LA RELIGIONE DEI “GIUSTI”
Storia delle persecuzioni cristiane
Siamo nel nuovo millennio eppure la parola “inquisizione”, anche se in maniera più subdola e meno appariscente, è ancora attualissima in contesti moderni. I vertici cristiani portano avanti il loro oscurantismo nei confronti delle tradizioni Gentili non più attraverso nefaste torture corporali ma servendosi della loro influenza a livello mediatico e politico, sfruttando ignoranza collettiva e superstizione per generare allarmismo. Puro terrorismo psicologico nei confronti della figura di Satana e di tutto quello da loro bollato come “negativo” e maligno, senza ovviamente esserlo. Da questo punto di vista non è cambiato niente, sono cambiati i metodi ma l’intolleranza cristiana è la medesima, oltre al fatto che il modello stesso di società occidentale in cui viviamo è nei fatti figlio del cristianesimo. La nostra cultura è influenzata dal cristianesimo a livello inconscio e da ciò ne deriva anche l’idea di un futuro sempre benefico in cui riporre speranza, un futuro da costruire secondo i valori cristiani, mentre il passato viene demonizzato, giudicando gli antichi Dei e gli antichi valori come barbari e frutto del peccato. Il futuro è invece la salvezza, la panacea di tutti i mali, come si evince anche da varie omelie di papi come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali ci offrono “rivelazioni” su futuri salvifici garantiti dalla seconda venuta di Cristo. Per confutare dunque le bugie e le contraddizioni cristiane, restaurando così quegli antichi valori, corre in nostro aiuto proprio quella storia e quel passato demonizzato dai cristiani. Un passato che non può essere cancellato o insabbiato ma deve essere al contrario alzato a vessillo della verità per gettare nuova fondamenta su cui costruire un fulgido futuro.
“La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi“ – Cicerone.
Una mente illustre come Aristotele sosteneva che le bugie dei vincitori diventano storia e i cristiani ne sono la prova lampante. I cristiani hanno vinto e riscritto la storia, ma noi eredi Gentili abbiamo perso soltanto una battaglia, non la guerra. Siamo ancora qui per ricordare come una religione dipinta come “giusta” non lo sia affatto e di come abbia invece fin dai suoi albori perpetrato morte e violenza, costruendosi sulle ceneri dei culti pagani e arrivando a perseguitare nel tempo anche altre correnti cristiane. Dopo questa premessa entriamo più nel dettaglio, ma premetto che l’ordine degli eventi o personaggi citati non sarà strettamente cronologico. Nonostante l’inquisizione medievale sia il simbolo per antonomasia delle persecuzioni cristiane, in questo articolo capiremo che nei fatti una qualche forma d’inquisizione è sempre stata presente nel cristianesimo sin dalla sua nascita, sebbene con nomi diversi.
Le origini del Cristianesimo.
Chi ha fondato nei fatti il cristianesimo come lo conosciamo oggi? Un nome che va fatto è senza dubbio Paolo di Tarso, seppur le visioni riguardo il fatto che sia lui il fondatore del cristianesimo sono contrastanti. Senz’altro però possiamo dire che Paolo sia sicuramente colui che l’ha dato in pasto alle masse, rendendo più appetibile questa religione. Le lettere paoline possono considerarsi a tutti gli effetti la genesi del cristianesimo, forse più dei 4 vangeli canonici in cui si parla principalmente della figura di Gesù, quindi parliamo della prima forma di teologia e divulgazione cristiana. Tramite Paolo il cristianesimo è stato reso come accennato più appetibile per le masse, inclusi i Gentili convertiti soprattutto tramite il concetto “salvifico” di morte e resurrezione e la favola del peccato originale che era la base del pensiero paolino, ed è diventata poi uno dei cardini basilari del cristianesimo. A differenza dei culti misterici romani, come il mitraismo che erano più di nicchia e riservati a una stretta cerchia di persone, il cristianesimo promulgato da Paolo era aperto a tutti, il che ne incentivò la diffusione come religione di massa. Per comprendere meglio la genesi del cristianesimo occorre parlare anche degli Esseni, una comunità religiosa ebraica in attività fino al 70 D.C. Anche a loro sono attribuiti molti testi apocrifi ritenuti eretici dalla Chiesa, come ad esempio il libro di Enoch e in generale i testi ritrovati a Qumran, conosciuti come manoscritti del Mar Morto. Nel 1945 nei pressi del Mar Morto furono ritrovati 800 manoscritti in 11 grotte databili dal II secolo A.C. fino al I secolo D.C. La dottrina essena verteva sull’ascetismo, sulla rinuncia dei beni materiali e attendevano l’archetipo di un messia “guerriero” che potesse guidarli. Tra gli Esseni e il nazareno ci sono sicuramente delle connessioni, anche se parliamo solo di congetture teoriche tutt’ora da approfondire. Il fratello più grande di Gesù secondo varie fonti si chiamava Giacomo il Giusto e a quanto pare faceva parte proprio degli Esseni e gli Ebrei speravano fosse lui il messia proprio perché faceva parte di questa comunità giudea.
