuoto colmato solo da tentativi parziali. Quanti Cattolici Romani sentono di essere lontani dal messaggio di quella che credono essere la propria religione di stato, quanti se ne allontanano raccogliendo una delle tante varianti ideologiche che trovano in giro, ma non riuscendo nella maggior parte dei casi a liberarsi completamente dalle influenze nefaste dell’indottrinamento cristiano. Rimangono molto spesso degli strascichi psicologici non indifferenti e nei casi peggiori, voragini indelebili. Serve un ricollocamento individuale netto, nessun Ario nel sangue dovrebbe mai accettare di assorbire una qualsiasi parte tossica del Giudeo/Cristianesimo e per nessuna ragione dovrebbe scendere a patti con un semplice programma religioso che di spirituale non ha mai avuto nulla, puzzerebbe troppo di compromesso inaccettabile per la sua stessa anima. Tanto ormai sappiamo benissimo che tutte le emanazioni positive e addolcite che contiene il Giudaesimo cristiano per i Goyim derivano soltanto da quelle nature a cui il Cristianesimo ha rubato i tratti. Gli elementi puri devono tornare alla loro origine e non prestarsi più all’inganno di un monoteismo abramitico tripartito. Che al Cristianesimo vada l’oblio dei suoi stessi fondatori, una volta sottrattogli ogni singolo elemento precedentemente rubato ad ogni Civiltà precristiana, del Cristianesimo stesso rimarrà soltanto il suo volto deformato. Gli effetti morali delle cristianate inoculate sulla nostra condotta personale hanno fatto più danni della grandine e ci hanno manipolato valori che non andavano toccati, immettendo in circolo innumerevoli squilibri. Per citarne solo alcuni: la nostra insita sensibilità è diventata della squilibrata compassione, la nostra sacrosanta dignità una sorta di masochistica sottomissione reiterata e ogni punto di forza orgogliosamente ottenuto con il proprio sacrificio, quasi una vergogna da dover nascondere per non far sentire il prossimo tuo più debole o incapace quasi in difetto. Per non parlare poi di quest’amore incondizionato per tutte le cose pompato all’estremo senza motivo che ipersensibilizzandoci da un lato svalutano la bellezza e l’importanza di un sentimento meraviglioso ma che va come tutte le cose, regolato. Tutta quell’etica naturale monumento e spina dorsale trasmessaci dai nostri Dei e che da sola basterebbe per fare a meno di comandamenti scritti che ti ricordano invece come bisogna comportarsi, non esiste più nella sua forma più genuina. Rimane la regola scritta, il peccato, la punizione che se non ti convincono ti ammoniscono, sostituendo gradualmente il tuo animo – perfettamente in grado di distinguere il bene dal male – in falsa morale. Il vero bagaglio di profondità spirituali ottenute con una determinata stirpe divina viene calpestato con l’avvento del Giudeo/Cristianesimo, non viene semplicemente integrato viene gradualmente spento insieme alla sua aristocrazia spirituale, ma per fortuna ciò che abbiamo ancora dentro rimane immortale proprio per poter rinascere al momento giusto.
“Il Cristianesimo è detto religione della compassione. La compassione si contrappone agli effetti tonici, quelli che accrescono l’energia del sentimento vitale: essa ha un effetto deprimente. Quando si compatisce si perde forza. Col compatire, la perdita di energia, che già di per sé il dolore arreca alla vita, si accresce e si moltiplica ancora. Il soffrire stesso diventa, attraverso il compatire, contagioso. La compassione intralcia totalmente la legge dell’evoluzione, che è la legge della selezione. Essa conserva ciò che è maturo per la fine, oppone resistenza a vantaggio dei diseredati e dei condannati della vita, essa conferisce alla vita stessa, attraverso l’abbondanza di malriusciti di ogni specie che conserva in vita, un aspetto grigio e precario” – F. Nietzsche.
