LE PERSECUZIONI NELLA STORIA

- Dalla Civiltà alla Cristianizzazione -

 

 

Quello che rende grande una civiltà è il suo saper provvedere al sostentamento e al bene dei singoli che la compongono. Una nazione come viene intesa esiste quando vi sono: un territorio, un popolo che lo abita, e un sistema giuridico di norme che regoli la vita comune e gestisca lo stato. Una civiltà, che spesso può non coincidere con il concetto di “nazione”, lascia sempre tracce della sua esistenza, tracce che, testimoniano il grado di avanzamento, progredimento, stabilità e benessere dei cittadini e dello stato stesso. Cosa non meno importante che deve essere presente è un concetto tanto semplice quanto utopistico a volte: la libertà.

Libertà, un termine usato a dismisura tutt’oggi, dove l’essere di facili costumi o sessualmente libertini sembra essere diventato un dovere più che un diritto, e perfino il fenomeno della trasgressione, quell’atto così semplice eppure pregnante di un significato che è la stessa “Libertas” svuotato del suo più puro significato e ridotto a un semplice essere ribelli per riempire il vuoto che per molti è “il male di vivere”. Uno stato tuttavia, di queste cose non si cura, lascia totale spazio e discrezione al cittadino per i suoi pensieri, le sue idee, il suo orientamento politico, e di conseguenza, il proprio credo religioso. La penisola italica, nella sua lunga tradizione, ha avuto tutti e tre: un grande nazione, un grande stato, e una grande Civiltà.

Quello che inizialmente era stato un insieme di capanne su sette colli, in un arco di tempo relativamente breve, è diventato un grandissimo Impero che ha fatto prosperare l’intera Europa, ha riunito quasi tutti i popoli indoeuropei sotto un unico vessillo facendo prosperare ogni sua singola provincia, ogni suo singolo cittadino, e ancora oggi la latinità trasuda valori quali: civiltà, rispetto, onore, gloria, forza, unità. Tutti questi valori erano sentimenti molto condivisi e rispettati dal civisromanus, che si è sempre operato per avere una vita piena di dignità e rispetto per gli Dei che hanno cresciuto questo popolo sin da quando i suoi unici componenti erano solo semplici pastori. Babilonia, l’impero Persiano, il regno ellenistico di Alessandro Magno, e poi Roma, i più grandi esempi, tralasciando la Grecia classica e arcaica chiaramente, che si possano fare per comprendere il concetto di Libertà. Quello che viene da chiedersi è, “Perché?”.

Perché il cittadino era trattato con rispetto e dignità, tralasciando il fenomeno della schiavitù, che in un epoca come quella pagana era d’usanza in nove civiltà su dieci, ma che, a mio parere, con il progredire del tempo, delle menti e della tecnologia, sarebbe stato abolito da sé, nessuno stato dei citati ha mai imposto qualcosa alle genti sottomesse, se non la lingua, la moneta, e alcuni tributi da pagare come imposte per il mantenimento dello stato, una tassa ante litteram. Babilonia, la prima grande metropoli, dove sono confluiti popoli di varie lingue ed etnie, tanto era lo splendore di questa città che Alessandro Magno se ne innamorò e decise di trasferire la sua dimora lì, dove morì, oltretutto, a rafforzare ciò, la famosa Torre di Babele, il cui vero nome è Etemenanki, ossia, “casa delle fondamenta del cielo e della terra”. La Persia, un impero vastissimo e ricchissimo, dove il Gran Re esigeva solo rispetto e tributi e lasciava tradizioni, culture e religione alla sola scelta personale.

L’età Ellenistica, dove il progredire dell’uso della ragione ha portato alla nascita di nuove filosofie e correnti di pensiero, dove Divinità di culture all’apparenza antitetiche si sono fuse tra loro dando vita a nuovi Dei, quali ad esempio Ermanubis, frutto della fusione tra Ermes ed Anubis.  Roma è l’ultimo baluardo di civiltà pagana intesa nel senso più vicino a noi prima del cristianesimo. Con il suo grande impero, che nella fase della sua massima espansione comprendeva tutto il continente a partire dall’Iberia, la Gallia, la Grecia e l’Anatolia, passando poi a sud per l’Egitto e tutto il nord-Africa, e poi a settentrione fino a sud della Germania e una buona parte della Britannia, l’urbe è stata ammirata da tutto il mondo dell’epoca, e anche futuro, per le eccellenti condizioni di vita dei suoi cittadini, i letterati famosi che vi hanno operato, i teatri, le terme, le arene e tutte le grandiose strutture che i latini hanno esportato in tutta l’Europa. Ma, poiché gli stessi latini non erano affatto stupidi, per evitare rivolte nelle province conquistate, e soprattutto, perché non gli importava affatto di imporre le proprie tradizioni e la propria religione, hanno sempre lasciato intatte culture, folklore, Divinità, feste, vacanze e usanze proprie di coloro con cui sono sempre entrati in contatto. Eppure, oggi questa grandiosa civiltà portatrice di pace, cultura e ragione è spessissimo accusata dagli ignoranti di aver ucciso il “figlio di dio”, e aver perseguito i suoi seguaci, i primi cristiani.