Bisogna considerare che il cristianesimo primitivo era diviso in varie frange e non c’era unità. C’era lo gnosticismo, il giudeo-cristianesimo di cui facevano parte gli apostoli Pietro, Giuda, Andrea e Giacomo e Il cristianesimo che possiamo chiamare “paolino”, che è quello che conosciamo oggi e che è nei fatti una sorta di ibrido tra i due elencati in precedenza. Sempre nel 1945 a Nag Hammadi, località dell’Alto Egitto furono scoperti 52 codici in una giara (III- IV secolo d.C). Questi codici sono fondamentali riguardo la nascita di quello che conosciamo come gnosticismo. La scoperta di Nag Hammadi ha avuto conseguenze sconvolgenti, che ancora si manifestano: non solo per quel che significava in sé il ritrovamento di alcuni fra i testi religiosi più alti che conosciamo, ma perché con essi riaffiorava una ricchissima testimonianza diretta della Gnosi, che ha costretto a mutare molte delle idee acquisite. Gnosticismo deriva dal greco "gnosis" (conoscenza). La conoscenza dello gnostico è rivolta all'origine dell'uomo e del suo mondo ed è diretta alla salvezza di questo mondo. Colui che non ha conosciuto se stesso non ha conosciuto nulla. La Gnosi era una dottrina sincretica in grado di unire fede e ragione, una filosofia spirituale volta alla redenzione individuale. Tra i documenti che ben si conciliano con il Cristianesimo di matrice gnostica possiamo annoverare il Vangelo di Filippo, rinvenuto in lingua copta. Il testo è la prova lampante che gli gnostici consideravano il dio del vecchio testamento come un dio malvagio. All’interno del suddetto vangelo c’è una frase emblematica a tal proposito:
”Il Mondo ebbe origine da una trasgressione. Colui che lo ha creato voleva farlo incorruttibile ed immortale ma fallì, poiché l’incorruttibilità del mondo non esisteva, non esisteva l’incorruttibilità di colui che lo creò”.
Testi come il vangelo di Filippo appartengono al cristianesimo gnostico quindi non a quello giudeo-cristiano e tantomeno a quello paolino che è una distorsione dello gnosticismo. In particolare il vangelo di Filippo come accennato dipinge il demiurgo del vecchio testamento come imperfetto e corruttibile. Ci sono però anche stralci davvero offensivi nei confronti del paganesimo (come se la bibbia canonica ci andasse leggera!) Un passo recita:
”Un pagano non muore: colui che non ha mai vissuto non può morire. Colui che ha creduto alla verità ha trovato la vita: costui corre il pericolo di morire, poiché egli vive. Dopo che è venuto il Cristo, il mondo è creato, le città sono ornate, il morto allontanato”.
I sincretismi e la ricerca dell’iconografia cristiana in altri culti portano a citare per forza di cose anche lo Zoroastrismo, molto legato alla filosofia degli Esseni, soprattutto la figura di Ahura Mazda, e con grandi somiglianze anche con l’attuale cristianesimo. Il Mondo secondo lo Zoroastrismo attraversa tre ere: la creazione, il mondo presente, in cui il bene e il male si scontrano e si fronteggiano, l’era finale, in cui il bene e il male saranno separati e il bene vincerà sul male, grazie all’intervento di un Saoshyant “Salvatore”, nato da una vergine del profeta Zoroastro, che risorgerà dalla morte per essere giudice nel giudizio finale. Zoroastro per primo predicò la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio universale in cui l’uomo, al cospetto di Dio, deve rispondere delle sue buone e cattive azioni. Vi ricorda qualcosa tutto questo? Probabile! Cosi come anche testi di epoca sumera come L’epopea di Gilgamesh hanno ispirato senza dubbio la Bibbia, (“ispirato” per usare un eufemismo!) La storia del Diluvio universale che ritroviamo nella Torah ha infatti molte somiglianze con questo racconto, le cui prime versioni risalgono a 4500 anni fa. Il testo include la storia di Utnapishtim, l’eroe babilonese salvato dal Diluvio grazie a una divinità, ma anche il poema di Atrahasis, anch’esso di matrice babilonese e il testo sumero conosciuto come “La Genesi di Eridu”. A rendere il racconto biblico molto simile alle versioni mesopotamiche è la trama, ma soprattutto dettagli che ritroviamo nella storia narrata. Si parla infatti di una tempesta scatenata dalle divinità per distruggere l’essere umano, un eroe messo in salvo su un’imbarcazione costruita insieme alla sua famiglia e di alcuni animali. Inoltre l’offerta di sacrifici da parte del protagonista al termine del grande Diluvio. L’Epopea di Gilgamesh menziona anche l’invio di una colomba e di altri uccelli fuori dalla nave, da parte di Utnapishtim, esattamente come la Bibbia ci racconta a proposito di Noach (Noè). Si potrebbe parlare in un articolo dedicato anche dei furti nei confronti dei culti misterici come quello mitraico (la figura di Cristo è ripresa tantissimo dal dio Mitra) ma questa è solo una piccola divagazione per dare l’idea di quanto il cristianesimo abbia attinto dagli altri culti antichi. Non solo il saccheggio di altre tradizioni che porta alla creazione di una religione accozzaglia di altre, tramite sincretismi spesso forzati, ma poi la conseguente e sistematica persecuzione delle tradizioni rubate.
L’Inquisizione prima dell’Inquisizione: la repressione degli eretici in epoca Romana.
In generale, i tribunali speciali sono tipici delle dittature e dei regimi totalitari, ma il tribunale religioso istituito da Costantino nel IV secolo, per perseguire le eresie, si uniformava al codice romano giustinianeo, basato su un sistema accusatorio. Costantino era intervenuto negli affari della Chiesa esiliando i vescovi “eretici” attraverso il Concilio di Nicea, presieduto da Costantino stesso per appianare le dispute sorte tra i cristiani alla ricerca di una visione universale. Nei decenni successivi si arrivò a scontri armati con gli ariani, cioè i seguaci del vescovo Ario che inizialmente il concilio di Nicea condannò, ma poi l'imperatore Costantino richiamò grazie all’influenza della madre Elena, arrivando a farsi battezzare proprio da Ario in punto di morte e abbandonando così l'adorazione del Sol Invictus che aveva abbracciato per tutta la vita. Si ebbe un ulteriore sviluppo nel 380 quando l'imperatore Teodosio I, con l'Editto di Tessalonica, trasformò l'impero romano in uno stato confessionale con relative pene per chi non professava la religione cristiana, delegando al vescovo di Roma la persecuzione degli eretici. Furono anche perseguiti ovviamente i culti misterici praticati dai romani, come il culto del dio indo-iranico Mithra da cui i cristiani hanno rubato tantissimo a livello iconografico e rituale. Negli anni successivi altri editti imperiali aumentarono le pene a carico degli eretici, fino ad arrivare alla pena di morte. Nel 385 il vescovo spagnolo Priscilliano fu processato per eresia e ucciso su ordine dell'imperatore Magno Massimo. Alcuni monaci parabolani di Alessandria d'Egitto uccisero in maniera atroce la filosofa pagana Ipazia nel 415 per mano di un vescovo che ne commissionò la morte, il vescovo Cirillo di Alessandria, tutt’oggi considerato santo dalla chiesa cattolica nonostante a mio avviso sia un criminale a tutti gli effetti. Il “reato” di Ipazia fu semplicemente quello di aver contrapposto il dubbio al dogma.