La versione definitiva del Giudeo Cristianesimo dopo secoli di riadattamenti improvvisati ma fortuiti avrà per sempre la colpa di aver sintetizzato l’esistenza umana dentro un programma per le masse spacciato per la principale religione di riferimento, trasformando l’uomo ormai disorientato in un semplice strumento di propaganda. Vuoto ed impaurito non potrà fare altro che abituarsi al suo stato, piegandosi alla triste celebrazione del suo indebolimento e senza mai sapere che molti di quegli stessi insegnamenti senza una certa interferenza e manipolazione sarebbero stati strumenti di pura liberazione. Alcuni degli insegnamenti biblici infatti, se provassimo a rivalutarli estrapolandoli dal loro contesto per un momento non risulterebbero poi così sbagliati, sono sicuramente fin troppo carichi di quella enfasi buonista ma se visti senza la piagnucolosa predicazione zuccherosa in linea generale possono lasciare qualcosa di utile dentro ognuno di noi. Ad essere sbagliate infatti, non sono delle eventuali norme di vita che puntano a migliorare il nostro orientamento, ad essere sbagliate sono casomai i modi in cui ti vengono presentate ed i secondi fini o la mala fede di chi te li propina. L’importante è che siano sempre leggi estrapolate da quell’ordinamento privo di dogmi che ritroviamo solo dentro di noi e che riconosciamo perché l’etica naturale di cui sono impregnati sono fatti della stessa pasta della nostra anima. Il problema da più di duemila anni a questa parte è che l’individuo medio essendo stato violentemente programmato prima ancora di conoscersi spiritualmente non ha avuto modo di attivare e sviluppare tutto il potenziale sensibile insito in lui, ed è stato sigillato. Arriva in tal modo puntuale la programmazione religiosa e gli si fa credere che si può essere buoni, giusti o altruisti solo nei termini presentati e scanditi dalla cristianità, ovviamente non è così. Ogni persona che ha la forza di de programmarsi seriamente da un indottrinamento può in qualsiasi momento sviluppare ed esercitare proprio tutti quegli insegnamenti positivi che non sono mai stati monopolio di un solo programma religioso. La consapevolezza che risiede dentro ognuno di noi è la risposta che ci serve quando ci domandiamo quale possa essere l’unico vero antidoto al programma cristiano. Il Giudeo Cristianesimo è la dottrina degli adoratori della materia come ci ricorda Rosenberg, sunto massimo della loro conquista terrena e concepito per far diventare ogni individuo uguale o diverso da loro, un inconsapevole suddito di Yahweh. Lasciate perdere ogni possibile scissione che cambierà nei nomi e nei contenuti pur di sembrare migliore della precedente, fintantoché il raggio d’azione rimarrà dentro il dominio giudaico, nessuna organizzazione religiosa userà mezzi di onestà conversione, tutti cercheranno di scollegarvi l’etica naturale con la vostra etica personale pur di farvi dipendere da loro. Ogni programma occulto spacciato come religione dalle masse inconsapevoli ha come unico scopo l’asservimento e lo sfruttamento energetico. Tutto il resto è conversazione, semplicemente secondario ma possibilmente da rendere compatibile con quest’unico grande obbiettivo. Ogni credente è potenzialmente una fonte di energia da prosciugare, è stata creata una rete funzionale di simboli e ritualità atte a mercificare abilmente tutto questo, nulla è stato fatto a caso soprattutto se parliamo di linguaggio simbolico e nulla è messo in una certa posizione per pura coincidenza, pensarlo sarebbe da ingenui. Materia fantascientifica da complottisti esclamerebbero gli atei razionalisti, realtà proficua per ogni vero regista occulto che opera attraverso questa spietata norma magica da millenni, ovvero da quando è avvenuto lo sposalizio tra certi ordini segreti degenerati ed il monoteismo settario. Il Giudeo Cristianesimo deriva da innumerevoli gruppi esoterici che hanno fatto della magia religiosa il cardine del proprio potere sociale. Una babilonia di intrighi fatta di interessi economici e politici, conoscenze sensibili mal gestite e sfruttamento delle emozioni umane. E la cosa più buffa è che tale realtà trae ancora più forza nel suo anonimato grazie proprio alla non conoscenza e allo