 

Quello che non viene mai menzionato, molto probabilmente perché se ne è all’oscuro, è proprio quanto detto precedentemente riguardo gli atteggiamenti dei Romani nei confronti delle altre popolazioni, e i veri motivi che hanno portato allo scontro tra cristiani e pagani.

Il cristianesimo inizia ad essere praticato e seguito assiduamente molti anni dopo la morte di cristo, avvenuta secondo le fonti, di parte chiaramente, nel 33 d.c. sotto l’imperatore Tiberio, successore di Augusto, sotto il quale si colloca invece la data di nascita. Tralasciando le fonti che sono state palesemente alterate per quanto concerne la nascita, è bene precisare che non esistono fonti pagane contemporanee dell’epoca che accertino l’esistenza di questo cristo, tuttavia, una testimonianza che non può essere assolutamente tralasciata visto il peso nella storia del pensiero che ha avuto, è l’autore latino Tacito, uno storico che ha descritto popoli barbari e ha parlato anche di cristianesimo. Fonte sempre citata dagli stessi cristiani a sostegno delle proprie tesi, è evidente che nessuno si è mai azzardato ad aprire un libro scritto da Tacito, vista l’aggressività con la quale si scaglia nei confronti del cristianesimo e del pericolo che esso costituisce per l’impero.

“"Nerone si inventò dei colpevoli e colpì con supplizi raffinatissimi coloro che il popolo, odiandoli per i loro delitti chiamava cristiani. Prendevano il nome da Cristo che, sotto l'imperatore Tiberio, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione si diffondeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel flagello, ma anche per Roma, dove da ogni parte confluiscono e trovano seguaci ogni sorta di atrocità e cose vergognose.

Perciò, inizialmente vennero arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una grande moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte.

Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. “Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo" - Tacito, Annales 15,44).

Il testo parla da sé, e non meriterebbe altre spiegazioni, ma a riguardo bisogna anche sfatare il mito secondo cui sarebbe stato Nerone stesso ad incendiare Roma, poiché sempre storici latini affermano di come l’imperatore si sia dato da fare per soccorrere le vittime, mise a disposizione i suoi giardini e la sua stessa proprietà a servizio di coloro che ne avevano bisogno e pagò di propria mano ogni danno causato dall’incendio. Per cui, il Nerone cattivo e spietato che viene continuamente propinato, colui che avrebbe ucciso Pietro e Paolo, era molto meno crudele di quanto si voglia far credere, visto che l’incendio fu dovuto a cause naturali.

Quindi, come già espresso anche da Tacito, i Romani non hanno mai avuto un astio a prescindere contro i cristiani, bensì perché il loro credo era qualcosa che andava a ledere le fondamenta dello stato. Questo concetto di un dio che viene ucciso da uomini, di sottomissione e benevolenza verso il nemico, era assolutamente inconcepibile per una realtà come quella latina, che ha sempre esaltato valori quali, la forza, la virtù, la vittoria in guerra, la devozione verso gli Dei, per i quali non sono mai stati compiuti sacrifici per pietà, o per entrarvi nelle grazie, ma come ringraziamento e offerta per un qualcosa.

Quando il credo cristiano ha quindi iniziato a corrompere i comuni costumi su cui lo stesso stato Romano si è sempre fondato, qualcosa è scattato, le continue diserzioni nell’esercito, la propaganda contro l’imperatore e la religione pagana, il culto dell’imperatore come “Divus”, fattori che mai i latini si sono mai azzardati a compiere nei confronti di qualche popolo.

Credete davvero che una città ormai cosmopolita quale Roma al tempo avrebbe avuto problemi ad accettare l’entrata in scena di un ulteriore dio? Seriamente pensate che la convivenza pacifica tra cristiani e pagani sarebbe stata impossibile? Certamente no. In un Pantheon ricco e variegato come quello Romano, una o più divinità non avrebbero fatto scalpore, tanto che nei circhi e nelle arene capitava spesso che vi fossero delle “cabine” dove ognuno poteva pregare il proprio Dio, qualunque esso fosse, e se i cristiani avessero rispettato le altre tradizioni a loro precedenti, da cui, non smetto di ripeterlo, hanno continuamente RUBATO, mai avrebbero avuto luogo le persecuzioni che tanto sono sbandierate. Perfino l'Ebraismo, in quanto antica religione di un popolo, era tollerato dalle autorità, anche se con difficoltà, fin dai tempi di Giulio Cesare: gli ebrei potevano osservare i loro precetti ed erano esentati dai riti ufficiali. La tolleranza riservata agli Ebrei, nonostante affermassero l'esclusiva conoscenza di Dio, ritenendo empio qualsiasi altro culto, e quasi rifiutassero la comunità umana racchiudendosi in una setta che sdegnava contatti con l'esterno, veniva però a mancare nel momento in cui gli stessi Ebrei, unici nell'impero, si rifiutavano di pagare il contributo a Roma: era illegale, sostenevano, pagare le tasse ad un imperatore (e ad un popolo invasore) empio e idolatra. I Giudei non avevano mai nascosto l'insofferenza, spesso sfociata in rivolte anche sanguinose, nei confronti di Roma, le cui legioni erano altrettanto spesso dovute intervenire con severe rappresaglie e repressioni.