Contestualizzando meglio il tutto va detto che agli albori le posizioni riguardo differenze dottrinali non erano cosi ferree e con conseguenze cosi atroci. Nel vangelo di Matteo si parla di un ammonimento nei confronti di chi predica dottrine diverse e personaggi di spicco dell’epoca come Tertulliano (filosofo e apologeta cristiano) che sosteneva la libertà religiosa, il professare la religione liberamente in quanto la propria spiritualità è un qualcosa di intimo e non in grado di danneggiare nessuno. Solo successivamente all’editto di Milano del 313 il modus operandi della Chiesa cambia radicalmente sfociando nella violenza. Le prime vittime dei cristiani paradossalmente furono i cristiani stessi, ovvero quelli chiamati cristiani gnostici. Nei fatti l’inquisizione inizia con la loro persecuzione e sistematica repressione. Costantino sotto l’egida di vescovi senza scrupoli inizia ad avallare le prime leggi contro gli “eretici”. Tra questi abbiamo gli ariani seguaci di Ario o i marcioniti seguaci di Marcione. Ogni religione alla sua nascita ha visto dipanarsi varie dispute per cercare di giungere a una visione universale e nel caso specifico dei marcioniti, per esempio, il dio della bibbia non era considerato il padre del nazareno. Secondo gli ariani guidati da Ario, Gesù non era il figlio di dio. L’arianesimo si diffuse in maniera esponenziale a Roma anche in seguito alle invasioni germaniche da parte di popoli come quello dei Goti che da pagani iniziarono già nelle loro terre a convertirsi all’arianesimo, entrando di conseguenza in conflitto con il cattolicesimo romano. Anche i longobardi che si insediarono in Italia erano di fede ariana e solo successivamente si convertirono all’odierno cristianesimo. L’arianesimo in particolare era però duro a morire ma dopo varie dispute tra cui quella tra papa Liberio e l’antipapa (epiteto nato in seguito allo scisma d’occidente dal 1378 al 1417) ariano Felice II, nel 380 sotto l’imperatore Teodosio I si giunge all’editto di Tessalonica che trasforma l’impero romano d’occidente in uno stato confessionale con relative pene per i tutti i culti considerati eretici o “pagani”. Pagano deriva da “Pagus” ovvero “villaggio”, dunque il Pagano era l’abitante dei villaggi rurali ai confini della città, notoriamente popolazioni di Gentili dediti al culto politeista degli antichi Dei e di conseguenza restie alla conversione cristiana, motivo per cui il termine pagano assunse un’accezione negativa in seguito all’affermarsi del cristianesimo.
La nascita dell’Inquisizione.
L’inquisizione si divide in tre fasi, ovvero medievale, spagnola e romana. Già partendo dall’etimologia della parola scopriamo come “inquisizione” altro non è che “cercare con cura”, “investigare”, che nei fatti significherà portare avanti un’indagine assolutamente arbitraria e lesiva dei diritti e della dignità della persona, basandosi su fantomatiche prove di colpevolezza completamente inesistenti o molto discutibili. Nei fatti il tutto era solo un pretesto per legittimare quello che avrebbero fatto a priori: uccidere chi si opponeva alla parola del loro dio e alla loro religione. Scopo primario dell’inquisizione era quello di giudicare gli eretici. L’eresia è un concetto puramente cristiano, dato che non compare nelle scritture ebraiche precedenti al nuovo testamento, sebbene anche nell’ebraismo troviamo tabù religioni e deploro verso i non ebrei. Il significato originario della parola “eresia” era “scelta” o “ciò che si è scelto”. Nella bibbia la parola “hairetikos” la troviamo nel nuovo testamento nella Lettera a Tito, che fu poi attribuita all’apostolo Paolo. Questa parola era intesa anche come “separatista” perché nei fatti separava appunto tutti quei gruppi di dissidenti dal nascente cristianesimo, citata anche nella lettera ai corinzi di Paolo, figura sopracitata che va assolutamente approfondita per comprendere meglio la genesi del cristianesimo. Paolo di Tarso è infatti la chiave di volta del cristianesimo canonico per come lo conosciamo oggi. In un contesto sociale in cui era complesso ottenere la cittadinanza romana, Paolo è cittadino romano da parte del padre ma con madre ebrea. Questo fa capire che suo padre aveva reso dei servigi a Roma per ottenere la cittadinanza, servigi probabilmente legati allo spionaggio militare, cosa poi ripresa proprio dal figlio che, essendo un costruttore di tende, aveva accesso agli accampamenti romani e ai templi e quindi anche a tutto quello che avveniva al loro interno. Da ciò ne deduciamo che Paolo aveva usufruito di favoritismi. Influente nella sua ascesa come predicatore è sicuramente il suo rapporto con Seneca (consigliere di Nerone) per via epistolare, accertato solo di recente a livello storico. Dopo un periodo di tumulti a Gerusalemme, Paolo sfrutta la sua cittadinanza romana per non finire nelle mani degli ebrei e si consegna ai romani per poter essere giudicato dall’imperatore. Il motivo per cui Paolo venne considerato “eretico” è la predicazione di un vangelo diverso da quello apostolico giudeo-cristiano.