scetticismo della maggior parte della popolazione, forse anche per questo il Cristianesimo ha da sempre lavorato per tenere lontani i propri fedeli da ogni tipo di Conoscenza Occulta. Con mano adunca demonizzava la magia da un lato, mentre con l’altra mano l’aveva già prelevata per i propri scopi. Pura indole giudeo cristiana al suo meglio, insomma. Ora si capisce anche perché l’inizio della degenerazione legata alle congregazioni segrete viene fatto coincidere con l’avvento del Cristianesimo, molte delle quali poi tramutate in logge massoniche equamente suddivise tra regolari e irregolari. E al livello sociale vi chiederete a questo punto voi? Quali dinamiche avrà generato una religione di stato come quella cristiana? Una politica sociale tendenzialmente viziata, vi risponderei io. Frutto e figlia di quella stessa fazione che religiosamente aveva già gettato le sue basi nefaste, ha operato anche in ambito politico generando una delle sue estensioni più proficuo; Il Comunismo, ovvero del Cristianesimo senza Cristo. Un mix letale di falso buonismo già manifestato dal Gesù storico, si sviluppa ulteriormente come braccio armato al servizio dei più poveri, degli ultimi e di chi è pronto a far diventare lo scontro tra classi il suo pane motivazionale. Ed anche qui, un filo rosso unisce gli ideatori del Giudaismo con gli ideatori del Comunismo contro tutto quello che di diverso da loro esista in termini di identità, differenziazione ed appartenenza.
Se vi capiterà di sfogliare la versione cosmologica del Giudeo Cristianesimo vi imbatterete sicuramente in termini chiave che rappresentano ormai i capisaldi della loro terminologia religiosa. Il concetto di Trinità che a detta di molti esegeti senza la tripartizione Sumera di Anu Enki ed Enlil non avrebbe avuto la stessa carica ispirante. I rispettivi concetti di Incarnazione e Redenzione sono allegorie rubate ad altre religioni precedenti e senza la loro alterazione portano con sé utilissimi indizi iniziatici, magici non perché miracolosi ma perché naturali. Il “loro” Paradiso è un concetto metaforico con un suo importantissimo valore simbolico, rappresenta su un piano iniziatico lo stato supremo a cui aspirare, per ottenere quella beatitudine scaturita dal proprio sapere totale. Nella struttura dottrinale cristiana l’idea di Paradiso Terrestre diventa una promessa in funzione di una forma di bontà illusoria dilatata e surreale fatta di pace e armonia infinita. Un luogo caricaturale fatto da tante nuvolette che ammazza tutta la sua carica allegorica originaria. In chiave cristiana se un qualcosa non viene stravolto nel suo significato intrinseco deve venire quantomeno banalizzato. È il caso della schiera angelica contrapposta a quella demonica, qui la fa da padrone il sovvertimento totale che punta a contrapporre alla Demonologia un’Angelologia palesemente emulatrice della prima. Ogni concetto figurato viene prelevato ed abbassato di un grado per non permettere alcun vantaggio al credente di turno che deve semplicemente limitarsi ad avere fiducia all’apparato fittizio che un gruppo di furboni ormai molti secoli fa gli ha organizzato da sotto il naso. Tutta la ritualità che la cristianità scimmiotta non esisterebbe nelle sue stesse basi senza l’eredità cerimoniale dei culti egiziani. L’intero apparato ritualistico che spazia dall’altare ai sacramenti principali è pura magia segreta egiziana cristianizzata impropriamente. Se non si fosse filtrata perfino la filosofia indiana e greca non ci sarebbe nessuna teologia della Chiesa, il senso estetico legato allo stile, alla bellezza e all’eleganza in campo spirituale è di matrice ellenica, l’iconografia, lo stile classico e romanico non sono prodotti culturali abramitici. La religiosità antica era il frutto di un’epoca dove la configurazione al sacro seguiva ancora il processo come dentro così fuori. I cuori impavidi tracciavano la strada verso l’ascesi per una mentalità dove il vigore personale doveva essere la risposta ad ogni sfida imposta da un’esistenza temprata sul campo. Gli Dei riconoscevano e premiavano soprattutto la forza di un fedele e non la sua sottomissione. Utopia mistica direbbero alcuni, paragonata all’epoca compiaciuta di santi e martiri attuale.