Ma dopo la prima guerra giudaica, la distruzione del Tempio di Gerusalemme, la riduzione in schiavitù e la diaspora, il popolo Ebreo ammorbidì le posizioni intransigenti ed in diversi modi si integrò nella popolazione dell'Impero romano, pur mantenendo una propria individualità come popolo, sancita anche da deroghe e leggi particolari.

La differenza sostanziale tra ebrei e cristiani, che consentiva ai primi di professare liberamente la loro fede mentre trattava con severità, odio e disprezzo quella dei secondi, era che quelli erano una “nazione”, mentre gli altri una “setta”; il rispetto delle istituzioni religiose dei propri padri era un dovere, e l'antichità delle sacre leggi ebraiche, adottate per secoli da un intero popolo dava ai Giudei il diritto di sottostare a quegli obblighi e quelle regole che sarebbe stato empio trascurare. I cristiani, di contro, con la legge evangelica ignoravano le sacre istituzioni dei loro padri, disprezzando ciò che essi avevano da secoli ritenuto sacro. In più, questo allontanamento dalla fede “naturale”, anziché portare ad un avvicinamento a quella ufficiale dello Stato, li conduceva ad un più marcato disprezzo degli dèi e delle istituzioni di Roma, che si manifestava in riti, riunioni segrete e un generale rifiuto del genere umano che non veniva mitigato dall'indubbia rettitudine e moralità dei credenti.

Tra tutti i periodi di persecuzione cristiana di cui si hanno riscontri, in mezzo vi sono periodi di pace e tranquillità, il cristianesimo divenne “religio licita” sotto l’imperatore Costantino, Giuliano l’Apostata, l’ultimo imperatore pagano, vietò ai cristiani soltanto di insegnare letteratura greca e latina, che essi stessi spesso avversavano in modo violento, e un elemento di contrasto tra i due culti fu la condanna per costoro di pagare un tempio pagano incendiato proprio dai cristiani stessi. È con Teodosio che tutti i culti pagani sono ufficialmente vietati e messi fuori legge, da qui, fino a Innocenzo III, papa che darà inizio all’inquisizione, i cristiani continueranno ad insultare, e chiaramente, uccidere, tutto e tutti coloro che non fossero in linea con il loro credo.

 

 

 

 

 

 

PERSECUZIONI PAGANE CONTRO I CRISTIANI:

 

 

Ve ne fu UNA sotto Nerone, di cui si è gia parlato.

126 d.c. – Adriano vieta la circoncisione, la pubblica lettura della legge mosaica e l’osservanza del sabato. Tuttavia in ambito religioso esso affermò valida l’accusa solo se si potesse dimostrare con certezza la colpevolezza dell’accusato, in caso contrario si sarebbe fatto ricorso alle leggi nei confronti dell’accusatore.

250 d.c. – Decio Traiano ordina di sacrificare agli Dei dello stato.

257 d.c. - Valeriano impone il sacrificio agli Dei pagani, pena l’esilio, e vieta le riunioni e le assemblee di culto ai cristiani.

303 d.c. - Diocleziano avvia la persecuzione più grande, distruggendo templi, chiese e libri sacri e viene ordinato di sacrificare agli Dei.

Le persecuzioni terminano nel 311 con l’editto di Nicomedia.

 

 

 

PERSECUZIONI CRISTIANE CONTRO PAGANI ED ERETICI:

 

54 d.c. - Paolo attacca il culto di Diana nella colonia greca di Efeso, si pensa siano stati crocefissi circa trentamila greci che non volevano convertirsi.

250 d.c. - i seguaci della setta gnostica di Saturnino vengono tutti perseguitati e sterminati.

301 d.c. – facendo leva sulla superstizione si incolpano i pagani di una calamità naturale, i sacerdoti pagani vengono tutti massacrati e i templi di Miithra o altri Dei completamente distrutti.

313 d.c. – Ario e la sua dottrina vengono considerati eretici.

314 d.c. – la chiesa cristiana attacca il culto di Artemide come stregonesco e demoniaco.