L’inquisizione non nacque dal nulla, aveva anzi avuto una sua lunga preparazione teorica. Le prime misure inquisitoriali perpetrate dal braccio secolare della Chiesa si concretizzano in primis attraverso il concilio lateranense del marzo 1179, convocato dal papa Alessandro III, ma soprattutto in occasione di un incontro a Verona (il sinodio di Verona) nel 1184 tra l’imperatore Federico Barbarossa (in fuga da una Roma sotto tumulti) e il papa Lucio III, dal quale Barbarossa vuole ottenere l’incoronazione a imperatore di suo figlio Enrico VI. A questa data si può far risalire la nascita dell’inquisizione, dato che il papa emana la bolla “Ad obolendam diversarum haeresum pravitatem”, detta anche bolla di Ruscigli (antica residenza estiva del papa). Attraverso tale bolla ogni vescovo di ogni diocesi, in seguito all’istituzione di veri e propri tribunali, può tranquillamente provvedere alla condanna a morte degli eretici.Successivamente il quarto consiglio ecumenico lateranense nel 1215 risultò essere uno dei più importanti nella storia della Chiesa per la molteplicità di materie trattate. In questo concilio tra i provvedimenti vennero resi obbligatori la confessione e la comunione annuali, ma soprattutto restò famoso il provvedimento riguardante il segno obbligatorio che dovevano sfoggiare gli ebrei per essere riconosciuti. Questa del segno è una cosa emblematica per far capire dove può spingersi l’intolleranza cristiana. Tutto quello che è “diverso” deve essere marchiato e successivamente vennero vietati i matrimoni misti tra cristiani e non cristiani! L’ordine cristiano maggiormente coinvolto nella nascita dell’inquisizione è quello domenicano, guidato da Domenico Di Guzman, che fu il principale artefice della crociata contro gli albigesi (catari). Con i frati domenicani si diffuse il concetto di proselitismo e l’ordine veniva appunto anche chiamato ordo predicatorum, proprio con la funzione di predicare e riportare sulla retta via nei confronti dell’eresia. Si definirono letteralmente domini canes ovvero cani da guarda del signore. Proprio in questo modo ha origine quella che è chiamata inquisizione medievale, che era appunto gestita più dai vescovi che dallo stesso papa.
Mentre proseguono i massacri di ebrei e musulmani nella guerra santa nel 1204, papa Innocenzo III si scaglia contro i catari o albigesi (dalla regione francese di Albi dove si diffusero) anche loro cristiani gnostici con una visione del cristianesimo molto diversa e meno improntata sul mero materialismo, come suggerisce il termine stesso cataro che significa appunto “puro” e che escluderebbe tutti i deboli e i peccatori poiché considerati succubi del mondo materiale. Erano chiamati “bon hommes” ovvero uomini buoni e va analizzato il contesto sociale in cui iniziarono ad essere perseguitati. Da una parte l’ascesa del potere temporale della Chiesa, dall’altra un popolo allo stremo tra miseria e malattie. Il catarismo fu considerato senza dubbio l’eresia per antonomasia durante il medioevo. La fede dei catari era dualista in quanto si basava sul concetto di opposti, ovvero bene e male, luce e tenebre. Dio era visto come separato dal mondo, l’anima dal corpo, lo spirito dalla materia. La creazione della materia e del materiale non era quindi atto divino ma opera “diabolica” e il dio del vecchio testamento Yahweh era considerato il dio del male, ovvero del materialismo. Interessante notare il fatto che rifiutavano i sacramenti cristiani che conosciamo tutti come il battesimo e l’eucarestia. C’era però una sorta di rituale simile al battesimo che si svolgeva in età adulta, cosa a mio avviso molto più giusta, in quanto l’iniziato se non altro ne era consapevole a differenza di un neonato. La dottrina catara verteva sull’ascesi, sulla povertà, sulla fratellanza, sulla tolleranza, sulla quasi totale rinuncia dei beni materiali in favore dell’elevazione spirituale, il che aveva una grande presa su quel popolo in difficoltà. In sostanza cercavano di essere coerenti con una vita di povertà ma ovviamente questo andava in conflitto con una Chiesa sempre più pomposa, mondana e materialista che già si era scagliata contro movimenti come quello dei “patarini”, rei di praticare appunto una vita di povertà, rinuncia e sacrificio, seguendo gli insegnamenti di Gesù. I catari non si piegarono mai ad un tentativo di conversione, in quanto nella loro visione Yahweh era giudicato in base a quanto riportato nella bibbia, in cui era presentato come un dio vendicativo e crudele, non di certo il dio buono di cui si parla oggi. Nonostante una onorevole resistenza nel 1209 i cristiani entrarono a Beziers ordinando il massacro della popolazione. “Una stirpe mostruosa, eliminate questa sozzura” (cit. Papa Innocenzo III). Con questa frase degna dell’amore cristiano si pronunciò il papa fautore della crociata. Il massacro cataro giunge al termine con la conquista della roccaforte di Montsegur nel 1243 in cui donne e bambini disarmati furono messi al rogo. Fu utilizzato anche il fuoco greco, terribile arma incendiaria di invenzione bizantina. Un mix letale di pece, zolfo, nafta e soprattutto la calce viva che gli permetteva di resistere perfino all’acqua. Durante la drammatica battaglia di Montsegur furono arsi vivi 200 catari e il fuoco greco cadeva come un fulmine carbonizzando i poveri malcapitati.