Se si è un autentico Satanista l’esistenza stessa del Cristianesimo rappresenta soprattutto un oltraggio alla memoria dei propri Avi sterminati per la sola colpa della loro origine. Siamo noi a sentire ancora le grida composte di chi è stato prima perseguitato e dopo bruciato al rogo ed era un nostro simile o da chi viene ancora maledetto giornalmente per essere un discendente di Satana/Lucifero. Non dimentichiamoci mai che proprio a questa dottrina dobbiamo la prima dichiarazione di guerra fatta nei confronti dei nostri veri Dei creatori, da parte dei suoi nemici storici, attraverso il loro primo atto concreto che ha avuto fin dal principio come unico intento quello di sostituire la verità su Satana con la più credibile menzogna. Da quel momento (almeno al livello storico/sociale) tutto è cambiato in peggio. L’invenzione del Cristianesimo ci ha riempiti d’odio altrui ma anche nostro verso chi ha dimenticato e si è macchiato del tradimento della sua stessa natura ormai corrotta. Noi osserviamo gli odiati quanto gli odiatori e ci domandiamo se dell’altro odio sia davvero la soluzione che ci serve. Le cose sono andate in un certo modo, gli effetti non potranno distanziarsi troppo dalla loro causa. Chiediamo rispetto? Promettiamo vendetta? Vogliamo giustizia? Tutte queste cose messe insieme direi, ma senza mai diventare solo quello che il nostro nemico si aspetta da noi. Sarà il nostro atteggiamento di superiorità a renderci migliori del Cristianesimo e non atti di violenza con della schiuma di rabbia alla bocca. La vera vittoria di Satana passa attraverso l’emancipazione del nostro temperamento che invece di accecarci di odio ci ha sempre permesso di salvarci distinguendoci. Sono sicuro che in altre epoche molte delle nostre anime in altri corpi hanno seguito la propria indole rimanendo fedeli solo ad essa fino in fondo e senza compromessi, sono quasi sicuro inoltre, che nell’animo del Satanista dedicato prevalga e subentri al momento giusto quello spirito creativo più di quello distruttivo, noi ci nutriamo di creatività multiforme perché siamo stati creati da un vero Dio. Combattiamo in svariate forme non evidenti da quando abbiamo ritrovato la nostra memoria e con essa come scudo non indietreggeremo davanti a niente e a nessuno. Quale Satanista con questi presupposti può non esser visto come un avversario? Siamo altresì consapevoli che non siamo mai stati un sotto prodotto cristiano come molti erroneamente pensano né un loro riflesso, la nostra identità c’era già quando è arrivata la versione biblica del mondo ed avevamo già creato i nostri templi nelle meravigliose esperienze spirituali dell’uomo speciale. Casomai è il programma cristiano ad esser stato creato in funzione di una bugia che doveva essere contrapposta alle verità a cui portava Satana.