319 d.c. – Costantino esonera la chiesa dalle tasse e i pagamenti, i preti non devono prestare servizio militare, tra l’altro, la famosa donazione di Costantino verrà smentita nel 1440 e riconosciuta come un falso storico da Lorenzo Valla, ma la chiesa non lo terrà mai in conto.

330 d.c. – Costantino ruba tesori e statue pagane dalla Grecia per abbellire la nuova Roma, i cristiani incendiano Bayeux, centro del culto di un Dio Celto-Romano, i sacerdoti sono sterminati.

334 d.c. – tutti i templi pagani vengono chiusi.

337 d.c. – Costantino viene fatto santo.

341 d.c. – Costanzo perseguita indovini ed eretici.

357 d.c. – Costanzo proibisce la divinazione e la magia.

373 d.c. – il termine “pagano” è usato come dispregiativo per indicare i Gentili.

381 d.c. – sono saccheggiate le biblioteche pagane nella parte orientale dell’impero romano.

382 d.c. – Graziano ordina di spegnere il fuoco di Vesta.

389 d.c. – vietate tutte le manifestazioni pagane non presenti nel calendario cristiano.

391 d.c. – vietate le visite ai templi pagani distrutti e anche il solo guardare le statue.

401 d.c. – a Cartagine i cristiani uccidono tutti i pagani.

415 d.c. – i cristiani smembrano viva la filosofa Ipazia di Alessandria, i pezzi del corpo sono portati per le vie della città e bruciati insieme ai suoi libri.

429 d.c. – saccheggiato il Partenone ateniese e i Greci che ancora onorano la Dea vengono uccisi.

In tutto l’arco di tempo che va dal 429 fino al 1095 le persecuzioni non mancano assolutamente, vi sono decreti su decreti a distanza di pochissimi anni, ma passo oltre per l’importanza che riveste l’anno.

1095 d.c. – indetta la prima crociata, negli anni seguenti sono trucidati migliaia di ebrei, musulmani ed eretici anche solo durante il viaggio in terra santa.

1147 d.c. – inizia la seconda crociata.

1189 d.c. – al via la terza crociata.

1198 d.c. – quarta crociata.

1208 d.c. – inizia lo sterminio dei catari.

1212 d.c. – visto il fallimento delle spedizioni in terra santa ci si convince che gli uomini sono peccatori, vengono mandati quindi centinaia di bambini armati perché si pensa siano puri e degni di ricevere cristo, il risultato è un massacro senza precedenti.

1217 d.c. – quinta crociata.

1227 d.c. – sesta crociata, l’unica senza spargimenti di sangue, risolta con un matrimonio.

1248 d.c. – settima crociata.

1269d.c. – ottava crociata.

1270 d.c. – nona crociata.

1271 d.c. – decima e ultima crociata.

1278 d.c. – impiccati 278 ebrei perché accusati di omicidio rituale.

1391 d.c. – 4mila ebrei sterminati a Siviglia.

1412 d.c. – Giovanna D’Arco è bruciata viva.

1555 d.c. – gli ebrei sono rilegati dal papa nei ghetti, chiamati “serragli per ebrei”.

1562 d.c. – 300 persone in Germania sono bruciate vive accusate di stregoneria.

1692 d.c. – processo alle streghe di Salem in America.

1870 d.c. – viene istituito il “dogma dell’infallibilità papale”.

1965 d.c. – la chiesa riconosce ufficialmente la scorrettezza della persecuzione degli eretici.

 

(Si tenga presente che i periodi di persecuzioni lontani tra loro sono stati volutamente tagliati da me che scrivo per questioni di tempo, il numero delle vittime del cristianesimo è incalcolabile).

 

Arrivati a questo punto, mi sento solo arrabbiato, furioso, iracondo contro un credo tanto falso quanto idoneo solo ai deboli e ai servi, e ancora più fiero del cammino che mi ha portato a questo punto in questa fase della mia vita. Per cui, un appello va a tutti i giovani, a tutti i ragazzi, il futuro di questo mondo, coloro che erediteranno la Terra in cui verranno sepolti i propri padri, la Terra che li ha generati… Il mio appello è quello di combattere, di non essere solo semplici vasi da riempire, ma fiaccole altamente instabili che aspettano solo di essere accese, fiaccole per illuminare questo buio e questo oscurantismo per riportare in vita gli antichi splendori che ci sono stati tolti. Il Satanismo è una via meravigliosa, e in modo anche molto umile, il mio articolo si chiude con un pensiero a Padre Satana, con un grazie per avermi fatto crescere, migliorare, un grazie per quanto ha fatto e quanto ancora farà per me. Un semplice grazie con tutto l’amore che il mio cuore da umano possa sopportare e comprendere.

 

 

 

LUCIUS WAGNER

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