Anche nei vangeli apocrifi ci sono palesi riferimenti al cristianesimo gnostico ma guarda caso questi vangeli non vengono ufficialmente riconosciuti. Da questi vangeli emerge un mondo completamente nuovo e “scomodo” per la Chiesa. Il termine “apocrifo” significa appunto nascosto o falso e si sospetta siano tantissimi, almeno una ventina, quindi un numero enorme rispetto ai quattro vangeli canonici. Nel 300 D.C. Origene afferma che quattro sono i vangeli, tutti gli altri sono eretici. Comunemente l'aggettivo apocrifo è, come abbiamo detto, considerato sinonimo di non autentico, erroneo, eretico. In realtà però deriverebbe da "apocriptos" e significa "segreto", "nascosto". Nella terminologia religiosa indica libri segreti, rivelatori di verità occulte. Di contro "canonico" viene dal greco "kanon" che significa asta, bastone, regolo per misurare e quindi norma. In passato il termine di apocrifo veniva utilizzato per i testi gnostici che appunto si servivano di un linguaggio ermetico, ricco di simboli e di carattere esoterico. Tali vangeli non hanno avuto fortuna nella maggioranza delle comunità popolari per le loro caratteristiche elitarie. In realtà anche il Vangelo di Giovanni ha incontrato in molti ambienti considerevoli opposizioni per la sua impostazione di tipo gnostico. In questi testi emergono contraddizioni enormi se pensiamo all’attuale Chiesa a partire dalla bibbia. La fonte dell’eresia gnostica è in realtà proprio la bibbia. Nei primi capitoli per esempio si danno due nomi a dio, ma non parliamo della stessa cosa bensì di due cose diverse. In ebraico il creatore si chiama “Elohim”, ovvero il dio del divenire, del futuro, mentre l’altro dio che è Yahweh è quello che “materializza” il mondo ed è il dio di tutte le religioni oppressive, quindi due entità completamente diverse. Per gli gnostici Yahweh è il dio del male quindi demonizzato, cosa che come sappiamo non avviene nel cristianesimo canonico. A questo punto ci ritroviamo con due dèi diversi, Elohim e Yahweh, e due storie della creazione agli antipodi, in una delle quali l’uomo arriva insieme alla donna e nell’altra agli esordi è da solo. Ci piacerebbe sapere com’è potuto accadere che gli uni e le altre (Dei e storie) abbiano potuto unirsi fra loro, in un sincretismo che ha portato gli Ebrei dapprima, e i Cristiani poi, a considerarli un unico Dio ed un’unica storia.
Inquisizione Spagnola e Caccia alle Streghe.
Va detto che la più nota caccia alle streghe è l’ultima fase dell’inquisizione spagnola, preceduta dall’inquisizione prima contro gli ebrei “conversi” (considerati falsi cristiani), poi i musulmani e perfino contro luterani e massoni. Lo scenario pre-inquisizione spagnola era dominato da tumulti popolari. L’offensiva iniziale contro i “conversos” tra il 1480 e il 1492 avvenne in tempo di guerra. In questo lasso di tempo Ferdinando D’Aragona e Isabella di Castiglia mobilitarono tutte le loro forze per conquistare l’ultimo stato della penisola iberica sotto il controllo musulmano, ovvero il regno di Granada. La minaccia cristiana nei confronti degli ebrei sarebbe diventata evidente durante gli ultimi due anni della guerra di Granada. Voglio riportarvi un aneddoto interessante, ovvero quello riguardato la storia del bambino santo, vicenda emblematica per capire fino a che punto poteva spingersi l’intolleranza inquisitoria. Nei pressi di Toledo un gruppo di conversos ebrei fu accusato di aver rapito e immolato un bambino oltre ad avere rubato un’ostia. Dopo varie indagini le prove non erano sufficienti eppure si arrivò comunque al processo con l’aggiunta di ulteriori e agghiaccianti prove, come l’utilizzo del cuore del ragazzo in un rito sacrificale ebraico. Il ragazzo sarebbe stato rapito durante la festività dell’assunzione e poi condotto in una grotta dove si sarebbe svolto il sacrificio. Come già detto senza prove tangibili della loro colpevolezza furono comunque portati ad autodafè (cerimonia pubblica in cui veniva eseguita la condanna) e i presunti colpevoli furono arsi vivi. Questa storia riecheggia anche oggi in Spagna ma viene puntualmente insabbiata dalla chiesa cattolica. Lo scenario che si apre in seguito a questa vicenda è la cacciata di chiunque non aderisse alla chiesa cattolica, ebrei inclusi come abbiamo potuto vedere. Furono promulgate dai sovrani spagnoli leggi secondo cui anche tutti gli ebrei che si rifiutavano di essere battezzati come cristiani entro un periodo di quattro mesi abbandonassero i territori dei loro sovrani, portando con loro in esilio solo quanto si riusciva a trasportare. Paradossale dunque constatare come gli stessi ebrei furono perseguitati dai cristiani, dato che il cristianesimo è nei fatti un prodotto ebraico. D’altra parte ogni religione di Yahweh si è sempre dimostrata intollerante verso i Gentili, come si può comprendere anche da molti passi del Talmud ebraico e del Corano islamico.
Il contesto politico della penisola iberica intorno al 1470 ebbe un ruolo fondamentale nella nascita dei tribunali inquisitori in Castiglia. Quando Isabella fu proclamata regina nel 1474 i tumulti soffocavano il regno. Una figura di spicco era sicuramente il monaco domenicano Tomas de Torquemada nominato capo dell’inquisizione nel 1482 e responsabile della morte di migliaia di persone di cui fu fautore ed esecutore proprio sotto la spinta e la pressione di Ferdinando D’aragona, Isabella di Castiglia e del Papa Innocenzo VIII. Isabella e Ferdinando fusero le tradizioni del loro popolo con i dogmi della cristianità. Dobbiamo sottolineare come Torquemada avesse un grande ascendente su Isabella che sfociava nell’idolatria dato che lei lo vedeva come una sorta di messaggero del messia in terra. I sospetti “conversi” ebrei prima, e semplicemente eretici accusati di stregoneria poi, erano inizialmente smascherati tramite passaparola senza accertarsi di nulla e il teatro del terrore messo in piedi da Torquemada in tutta la Spagna ebbe cosi inizio. In qualità di “grande inquisitore” iniziò con la creazione di tribunali inquisitori promulgando 28 articoli che divennero la guida e una sorta di manuale per gli inquisitori in cui veniva autorizzata anche la tortura corporale. Dal 1480 l’inquisizione iniziò ad agire in grande segretezza. L’indiziato di eresia veniva separato dal resto dell’umanità, confinato in una cella isolata dove non aveva possibilità di contatto con i suoi carcerieri, con gli altri prigionieri e con il mondo esterno inclusi i parenti. Anche gli interrogatori si svolgevano in segreto all’interno della prigione con uno o più inquisitori e un notaio del tribunale. L’accusato aveva “diritto” ad un avvocato difensore, anche se c’erano grandi limitazioni riguardo la difesa. L’accusato infatti non poteva scegliere il suo avvocato ma doveva tenersi quello scelto dagli inquisitori. Questo quadro decisamente poco super partes non favoriva di certo il presunto eretico. Fu Torquemada il primo a gestire un tribunale religioso centrale al servizio del potere politico. Nel senso che i giudici dell'Inquisizione spagnola, venivano sì nominati dal Papa, ma su indicazione della monarchia spagnola. Torquemada fu lo strumento al servizio di questa operazione voluta da Ferdinando d'Aragona e da sua moglie Isabella di Castiglia. Tra gli studiosi si ritiene generalmente che nei quindici anni della sua gestione del tribunale i processi furono 100.000 seguiti dalle condanne a morte di 2.000 innocenti, spesso tramite rogo. La follia cristiana durante l’inquisizione era programmata meticolosamente, c’erano dei veri e propri testi oltre a quelli di Torquemada che stabilivano tutte le varie peculiarità delle presunte eresie. Tra questi va citato il “Canon Episcopi” ovvero una breve istruzione data ai vescovi sull’atteggiamento da assumere nei confronti dell’antica credenza della società di Diana (dea pagana protettrice delle selve e delle donne). Il Gioco di Diana era la festa che fino al Medioevo identificava un gruppo di sacerdotesse che si riuniva a cantare, ballare, propiziando abbondanza e protezione per la comunità.