Dovremmo tutti quanti imparare a distinguere abilmente nella creatura a tre teste del Cristianesimo cosa respingere e cosa invece ponderare per non perderci in gesti essenzialmente impulsivi. Per ogni prete o parroco di paese che osserverete indossare una tunica con determinati simboli può nascondersi l’animo ingenuo di un individuo che si sta limitando a credere alla versione della propria religione e che agisce quindi in buona fede, unico responsabile della sua stessa ignoranza ma pur sempre un omino innocuo rispetto a noi. Se ci si trova davanti ad un debole ingannato del genere non provate odio verso di lui ma indifferenza. Della sincera, spietata e sfacciata indifferenza, non è lui il diretto responsabile della nostra guerra personale. Mi rendo conto che ciò che vi dico vi sembrerà anomalo in un primo momento ma oltre ad essere un piccolo esempio è anche un ottimo esercizio per sviluppare quella superiorità di atteggiamento a cui faccio riferimento. Essere Satanisti infatti non significa sentirsi in obbligo verso certi atteggiamenti stereotipati del Satanista vs Cristiano di turno in ogni situazione, essere satanisti significa dimostrarlo anche attraverso piccoli gesti del genere che però poi faranno su un piano di maturità individuale tutta la differenza che serve. La nostra vendetta e le nostre più preziose energie devono puntare ai “signori” che detengono i fili e non ai loro delegati spesso inconsapevoli, colpire o prendercela con un qualsiasi disgraziato cristianizzato non farà di noi dei satanisti più autentici ma al massimo degli anti clericali più banali oltre che prevedibili. L’autenticità del Satanista passa attraverso sfumature del genere, inaspettate ma potenti. Non sottovalutatele perché saranno proprio questi approcci a rappresentare già un duro colpo a certe convinzioni preimpostate. Il Cristianesimo contiene indubbiamente molti dei nostri consimili corrotti o momentaneamente addormentati, bisogna tenerlo sempre bene a mente e comportarsi di conseguenza sia che si tratti di un fratello, di un parente vicino o di un caro amico, la nostra essenza potrà anche rimanere invariata ma ogni situazione unita alla nostra maggiore consapevolezza rispetto al nostro interlocutore richiederà spesso un comportamento diversamente netto, come mi piace chiamarlo. Bisognerebbe approcciarsi agli altri non come chi ha un ruolo da dimostrare ma come chi ha una condizione più profonda da raccontare. Eccovi il Satanista nuovo che incontra il vecchio dentro di sé per una purificazione dell’animo senza più giudaismi cristianologici ad incattivire la sua personalità.
Inutile negare che bramiamo il cambiamento attraverso la riscoperta della Verità, per questo vedremo sempre il Giudeo Cristianesimo come il più letale tra gli incantesimi spirituali che tiene in scacco il dotto quanto il ritardato pur ottenendo da loro lo stesso identico effetto. Ci ha allontanato gradualmente da noi stessi e dai nostri simili pur di primeggiare sopra di noi attraverso la confusione più opulenta. La verità è che vogliono essere odiati per poterci rendere come loro, o nel peggiore dei casi poco lucidi e tanto vulnerabili. Temono solo la nostra consapevolezza senza il loro controllo e noi non vediamo l’ora di nascondergli tutto quello che non potranno prevedere. Di troppe cose nefaste si è macchiato il Cristianesimo, in un certo senso rappresenta già da solo la punizione peggiore per sé stesso ma a noi non basta. Vogliamo che ogni singolo anatema lanciato contro Satana ed ogni Demone, ritorni indietro ai diretti responsabili con la nostra sola firma come unico ricordo.
Mandy Lord
Anno MMXXI
APPROFONDIMENTI e RIFERIMENTI:
LA TRUFFA DEL POPOLO ELETTO DI GIUSEPPE VERDI
LA TEOLOGIA DEL GIUDEO CRISTIANESIMO DI JEAN DANIELOU
IL TALMUD SMASCHERATO DI IUSTIN BONAVENTURA PRANAITIS
LA CREAZIONE DI GESU’ E DEL NUOVO TESTAMENTO DI GIUSEPPE VERDI
ELLENISMO E CRISTIANESIMO DI PAUL LE COUR
GESU’ L’EBREO DI AGNES HELLER CANAVERO
LA FIGURA MOSTRUOSA DI CRISTO E LA CONVERGENZA DEI MONOTEISMI DI SILVANO LORENZONI
IL CRISTIANESIMO UN’INVENZIONE DI SAN PAOLO DI FRANCESCO ESPOSITO
LA CULTURA ELLENISTICO ROMANA NEI SUOI RAPPORTI CON GIUDAISMO E CRISTIANESIMO DI PAUL WENDLAND
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