Il Canon episcopi in realtà negava la realtà del congresso notturno delle streghe e del conseguente sabba quindi fu un testo controverso utilizzato sia dai difensori degli accusati sia dagli accusatori. Il testo più emblematico e violento è sicuramente il Malleus Maleficarum. ll Malleus Maleficarum, detto "Il Martello delle Streghe" è un testo redatto in latino e pubblicato nel 1487 con il solo scopo di perseguire i culti pagani, l’eresia e la stregoneria. Nel 1484 fu emanata da Papa Innocenzo VIII la bolla con cui concesse potere di agire. Il testo del libro conteneva una serie di “regole” che consentivano all'inquisitore di turno di riconoscere e combattere il reato di stregoneria. Fu il più popolare fra i manuali per cacciatori di streghe durante il XVI e XVII secolo. La sua stesura si deve a due frati tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Kramer, persecutori d’eretici. Il Malleus conferiva autorità alle superstizioni più grottesche, dove la donna in particolare era oggetto di pregiudizi misogini che portarono alla cattura e alla tortura di moltissime presunte streghe. Nel testo veniva spiegato come la donna fosse avesse una via preferenziale per comunicare col Diavolo, intrattenendosi con lui in incontri lascivi o preparando sortilegi sugli uomini, mangiando bambini e preparando unguenti e stregonerie. Il Malleus incoraggiava la tortura per estorcere le confessioni delle suddette streghe, promettendo promesse di clemenza a confessione avvenuta che però restavano prevedibilmente disattese. Nonostante ci fossero molti studiosi di alto livello che bollavano la stregoneria come una superstizione vi era una folta schiera di persone che credeva alla magia, così come a streghe, stregoni e diavoli. Proprio per questo i due inquisitori consigliavano di non sottovalutare le dicerie e di valutare ogni segnale. Il Malleus Maleficarum non fu mai adottato dalla Chiesa Cattolica ma ottenne un grande consenso presso inquisitori e influenti uomini di Chiesa. Divenne un testo di grande importanza e venne costantemente consultato fino alla metà del XVII secolo sia dal mondo cattolico sia dai protestanti. L'uso del testo subì un rallentamento con l'avvento dell'umanesimo, periodo che tendeva a voler dimostrare come la magia non fosse un'emanazione diretta di un potere “satanico” ma solamente un modo di "lavorare" sulla realtà.
Il Malleus Maleficarum non è un testo originale ma una raccolta di credenze e informazioni sul fenomeno della stregoneria ottenibili grazie allo studio di testi antichi. Nonostante ci fosse la presenza anche di misure contro i maghi, era la donna a "godere" di maggiori attenzioni La misoginia è una della caratteristiche predominanti durante l’inquisizione. Secondo Sant'Agostino la donna altro non era che un maschio mancato. La prima parte dà credito a queste idee misogine e verte sulla natura della Stregoneria. Le donne a causa dello scarso intelletto e debolezza possono essere facilmente concupite dal diavolo che tende ad usarle come oggetti sessuali, questo veniva riportato nel testo. La misoginia era una costante in quei secoli e soprattutto durante il periodo inquisitorio, basti pensare al caso emblematico di Giovanna D’arco che venne arsa sul rogo sia per l’influenza politica che ebbe nel corso della guerra dei cent’anni e del conflitto che vide la Francia opposta all’Inghilterra, ma fu definita eretica anche per assurdità come il fatto che preferiva vestire da maschio piuttosto che da donna. La seconda parte del testo approfondisce gli schemi della prima e dà istruzioni sul modo di attuare le stregonerie e il modo in cui si possono facilmente eliminare. La terza parte è quella più violenta in cui si parla della cattura, processo, detenzione e eliminazione delle streghe che avveniva in una cerimonia chiamata soprattutto durante l’inquisizione spagnola autodafè. Spesso bastava anche solo una diceria per bollare una donna come strega e se il difensore mostrava un ardore eccessivo nel difendere la propria "assistita" era un chiaro sintomo che anche lui era stato stregato, ergo veniva condannato anche lui! Un grande spazio è dedicato alle istruzioni su come estorcere una confessione e l'importanza della tortura durante gli interrogatori. Veniva raccomandato l'uso di un ferro infuocato e la rasatura del corpo con l'obiettivo di trovare lo “stigma diaboli” che doveva rappresentare la prova di devozione al diavolo. Dai libri inquisitori è interessante notare come durante l’inquisizione romana in particolare, si arrivò alla condanna delle pubblicazioni non in linea con i principi della morale cattolica. Dal 1559 viene redatto l’indice dei libri proibiti, ovvero le opere considerate “peccaminose” perché in contrasto con l’etica cattolica e la cui lettura veniva dunque proibita ai fedeli. Gli autori vengono invitati a correggere o ripudiare i loro testi, pena la scomunica. La cosa agghiacciante è che questa lista è rimasta in vigore fino ai tempi moderni, ovvero fino al 1966, contrastando di fatto il diffondersi del pensiero scientifico. Vittime illustri di questo scempio furono Giordano Bruno nel 1600, bruciato sul rogo, e Galileo Galilei che venne arrestato nel 1630.
Le torture: fra verità e falsi storici.
E le torture? Bene, le torture, soprattutto quelle di epoca medievale, sono un tema controverso tra gli storici, visto che purtroppo ci sono anche svariati falsi storici e quindi urge fare chiarezza. Nell’inquisizione medievale non abbiamo una procedura univoca ma c’erano figure incaricate ad “inquisire” chiunque avesse fatto parte di una setta eretica tramite testimonianza altrui per poi recarsi davanti al tribunale inquisitorio. A questo punto il sospettato poteva o confessare immediatamente oppure si passava all’interrogatorio usando appunto anche le torture. L’accusato di eresia veniva consegnato al braccio secolare della chiesa solo se considerato recidivo, visto che non bastava la prima confessione, ma il giorno successivo si ripeteva la procedura. Proprio sugli strumenti di tortura devo dire a onor del vero che c’è stata molta speculazione e vere proprie invenzioni per scopi sensazionalistici e di lucro! Vi sarà capitato di entrare o sentir parlare dei musei della tortura sparsi per il mondo. Ebbene la maggior parte degli strumenti mostrati in questi musei sono dei falsi, come per esempio la Pera Vaginale, inserita negli orifizi vaginali delle presunte streghe, almeno a detta di questi musei. In realtà questo strumento è citato per la prima volta in un libro del 1629, nello specifico l’inventario generale della storia dei ladri di F. De Calvi ed è considerato frutto della fantasia dell’autore, non di certo uno strumento utilizzato durante l’inquisizione. Altra bufala è la famosissima Vergine di Norimberga, un presunto sarcofago pieno di aculei all’interno. In realtà non fu utilizzato in nessuna delle tre fasi dell’inquisizione. Il primo testo che ne parla è del 1793 di un erudito tedesco, tale Johann Philipp Siebenkees. Il caso più eclatante è sicuramente quella della Forcella dell’eretico. Se ne parlò addirittura nel 1983, quindi in tempi recenti, forse proprio in concomitanza con l’apertura di uno di questo musei della tortura pieni di falsi. Anche la Sedia Inquisitoria è un falso, cosi come la Culla di Giuda, anche questa esposta in un museo nel 1983.
In realtà gli strumenti di tortura erano molto primitivi e spartani. I roghi sono indubbiamente avvenuti cosi come l’uso della ghigliottina o di corde (in spagnolo strappado) e procedimenti come la fustigazione, ma per scopi sensazionalistici molte cose sono state enfatizzate o perfino inventate di sana pianta. Questo ovviamente non sminuisce l’orrore dell’inquisizione e delle innumerevoli vittime ma è giusto scindere i fatti storici con fonti attendibili da leggende metropolitane inventate ad hoc per riempire di turisti i musei delle torture. Le torture e i morti sono reali ma come al solito in nome del dio denaro si arriva ad amplificare le cose. I reali e principali metodi di tortura erano tre. Il primo era la Garrucha che consisteva in una carrucola fissata al soffitto a cui il prigioniero veniva sospeso con grossi pesi attaccati ai piedi. Consisteva nel sollevare l’accusato lentamente verso il soffitto per lasciarlo poi ricadere con un forte strattone, tendendogli e disarticolando braccia e gambe. Il secondo metodo conosciuto come Toca che consisteva nel legare l’accusato su un cavalletto tenendogli forzatamente la bocca aperte e versando acqua continuamente attraverso una tela di lino, chiamata appunto toca. Il terzo impiegato per lo più dopo il 1600 era il Potro. Il prigioniero era legato a un cavalletto con delle funi strette su ordine degli inquisitori. Spesso sia uomini che donne erano completamente nudi durante l’esecuzione di queste torture al fine di farli arrivare ad uno stato di totale sottomissione psicologica e di conseguenza ad essere più propensi a una confessione.
Conclusioni.
Nel simbolo della croce vennero perpetrati funesti e inenarrabili delitti. Tramite l'Inquisizione il clero, tra il Quattrocento e il Settecento, fece torturare e bruciare con l'accusa di stregoneria milioni di individui. Si contano in Europa almeno cinque milioni di morti. Cosa dire poi del genocidio degli indios del Nuovo Mondo? Sessantanove milioni di esseri umani (il 90% della popolazione) vennero sterminati dai conquistadores con l’avallo della Chiesa. L'accusa? Adorazione del diavolo. A cose fatte si disse:
"Il principale idolo di queste isole è il Diavolo: ha avuto fine con la fine degli indiani".
Papa Wojtyla e il comitato organizzatore del Simposio sapevano fin dall’inizio che era impossibile stabilire una cifra esatta del numero delle vittime. L’Inquisizione cercò di far sparire e insabbiare le prove riguardanti gli archivi parte dei processi e delle sentenze. Occorre tener presente che nel corso dei 600 anni di funzionamento della santa inquisizione spesso accadeva che il popolo terrorizzato ed esasperato assaltava i tribunali dell’Inquisizione distruggendo gli archivi che contenevano non solo la lista dei condannati, ma anche quella dei sospettati. Napoleone, poi, quando conquistò l’Italia, portò con sé tutti gli archivi dell’Inquisizione che purtroppo non furono ben conservati e solo una piccola parte è ancora intatta a Parigi. In generale anche oggi la chiesa cerca in qualunque modo di occultare il suo aberrante passato ma fortunatamente non sono riusciti nel loro intento e noi siamo qui per testimoniarlo. Il papa polacco (cosi come i successori) in uno dei suoi molteplici viaggi, recandosi nell'America del Sud aveva chiesto scusa per il massacro attuato dalla Chiesa cattolica nei confronti degli indios. Questa cosa suona molto ipocrita. In primo luogo non aveva nessuna colpa per i crimini contro l'umanità che vennero perpetrati dai suoi predecessori. In secondo luogo chiedere scusa non serve a nulla, non cambia le cose. L'unico gesto veramente onesto che egli poteva fare, a scopo riparatorio, è quello di porre fine a questa istituzione, ma come sappiamo non accadrà mai dato che la santa inquisizione anche se sotto altri nomi esiste ancora oggi, nei fatti non è stata abolita, è questa la cosa agghiacciante. Agisce in maniera più subdola, senza ardere sul rogo i dissidenti ma esiste, nell’ombra. il Santo Uffizio (il tribunale che costrinse Galileo ad abiurare le sue teorie), rimase attivo, anche senza applicare torture , fino al 1908 quando poi venne riformato. Nello Stato del Vaticano a Roma, ancora oggi, è presente un organismo che ha le sue radici nel Sant’Uffizio dell’Inquisizione e il cui compito è tutelare la dottrina della Chiesa Cattolica: Congregazione per la dottrina della fede. Purtroppo oggi esiste anche per quanto riguarda l’olocausto dell’inquisizione una sparuta frangia di “revisionismo” storico. Tuttavia tali crimini non erano "deviazioni" occasionali facili da occultare, ma rappresentavano pienamente l'ortodossia cattolica, col pieno consenso dei vari papi coinvolti e di tutti gli ordini ecclesiastici. Oggi disponiamo di molti documenti ufficiali che forniscono le dettagliatissime prove storiche delle stragi compiute in nome del loro Dio con buona pace dei revisionisti.
Lo scopo dell’olocausto della Chiesa cattolica trova spiegazione in un semplice fatto: il clero aveva il bisogno di dimostrare l'esistenza del maligno, di incarnarlo e trovare un capro espiatorio a tutti i costi per far risaltare quello che è il “bene” da loro divulgato. Così venne letteralmente inventato il mito biblico di un Satana distorto (ciò è stato dimostrato in campo antropologico e storico). Satana e i suoi adoratori, nemici di Dio, avrebbero rafforzato notevolmente il potere temporale della Chiesa. In definitiva la formula era semplice: La Chiesa stendardo del bene che combatte il male, un concetto assolutamente banale ma funzionale per assoggettare e fare proselitismo sulla becera plebe. Purtroppo ancora oggi questa formula è attiva. Tutti i gruppi pseudo satanisti che esistono nel mondo non fanno altro che il gioco dei clericali e della falsa figura biblica di Satana cosi da perpetuare l'eterna e falsa formula del bene contrapposto al male, quando nei fatti parliamo di due facce della stessa medaglia, perché cosi è per un satanista, luce e oscurità in un processo di costante sublimazione e ben oltre il bene e il male per riprendere i concetti del buon Nietzsche. Bisogna andare oltre il retaggio cristiano e riedificare da zero il proprio tempio interiore, questo fa un satanista. Nell’arte ermetica dell’alchimia il processo di trasmutazione da piombo in oro ha come significato allegorico il raggiungimento della massima elevazione spirituale ma l’oro è una sorta di chimera da raggiungere, è quella tanto ambita completezza e “perfezione” utopica che forse non raggiungeremo mai. La cosa veramente importante è il processo di transizione, quel tragitto spesso tortuoso, perché lunga ed impervia è la strada che dall’inferno si snoda verso la luce, per citare Milton.
Voglio concludere l’articolo con alcune considerazioni personali sul Satanismo, perché in fondo l’obiettivo di un satanista, partendo dai crimini cristiani che vi ho illustrato, è prendere le distanze dagli attuali stilemi sociali al fine di sovvertire tutto questo e riedificare il tutto nel corso del tempo, perché quello che facciamo oggi sarà tramandato e l’unico modo per lasciare qualcosa ai nostri successori e ridare lustro a quello che ci hanno tramandato i nostri avi è lasciare le nostre testimonianze nel corso della nostra vita terrena come monito per i posteri, che le raccoglieranno per far splendere la fiamma sacra di Satana sempre più numinosa. Il Satanista come abbiamo detto è Colui che si pone al di là del bene e del male. Solo da questo punto di partenza può prendere piede il pensiero “anticristiano” per giungere alla conclusione: la Divinità è insita nell'uomo, questo ci insegna Satana insieme ai nostri Dei. Questa concezione può essere compresa solo se l'uomo trascende la visione degli opposti, ponendosi al di là del bene e del male perché buono e cattivo, passato e futuro, come in una sorta di Giano Bifronte, sono solo due facce complementari tra loro. Soltanto liberandosi dai limiti della schiavitù dogmatico-religiosa che reprime l’evoluzione naturale dell’anima si ha la possibilità di sviluppare tutte le proprie potenzialità e la propria natura più intima assopita dentro di noi, poiché l'uomo è un Dio in nuce. Per farlo si deve rinnegare, in se stessi, ogni limite terreno che impedisca la libera manifestazione della propria Volontà e della propria natura eliminando tutte le sovrastrutture e i falsi insegnamenti cristiani, cosi da poter rinascere come nel processo di trasformazione di una farfalla che esce dal proprio bozzolo in tutta la sua bellezza. Siamo giunti al termine di questo piccolo articolo, tuttavia spero di avervi dato spunti sufficienti e una piccola infarinatura di base da cui partire per approfondire certe tematiche, perché ricordate, il Satanista scava alla ricerca della sua identità assopita e non resta mai nella stasi, morte del nostro spirito. La conoscenza è solo uno strumento che va messo al servizio della propria evoluzione interiore e spirituale. Da Satanista mi sembra doveroso conoscere la genesi del cancro cristiano per ricordare cosa è successo in nome del loro dio e cosa ancora oggi nonostante sia noto a tutti viene insabbiato sistematicamente dai palazzi ecclesiastici, ormai abulici e sicuri della loro posizione di forza. Secoli di violenza, plagi, indottrinamento, furti da altri culti poi perseguiti e condannati, questo è il cristianesimo, questa è la religione dei “giusti”.
Massimo Strige
Anno MMXX
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